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Il Collegio arriva alla contestazione Celana è su Rai2: viaggio nel 1968

Il Collegio arriva alla contestazione Celana è su Rai2: viaggio nel 1968
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Ideologia contro tecnologia, un confronto tra generazioni. Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica delle prime due edizioni, Il Collegio, in onda a partire dal 12 febbraio su Raidue, quest’anno catapulta un gruppo di ragazzi tra i 14 e i 17 anni nel 1968. Ancora una volta gli studenti saranno accolti nel Collegio Convitto di Celana, a Caprino Bergamasco. Tra loro anche Jennifer Poni, di 17 anni, da Ranica.

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L’anno della contestazione. Il ’68 è un anno speciale, particolarmente significativo e ricco di cambiamenti: nelle piazze il mondo dei giovani è in subbuglio per rivoluzionare la scuola e la società. Riusciranno queste idee a varcare le mura del severo istituto, dove vigono le ferree regole comportamentali e disciplinari degli anni ’60? Come raccoglieranno e reinterpreteranno lo spirito del ‘68 che ha cambiato il mondo gli adolescenti del 2018, cresciuti con più tecnologia che ideologia? Lo si scoprirà ogni martedì alle 21.20 su Raidue nel corso delle cinque puntate.  A fare da voce narrante del programma ancora una volta il conduttore Giancarlo Magalli, che racconterà la vita di 18 studenti – 9 ragazze e 9 ragazzi – lontani da casa e, soprattutto, da smartphone e computer. Un’esperienza educativa di formazione e di relazioni molto diversa e lontana dalla loro realtà quotidiana.

Balzo in avanti. Dopo le edizioni ambientate nel 1960 e nel 1961, quest’anno la nuova classe si trova alle prese con la scuola media unica nata dalla riforma del 1962. Alcune materie sono scomparse ed altre nuove sono state introdotte: non c’è più il Latino, ma c’è l’Educazione Civica. Il Canto Corale è diventato Educazione Musicale ed è comparsa, per la prima volta, l’Educazione Artistica. Ma soprattutto c’è la voglia di rivoluzione che nel ‘68 ha agitato i giovani di tutta Italia e non solo. Nel tentativo di arginare l’onda del cambiamento, il collegio diventa ancora più severo e sottopone i nuovi allievi ad un test di ingresso: per ottenere la divisa, i candidati devono ottenere la sufficienza in un breve esame di Educazione Civica.

Un istituto al riparo dalla rivolta. Nel suo discorso iniziale, l’inflessibile preside Paolo Bosisio annuncia che i venti di rivolta rimarranno fuori dal suo istituto. Tuttavia, nelle lezioni di Italiano, Storia, Geografia e soprattutto Educazione Artistica, si comincia a parlare dei temi delle grandi rivoluzioni – da quella Russa a quella non violenta di Gandhi, al Surrealismo – e negli studenti inizia a germogliare il desiderio di cambiamento. Ad accompagnarli e guidarli in questa esperienza, oltre al preside, 7 professori e due sorveglianti, selezionati con particolare cura per rispecchiare e far rispettare le ferree regole comportamentali e disciplinari di quell’epoca. La disciplina, infatti, rappresenta il punto focale del programma e un importante scarto tra il sistema educativo e scolastico attuale e quello degli anni ’60. Una vera e propria sfida per i ragazzi, abituati a studiare e relazionarsi dietro ad uno schermo, che dovranno, ad esempio, dire addio a tutti gli apparati elettronici, tagliare i capelli secondo lo stile di allora, mantenere la divisa e i dormitori in ordine, rispettare orari inflessibili.

Professori e studenti. Corpo docente: Paolo Bosisio (Preside), Andrea Maggi (Italiano ed Educazione Civica), Maria Rosa Petolicchio (Matematica e Scienze), Luca Raina (Storia e Geografia), Dario Cipani (Educazione fisica), David Wayne Callahan (Inglese), Diana Cavagnaro (Educazione musicale), Alessandro Carnevale (Arte), Lucia Gravante (Sorvegliante), Piero Maggiò (Sorvegliante). Studentesse: Alice Carbotti, Beatrice Cossu, Cora Fazzini, Marilù Fazzini, Ginevra Pirola, Giulia Mannucci, Jennifer Poni, Nicole Rossi, Noemi Ortona. Studenti: Elia Libero Gumiero, Esteban Frigerio, Evan Nestola, Francesco Michael Gambuzza, Gabriele De Chiara, Matias Caviglia, Riccardo Tosi, William Carrozzo, Youssef Komeiha.

La scheda di Jennifer. Vive con i nonni da quando aveva due anni: la madre ha avuto gravi problemi di salute, e la vede meno di quanto vorrebbe. Il padre è andato via da casa, ma non le manca. Crescendo si è resa conto che la sua storia personale l’ha portata ad essere più matura e riflessiva delle sue coetanee. È molto grata ai nonni anche se ci litiga spesso. Se ne frega di quello che pensa la gente ed è abbastanza sicura di sé. Usa i social, ma preferisce affidare i suoi pensieri ad un diario.

 

 

Il set. Il set del programma è anche quest’anno il Collegio Convitto di Celana di Caprino Bergamasco. La struttura, nata nel 1579 per volontà di San Carlo Borromeo, funzionava come collegio maschile e femminile e come istituto scolastico per i semi-convittori e per gli studenti esterni. Erano presenti circa mille studenti di cui 700 vivevano all’interno. Poco più di due anni fa, il 31 agosto 2014 per la precisione, il collegio è stato chiuso nel mesto silenzio di politici, amministratori e autorità ecclesiastiche, loro che per secoli hanno retto le sorti della scuola, frequentata per un anno anche dall’allora Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Già nel 2013 il Cda dell’istituto, per tre quinti di nomina curiale e con due membri in rappresentanza del territorio della Val San Martino, aveva deciso di chiudere le aule: troppo alti i costi, esorbitanti i debiti. Peccato, perché il Celana è stata veramente un’eccellenza, un luogo immerso nei verdi colli di Caprino. La struttura conta su laboratori, refettori, impianti sportivi, un teatro, persino un museo zoologico, le stalle, un antico orto: un modello di campus. E opere d’arte, con un Lorenzo Lotto nella chiesetta. C’era anche un mappamondo del valore di oltre centomila euro, messo all’asta.

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