Composto da 8 mila pezzi

L'incredibile unicità di ogni statua dell'esercito di terracotta cinese

L'incredibile unicità di ogni statua dell'esercito di terracotta cinese
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L’esercito dei soldati di terracotta fa parte della tomba monumentale che l’imperatore cinese Qin Shi Huang, quello della Grande Muraglia, ha fatto costruire durante il suo regno. Le statue modellate per fare parte della fanteria fantasma del monarca sono 8 mila, se si contano anche quelle di danzatori e cortigiani: alte tra 1,75 e 1,95 m sono dei pezzi unici, sia nei lineamenti del volto che nella corporatura. Tuttavia, gli esperti hanno notato che le statue sono diverse le une dalle altre anche per quanto riguarda la forma delle orecchie e le impronte digitali. Avete capito: anche le impronte digitali. Le statue dovevano rappresentare dei soldati veri, schierati a difesa del defunto imperatore, il quale avrebbe così potuto continuare a regnare nell’al di là. Non potevano esserci dei “doppioni”.

L’esercito di terracotta è stato scoperto il 23 marzo 1974, quando alcuni contadini si sono recati in un terreno vicino a Xi’an, nella provincia dello Shaanxi, per scavare dei pozzi. Al posto dell’acqua hanno trovato frammenti di terracotta, un evento tutt’altro che infrequente nella zona. Nonostante le proteste degli archeologi, i contadini e gli abitanti dei villaggi circostanti avevano sempre tenuto per sé i cocci dissotterrati, riutilizzandoli e rimodellandoli per farne strumenti da lavoro e suppellettile domestica. Uno solo tra i contadini, Yang Zhifa, si accorse che nel materiale fortunosamente dissotterrato c’era qualcosa di diverso, qualcosa di umano. Così, il 29 marzo decise di avvisare le autorità, che subito inviarono ricercatori a fare dei rilevamenti. Yang venne ricompensato con l’equivalente dello stipendio di un anno. Successivamente, in occasione della costruzione del Museo connesso al sito degli scavi, Yang venne richiamato dal governo per firmare autografi a pagamento, attività che il buon’uomo svolse allegramente fino all’età del pensionamento. Di lui si è persa ogni traccia, anche se oggi ci sono molti “Yang Zhifa” che si propongono di firmare autografi.

 

Grande Muraglia cinese

 

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Le statue vennero realizzate nella seconda metà del III secolo a.C. (tra il 260-210 a.C.) e fonti storiche contemporanee dicono che le persone impiegate per la costruzione della tomba furono ben 700 mila. Il sepolcro venne costruito su tre livelli e rivestito di pareti di bronzo. Quello più profondo non è ancora stato aperto, anche perché è circondato da fiumi di cinabro (solfato di mercurio) estremamente velenosi. I fiumi vennero scavati appositamente per circondare la camera funebre con il liquido associato all’immortalità.

L’esercito delle statue in terracotta è stato dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1987 dall’UNESCO, ma nonostante la tutela che tale nomina dovrebbe comportare le statue sono messe in serio pericolo dall’altissimo tasso di inquinamento. Il problema è che il sistema di controllo ambientale usato nel mausoleo che ospita l'esercito di terracotta dal 1979, uguale a quello usato in molti musei archeologici cinesi, non funziona bene; al contrario, può rovinare gli oggetti perché pensato più per il benessere dei visitatori che per la tutela degli oggetti che conservano. Un professore dell’Università Jiaotong di Xi’An, Gu Zhaolin, ha però pubblicato uno studio, nel quale fornisce una soluzione al problema. Propone di realizzare una sorta di tenda d’aria per impedire lo scambio di aria calda e fredda: «Questa sorta di tenda è come una barriera, come se fosse un muro di vetro. Se venisse messa anche a protezione delle statue dei guerrieri di XìAn potrebbe impedire fino al 90% degli agenti inquinanti di attaccare i reperti archeologici, preservandoli». La teoria, quindi, c’è; speriamo diventi una realtà praticabile, a tutto beneficio degli ottomila paia di orecchi.

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