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Il film da vedere nel weekend Sully, un eroe contemporaneo

Il film da vedere nel weekend Sully, un eroe contemporaneo
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Regia: Clint Eastwood.
Cast: Con Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Anna Gunn, Autumn Reeser, Sam Huntington, Jerry Ferrara, Holt McCallany, Lynn Marocola, Chris Bauer, Max Adler, Valerie Mahaffey, Denise Scilabra, Inder Kumar, Tracee Chimo
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

 

Fra i pochissimi vip di Hollywood ad aver sostenuto la candidatura e la campagna elettorale del neoeletto presidente Donald Trump, Clint Eastwood è senza dubbio uno degli autori più interessanti dell’attuale cinema americano. Lo è nei panni di un “grande vecchio” che però, anziché limitarsi a dare consigli, riesce anche a interrogarsi (e interrogarci) efficacemente su diverse questioni fondamentali della nostra contemporaneità. In effetti negli ultimi anni i suoi interessi si sono rivolti alla più stringente attualità, con film importanti quali Gran Torino (2009) e soprattutto il discusso American Sniper (2015). Iconico attore prima, riconoscibilissimo regista poi, Eastwood è un autore di grande intelligenza che, al di là delle proprie personali convinzioni, riesce a raccontare in maniera sempre intelligente e problematica le storie che sceglie.

 

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Lo dimostra il suo nuovo Sully, appena sbarcato in sala e ancora una volta legato a un episodio molto noto della cronaca americana. Un episodio che si potrebbe giudicare minore, ma che Eastwood riesce a trattare in una maniera particolarmente felice. È il 15 gennaio 2009 quando un aereo di linea pilotato da Chelsey Sullenberger (detto Sully) subisce un danno irreparabile a uno dei due motori. Sully si trova di colpo ad avere sulle proprie spalle la responsabilità di circa centocinquanta vite umane e decide di tentare un ammaraggio di emergenza sul fiume Hudson. Il tentativo, apparentemente disperato, riesce e i passeggeri vengono tutti salvati. Accolto come un eroe, Sully viene però messo sotto processo per la sua decisione e rischia di perde tutto.

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Sully è un uomo qualunque, è molto esperto ma ha da tempo abbandonato il suo impiego come pilota di mezzi militari. Quando decide di ammarare sulle acque dell’Hudson lo fa d’istinto, senza pensare alle conseguenze amministrative. Eppure, proprio per questa forse avventata decisione, la sua vita subisce una spaccatura irreparabile, dividendosi quasi in due metà inconciliabili. Due Sully allora: quello eroico, acclamato dal popolo per aver evitato un disastro umanitario, e quello colpevole, chiamato alla sbarra per giustificare il suo tentativo di salvataggio non autorizzato. È in questo iato che si nasconde la grandezza del personaggio messo in scena da Eastwood, un uomo convocato a non avere mai pienamente il controllo delle sue azioni.

 

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Sully è un uomo rotto, separato da se stesso e conseguentemente alla ricerca di una (nuova) collocazione nello spazio e nella vita. Come altri personaggi portati sullo schermo dal regista, Sully è in cerca di un modo per ricomporre il suo equilibrio spezzato, per ritornare a quella vita ordinaria messa in discussione tanto dal suo atto eroico quanto dal processo che ne è scaturito. A interpretarlo sullo schermo è chiamato forse non a caso Tom Hanks, personaggio perfetto per incarnare l’intenzione epicizzante che Eastwood pare voler attribuire al suo film.

Sì, perché ad avere il primato in questo riuscitissimo lungometraggio è il senso di responsabilità che si percepisce nel ritratto del protagonista e nel coraggio con cui persegue fino in fondo le proprie scelte. Scelte difficili, ovviamente, che ne mettono in discussione la posizione e le certezze. Ma Eastwood questa volta è perentorio e dopo il ritratto in chiaroscuro del cecchino di American Sniper, qui ci fornisce una fotografia quasi senza ombre. Sully finisce così per risultare un eroe contemporaneo perché, a differenza del cecchino che guardava il mondo da una posizione di superiorità, qui il pilota abbraccia il mondo fino in fondo, anche quando questo si fa pericoloso.

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