Format di successo

Il Collegio ai tempi dei paninari Primi ciak del reality al Celana

Il Collegio ai tempi dei paninari Primi ciak del reality al Celana
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Agli autori era anche balenata l’idea di ambientare la quarta edizione del reality “Il Collegio” - adattamento italiano del format inglese “That’ll teach ‘Em” - durante il fascismo. Poi si è preferito optare per una collocazione temporale più comoda e particolarmente in auge anche per serie tv di successo come Stranger things: gli anni ’80 dei primi Moncler, delle Timberland, delle spalline troppo imbottite e delle cuffiette degli walkman. E le riprese sono partite proprio in questi giorni sempre, naturalmente, nel collegio Celana, istituto cattolico voluto da San Carlo Borromeo nel ‘500, a Caprino.

La novità del computer. Il periodo non è famoso solo per le caratteristiche pop già citate, né per la gare di dischi venduti tra Duran Duran e Spandau Ballet, ma anche per l’ingresso dei primi computer economici (e molto personal) nelle case. Tant’è che nell’organico del reality è stato inserito un insegnante per le lezioni d’informatica. Gli adolescenti coinvolti vengono tenuti lontani dalle famiglie per tutta la durata delle riprese e sono sottoposti alle rigide regole dell’educazione di una volta.

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Tante candidature. Sono più di ventimila i giovani che hanno partecipato alle audizioni, e del resto l’edizione precedente del programma ha registrato 1.6 milioni di telespettatori e il 6,7% di share medio. Il format piace molto soprattutto a chi quell’età la sta vivendo, ma anche ai nostalgici dei tempi che fu. Gli spazi e gli arredi sono gli stessi utilizzati dagli studenti veri fino al 2014. Poi il collegio è stato chiuso.

Convitto deserto. L’ex Convitto, per la maggior parte dei mesi dell’anno è deserto, solo una piccola area è occupata dalla cooperativa sociale «Si può fare» e dalla scuola di Panificatori di Torre Boldone. Il mese scorso Tami, durante un incontro pubblico con la cittadinanza, ha spiegato le rovinose condizioni finanziare della struttura, chiusa definitivamente dal 2014: con più di 2 milioni di debiti e una grossa perdita d’esercizio annua pari a circa 160mila euro, si sta cercando un acquirente disposto ad investire 20 milioni di euro per creare una Rsa o un istituto scolastico. Dal canto suo, «Magnolia», versa annualmente al Collegio un importo di 15 mila euro, una goccia nel mare di debiti in cui versa quello che un tempo era il fiore all’occhiello della Valle Sa Martino.

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