Con il trailer

Il film da vedere nel weekend Glass, confine tra follia e supereroi

Il film da vedere nel weekend Glass, confine tra follia e supereroi
Pubblicato:

Regia: M. Night Shyamalan.
Con: Anya Taylor-Joy, James McAvoy, Bruce Willis, Samuel L. Jackson, Sarah Paulson.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Gli anni Novanta vengono spesso considerati (non completamente a torto, bisogna ammetterlo) una decade non particolarmente felice per quanto riguarda la cinematografia. I botteghini sono stati occupati da film altamente commerciali, che si accontentavano di ripetere dinamiche di genere e forme narrative già ampiamente consolidate: la reiterazione del già visto finiva, insomma, con il sostituire qualsiasi forma di innovazione. Nonostante questo, si deve riconoscere che dei titoli particolarmente iconici non mancano e, fra di essi, un posto di primo piano è senza dubbio occupato da Il sesto senso, film che ha rappresentato per intere generazioni una porta d’ingresso verso il thriller/horror oppure l’esempio per eccellenza di un tipo di narrazione che si reggeva su un colpo di teatro finale.

 

 

A dirigere quella piccola perla è stato M. Night Shyamalan, regista che negli anni è divenuto celebre proprio per la sua capacità di sorprendere lo spettatore con colpi di scena in grado di riscrivere da zero le coordinate del film. Oltre a quello già citato, può forse essere utile ricordare il più recente The Visit, dove la tecnica del found footage viene usata in senso fortemente disturbante: un'apparentemente innocente visita dai nonni da parte di due nipoti che non li avevano mai visti si tramuta ben presto in un'architettura della tensione vista raramente negli ultimi anni. Nel suo ultimo film (Split), Shyamalan ha proseguito l’approfondimento di questa poetica, indagando con grande intelligenza il tema della moltiplicazione delle personalità di un soggetto profondamente disturbato. Se in quel film l’idea della sovrapposizione degli "io" assume tratti ampiamente inquietanti, nella sua nuova fatica che arriva in questi giorni al cinema (Glass), il medesimo problema viene interrogato attraverso un rovesciamento del punto di vista: e se i “matti” che sostengono di avere dei superpoteri non stessero in realtà fingendo? Si tratta di un interrogativo cruciale, che nel rimettere in questione la frontiera fra sanità e follia traghetta il film verso una personale rielaborazione del genere supereroico, il quale finisce con l’assumere una coloritura oscura e inquietante.

2
Foto 1 di 4
3
Foto 2 di 4
4
Foto 3 di 4
5
Foto 4 di 4

La vicenda si sviluppa all’interno di un ospedale psichiatrico, dove il nostro protagonista (già conosciuto in Split), con le sue innumerevoli personalità, finisce rinchiuso dopo aver catturato una serie di ragazze. Qui si troverà insieme ad altri individui che come lui rivendicano il possesso di superpoteri (in particolare lo vedremo relazionarsi al leggendario “uomo di vetro” a cui il film deve il titolo), mentre il personale della struttura si prefigge lo scopo di dimostrare che queste supposte facoltà derivano invece dalla instabilità mentale. Glass si dimostra non solo un valido sequel del precedente Split (di cui si presenta come una specie di controcanto), ma riesce anche a confermare la ritrovata capacità di Shyamalan per la sorpresa e lo shock (cosa non scontata, visto che la sua filmografia è stata a dir poco altalenante). Ripercorrendo in modo personale ma rispettoso la storia dei supereroi e facendone una materia da plasmare, il regista ci regala un film fortemente concreto, dove il tema viene declinato senza gli eccessi cui il genere ci ha abituati negli ultimi anni. Certo, la lunghezza è forse eccessiva e il film finisce col dilungarsi troppo nel/nei finale/i, ma tutto sommato siamo di fronte a un’opera interessante e dotata di un’estetica forte, che riesce a colpire lo spettatore in modo deciso. Speriamo che Shyamalan prosegua su questa linea, che ci sembra particolarmente ispirata, senza concedersi ulteriori scivoloni alla After Earth.

Seguici sui nostri canali