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Il film da vedere nel weekend Escobar – Il fascino del male

Il film da vedere nel weekend Escobar – Il fascino del male
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Regia: Fernando León de Aranoa.
Con: Javier Bardem, Penélope Cruz, Peter Sarsgaard, Julieth Restrepo, David Valencia, David Ojalvo, Joavany Alvarez.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Fa sempre un certo effetto ammetterlo, perché siamo abituati a rappresentarci come creature razionali che desiderano il meglio, guidate da un ideale di progresso ma, è bene far pace con noi stessi, il male è dannatamente affascinante. Il cinema lo sa molto bene e ha sempre costruito personaggi oscuri e malvagi che hanno attirato il favore e l’amore del pubblico (da Joker a Darth Vader, gli esempi che si potrebbero fare sono innumerevoli). Ci sono poi i personaggi reali la cui vita è una passeggiata nei meandri dell’illecito, del morboso e del criminale e anche su di essi la settima arte ha in qualche modo costruito la sua fortuna: si pensi ai film biografici su eventi luttuosi o personalità complesse (Hitler non finisce di affascinarci, seppure in modo perverso). Più un personaggio è oscuro e iconico più è cinematografico, insomma.

 

 

Che il signore della droga sudamericano Pablo Escobar rientri a pieno in questa categoria è cosa nota e comprensibile (lo sanno bene anche gli appassionati di serie TV, ovviamente). La sua vita è praticamente un romanzo e le vicende collegate al suo delinquere sono appassionanti e oscure. Così non sorprende che sia diventato oggetto di un vero e proprio sfruttamento filmico, che in questi giorni approda in sala con il nuovo Escobar – Il fascino del male. Per quanto il titolo italiano sia decisamente indovinato, la dizione originale Loving Pedro pone fortemente l’accento sul peculiare punto di vista scelto dal regista.

La vicenda di Escobar ci viene infatti raccontata dal punto di vista di Virginia Vallejo, amante del noto criminale, che decide di fuggire negli Stati Uniti (anche) per raccontare al mondo la sua storia e la relazione con Pablo. Un rapporto prevedibilmente complesso e difficile, nel quale la donna non potrà che rimanere impantanata.

Per un film così strettamente legato ai personaggi era senza dubbio necessario trovare degli attori di talento, individuati dalla produzione in Penelope Cruz e Javier Bardem. A dirigerli un maestro del cinema contemporaneo, Fernando León de Aranoa (si ricordi almeno delicato anche se non più recente Princesas), che imposta il racconto fondendo in maniera intelligente diversi registri e percezioni. In Escobar si intrecciano in particolare la nostra memoria del personaggio (il suo apparire nei notiziari, le sue immagini più note) e la narrazione che ne è stata fatta dai media negli ultimi anni (il riferimento è ovviamente alla serie Netflix Narcos).

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Ad occupare il centro della scena, come anticipato, non è però lo spettacolo della vita o della carriera di Escobar (che pure ci viene in qualche modo presentata), ma il suo rapporto con il personaggio femminile forte di Virginia. Un confronto non solo fra un uomo e una donna, ma soprattutto fra due mondi, due modi di intendere la vita. Ne emerge la costitutiva complessità non solo delle relazioni umane (amorose in particolare), ma anche la problematica struttura del “personaggio” di Escobar, colto qui in una rottura fra il criminale e l’uomo, il mito e il soggetto.

Un quadro complesso quello allestito dal regista, che si avvantaggia di interpretazioni magistrali di tutti gli attori principali e che finisce per gettare una luce forse non nuova ma sicuramente più complessa sulle ombre di un uomo camaleontico e imprendibile come Pablo Escobar. Un film intricato e labirintico, che gioca coscientemente con il fascino che lo spettatore prova per figure oscure e capaci di esercitare un fascino morboso.

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