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Il film da vedere nel weekend Crucifixion – Il Male è stato invocato

Il film da vedere nel weekend Crucifixion – Il Male è stato invocato
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Regia: Xavier Gens.
Con: Sophie Cookson, Brittany Ashworth, Corneliu Ulici, Matthew Zajac, Florian Voicu.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

La possessione e l’esorcismo sono da sempre un tema centrale per il cinema horror. Anche prima del capolavoro di Friedkin (L’esorcista, appunto), la settima arte ha sempre guardato con grande interesse all’idea del controllo delle menti e dei corpi. Basti pensare ad un classico come Il gabinetto del dottor Caligari, che si fonda proprio su questo presupposto. È però con L’esorcista che questo tipo di film si codifica formalmente in un filone definito che, negli ultimi decenni, ha conosciuto una notevole fortuna. Il punto più interessante di questo genere di opere ha sempre a che vedere con le modalità con cui l’esorcismo è visualizzato: allo spettatore piace vedere la contorsione del corpo, il manifestarsi della presenza demoniaca in modo tangibile attraverso modifiche fisiche e caratteriali nella vittima. Se è vero che spesso questa specifica tipologia di horror non ha accontentato né i critici né i fan ricorrendo a modelli espressivi stanchi e fuori tempo, fa ancora piacere notare come esistano delle eccezioni.

 

 

Crucifixion – Il Male è stato invocato è senza dubbio una di queste. A dirigerlo ci pensa Xavier Gens, che si era fatto notare dagli appassionatissimi dell’horror nell’ormai lontano 2007 con il suo esordio Frontiers, un titolo certamente non perfetto ma sicuramente ambizioso. Dopo anni di produzioni non sempre fortunate, lo vediamo oggi tornare dietro la macchina da presa con un film ugualmente interessante e capace di rielaborare temi topici in modo parzialmente originale. La vicenda prende avvio dagli infausti avvenimenti che (nel 2004) portano alla morte una ragazza rumena durante un esorcismo: crocefissa dal sacerdote incaricato del rito, la ragazza era morta poco dopo. La giornalista Nicole, affascinata dalla vicenda, decide di seguirne gli sviluppi e vola in Romania, raggiungendo il villaggio dove abitava la fanciulla. Il demone, però, è ancora in agguato. Niente di nuovo sotto il sole, sembrerebbe. Crucifixion si rivela un film solido e capace di omaggiare tutti gli elementi qualificanti di una tradizione cinematografica ormai pienamente consolidata e riconosciuta nella sua autonomia espressiva all’interno del genere di riferimento. Il mistero, la ricerca della verità da parte di un personaggio che diventerà la facile preda di un demone, sono tutte cose parzialmente già viste e conosciute. È vero, almeno in parte, che il film rischia di risultare prevedibile a chi conosca i codici su cui si basa, ma ciò non toglie che un prodotto di questo tipo possa (ancora) rivelarsi capace di avvincere il pubblico.

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Ciò vale soprattutto in questo caso, considerata anche la capacità di Gens nel dare personalità a sceneggiatura e fotografia, entrambe fortemente caratterizzate. Risulta efficace, poi, oltre alla scelta del cast anche il binomio Occidente/Oriente, America/Europa, su cui tutta la forza narrativa della pellicola è, in ultima analisi, basata. La figura della protagonista non si riduce mai a quella passività che anche Friedkin aveva, suo malgrado, veicolato (Regan era soprattutto un corpo da possedere), ma riesce a ritagliarsi uno spazio d’azione personale e di grande valore drammatico. Un film horror che, pur essendo pienamente inserito in una logica commerciale/di genere, riesce nel non facile intento di lasciarsi ricordare come dotato di una sua identità forte. Un buon colpo per il suo autore, che speriamo di rivedere nei prossimi anni mantenere alto il livello di tensione delle sue opere.

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