La gara decisiva a San Giovanni Bianco

Rudy Moroni, un tipo molto (en)duro Per la terza volta campione italiano

Rudy Moroni, un tipo molto (en)duro Per la terza volta campione italiano
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Per la terza volta si è laureato campione italiano nella 250 quattro tempi. Una soddisfazione doppia per Rudy Moroni, anzi tripla. Già, perché il giovane pilota stezzanese non solo ha avuto il piacere di trionfare in casa, davanti a una folta schiera di tifosi bergamaschi agli assoluti d’Italia di Enduro di San Giovanni Bianco, ma ha anche sconfitto una sorte che pareva avversa. «È stato un weekend difficile perché ero reduce da un infortunio alla spalla, quindi ho corso in difesa per cercare di portare a casa il campionato – ha spiegato Rudy a poche ore dalla vittoria –. Per me non è stato un anno particolarmente facile purtroppo, ma sono contentissimo di essere riuscito a vincere proprio in Bergamasca, davanti a tutti i miei tifosi. Ringrazio la squadra e tutti gli sponsor che mi hanno aiutato quest’anno».

 

 

Classe 1990, Rudy già nel 2015 aveva affrontato un momento di stallo in seguito alla frattura dei legamenti del ginocchio. Un periodo duro da cui è uscito grazie alla sua grande determinazione, alla riabilitazione, agli allenamenti e al supporto emotivo della sua fedele manager Micol Muraglia. Quella di domenica 30 settembre è stata una giornata ricca di colpi di scena a San Giovanni Bianco, dove si è svolta l’ultima e decisiva prova degli Assoluti d’Italia-Coppa Fmi/Coppa Italia 2018. Sui terreni orobici i migliori piloti del panorama enduristico mondiale hanno regalato una giornata di spettacolo. Rudy, che in casa Farioli si giocava il titolo tricolore, si è distinto come di consueto per il suo sangue freddo. Lui d’altronde è un pilota professionista. Si allena sei giorni alla settimana, alternando la palestra alla corsa a piedi, la bicicletta alla moto, sia in pista che in mulattiera. Riposa solo nel mese di novembre. Aveva solo quattro anni quando, con grande coraggio e grinta da vendere, era salito a bordo della sua prima monomania minicross. A regalargliela era stato lo zio Emilio, grande appassionato di gare sui circuiti sterrati. «Ho iniziato le mie prime gare a sei anni – racconta Rudy –. Ho gareggiato prima nel campionato italiano e poi a livello internazionale. Ho corso per dieci anni l’italiano minicross senza troppe possibilità economiche e ho comunque ottenuto buoni risultati. Nel 1999 sono arrivato terzo al campionato italiano 85SX. Fino a 14 anni ho praticato il minicross sostenuto da mio zio. Poi nel 2006 mi sono affidato al Team Yamaha Gariboldi, dove sono rimasto fino a fine 2008, correndo il campionato italiano e quello europeo».

 

 

Nel 2009 il pilota stezzanese incontra Juri Danesi e Simone Bombardieri, imprenditore bergamasco a capo dell’azienda Rainoldi, main sponsor di Moroni. È così che nel 2009 continua con un anno di europeo e nel 2010 approda nel Team 3C con Yamaha e corre per l’intera stagione il mondiale MX2 come compagno di squadra di Manuel Monni. A fine 2010 passa all’enduro con il Team Ktm Farioli Supported. Nel 2011 una stagione di apprendistato, nel 2012 i primi risultati, nel 2013 il primo podio nella categoria junior al mondiale e la vittoria del campionato italiano nella E1 due tempi, nel 2014 si laurea vice campione italiano nella E1. Il 2015 è un anno difficile, con il passaggio in Sherco e la frattura dei legamenti del ginocchio. Nel 2016 ritorna in Ktm, con la squadra corse Farioli e vince il titolo italiano E1, oltre a chiudere sesto nel campionato mondiale classe E1. Nel 2017, nella seconda prova dei campionati assoluti d’Italia a Custonaci in Sicilia si piazza primo nella classe E1. Insomma, tanti successi, inframmezzati da qualche infortuno, che fanno di Rudy un grande campione. E chissà quante altre soddisfazioni gli riserverà il futuro: «Ancora non ho deciso cosa farò nel 2019 – conclude Moroni –. Al 90 per cento dovrei restare in Ktm, ma ciò che è certo è che sono pronto a difendere il mio titolo».

Articolo pubblicato sul BergamoPost cartaceo del 5 ottobre 2018

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