Stagione al via da stasera

Baricco apre la prosa al Donizetti Spettacolo su misura per Balasso

Baricco apre la prosa al Donizetti Spettacolo su misura per Balasso
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Spari in aria per festeggiare: stasera, martedì 13 dicembre, parte la stagione di prosa del Donizetti. Ci vorrebbe una pistola, magari una Smith & Wesson, com’è il titolo dello spettacolo scelto dalla direttrice artistica Maria Grazie Panigada per aprire il sipario. Il revolver, però, c’entra solo come suggestione. Il nome si riferisce a una coppia sgangherata: un meteorologo sui generis (Natalino Balasso) e un pescatore di cadaveri (Fausto Russo Alesi). In un mondo popolato da truffatori e falliti, i due vengono avvicinati da una giornalista (Camilla Nigro) alla caccia di una storia memorabile. La Signora Higgins (una bravissima Mariella Fabbris) è infine la voce fuori campo che tira i fili della trama, facendo incontrare i personaggi tra loro e finanziando l’impresa, riassumendo in un lungo monologo quasi sul finale il senso vero dell’opera e incarnando sul palcoscenico l’anima riconoscibile di chi ha concepito la storia.

L’allestimento dello spettacolo è del Teatro Stabile del Veneto e del Teatro Stabile di Torino; la scrittura di Alessandro Baricco, ispiratosi alla folle impresa di Annie Edson Taylor (1838-1921) che nel 1901, sessantatreenne, per un po’ di fama e di soldi, si gettò dalle cascate del Niagara rinchiusa in una botte; la regia di Gabriele Vacis. La scena è ambientata proprio nelle vicinanze della cascate, dove il contrasto tra il sublime della natura e la meschinità delle umane miserie assume toni chiarificatori anche per il meno introspettivo degli spettatori. Contrasto perfettamente reso dalle scene di Roberto Tarasco, essenziali nel loro simbolismo: un grande telo di plastica a simboleggiare la grandezza delle cascate e una gabbia metallica che diventa contenitore della condizione umana.

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Baricco sapeva già a chi affidare la parte di Smith mentre dava forma al testo. Natalino Balasso, appunto, scrittore e attore versatilissimo che spazia dalla televisione alla radio, dal cinema al teatro. Per approdare al web, dove ha grandissimo successo su Facebook e Youtube. «I personaggi non possono assomigliare del tutto all’attore, anche se sono stati pensati per un certo attore – precisa Balasso -. Diciamo che quello che manca che lo metto io, per somigliare a lui. Certo, a livello di carattere, visto che Smith è uno che ogni tanto sbotta, siamo sulla stessa lunghezza d’onda».

La passione per la meteorologia dell’assurdo è la chiave di volta del personaggio. «Usando un metodo che si basa sulla statistiche – va avanti Balasso –, e quindi per niente scientifico, raccoglie tabelle per cui, se va a cercare cosa è successo il 14 febbraio degli ultimi cinque anni e vede che ha piovuto sempre, prevede che pioverà anche il prossimo 14 febbraio. Però, per creare queste tabelle, chiede alle persone i giorni che si ricordano nella loro vita, e il clima che c’era in quei giorni, quindi in realtà non fa altro che raccogliere le storie di tutte le persone che incontra».

Lo spettacolo resta in scena fino a domenica 18 dicembre (feriali e sabato 20.30, domenica 15.30). Costo dei biglietti da 12 a 28 euro, ridotti da 10 a 22 euro.

Oltre 350mila mipiace su Fb per Balasso. Va fortissimo in Rete, Balasso. La strada del digitale l’ha imboccata con successo da alcuni anni. Ha aperto un canale YouTube (con oltre 120mila iscritti), rigorosamente senza pubblicità, e anima il proprio profilo di Facebook (350mila mipiace) con una cosa che neanche lui chiama satira, ma che forse, in fondo, lo è. Perché implica «l’irrisione dei vizi della gente – spiega Balasso - facendo finta di non parlare dei vizi della gente. Quel che faccio su Youtube non si può fare in televisione, non si può usare il linguaggio che uso e nemmeno questo tipo di scorrettezza».

 

 

Scorretta per davvero, secondo lui, è invece la brutta piega che sta prendendo il giornalismo: «L’improvvisazione che c’è su Internet trae in inganno molte persone, tant’è che ci sono testate finte che lanciano notizie con un fondo di verità e una superficie di menzogna comica. Il sistema di condivisione immediata sta creando una marmellata informativa per cui dieci persone finiscono per capire dieci cose diverse, perché davvero hanno letto dieci cose diverse. Quindi, io penso che i giornali dovrebbero tornare a investire pesantemente sulle versioni cartacee e sulle versioni online a pagamento. Se si misureranno solo sui social, spariranno in una montagna di spazzatura, tra le finte testate di cui parlavo e gli opinionisti random. C'è bisogno di approfondimenti seri, scritti da gente che lo sa fare. Poi ci sono dei bravissimi giovani che, senza soldi, fanno un bel lavoro d’inchiesta. Ma sono casi rari. È più frequente la fuffa. Bisogna investire sulla credibilità».

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