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Il film da vedere nel weekend Quando un padre, un bell'esordio

Il film da vedere nel weekend Quando un padre, un bell'esordio
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Regia: di Mark Williams.
Con: Gerard Butler, Willem Dafoe, Gretchen Mol, Alison Brie, Alfred Molina, Dustin Milligan, Kathleen Munroe, Anupam Kher, Stephen Bogaert, Russell Yuen, Sierra Wooldridge, Julia Butters, Dwain Murphy, Max Jenkins.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

I fan della saga Harry Potter ricorderanno senza dubbio con piacere il personaggio di Arthur Weasley, padre di Ron (uno dei migliori amici di Harry a Hogwarts), interpretato da Mark Williams. La sua è stata una carriera attoriale discreta, che ha subito un’impennata nelle quotazioni proprio dopo l’ottima prova fornita nel contesto della serie di film tratti dai romanzi di J. K. Rowling. Prima di allora lo ricordiamo soprattutto per aver militato nel cast del dimenticabile Shakespeare in love (1998). Più fortunata, almeno così sembrerebbe, la sua carriera di attore televisivo: oltre alla sua partecipazione nella serie Ragione e sentimento (2008), adattamento dell’omonimo romanzo di Jane Austen, si ricorda almeno il recente Padre Brown (2013-attualmente). In questi giorni arriva al cinema con il suo primo film da regista, Quando un padre, che tenta di rinnovare il (macro)genere del melodramma sentimentale.

 

 

Bisogna ammettere che quando un attore (che sia televisivo o cinematografico poco importa) decide di mettersi dietro la macchina da presa, solitamente non c’è di che rallegrarsi. Questo perché, a conti fatti, fare un film e interpretarlo sono due operazioni molto diverse, che mobilitano competenze e capacità molto distanti. Non solo: anche il concetto di cosa significa essere un autore muta radicalmente da un contesto all’altro. Insomma, i casi di riuscita, pur non mancando del tutto, sono pochi. Quello di Williams, per la verità, si rivela essere un caso abbastanza fortunato perché il suo Quando un padre, pur non ambendo a presentarsi come un film d’autore e adottando scelte registiche sicuramente poco audaci, lascia allo spettatore una buonissima impressione.

Protagonista di questo melò contemporaneo è Dane Jensen, uno spietato selezionatore del personale che lavora alacremente nel regno tentacolare delle risorse umane per fare in modo che la sua famiglia possa godersi un ottimo tenore di vita. Questa scelta ha, ovviamente, delle ripercussioni gravose: l’impegno costante dietro la scrivania tiene Dane lontano da casa e dai suoi affetti, che finiscono col risentirne. Il tutto si complica quando uno dei suoi tre figli si ammala gravemente, costringendo Dane a compiere scelte difficili e impreviste.

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Il personaggio di Dane sembra l’aggiornamento e per certi versi la parodia di numerosi quali del sogno americano cui il cinema contemporaneo ci ha abituato. Pur senza scendere negli eccessi del protagonista di American Psycho, il personaggio interpretato da Gerard Butler è estremamente convincente e, soprattutto nella prima parte del film, quasi oscuro. Narcisista ed egocentrico non è per nulla il ritratto dell’americano medio, ma di un superuomo tronfio che il destino farà, suo malgrado, cadere. Non c’è moralismo nel film, ma la malattia del figlio diventa la contropartita necessaria attraverso cui il processo di rinnovamento e palingenesi del protagonista deve passare.

Oltre all’ottima prova fornita dal gruppo compatto dei protagonisti (attorno a cui orbita una schiera di personaggi più piatti e infinitamente meno definiti), Quando un padre si fa ricordare soprattutto per l’equilibrio formale e la buona fotografia. Non si tratta certo di un film che fa delle prodezze visive il proprio marchio di fabbrica ma, d’altronde, nessuno si aspettava qualcosa di diverso. Una solida narrazione è quanto basta per emozionare un pubblico che ormai pare disabituato alla semplicità (spesso straordinaria) del quotidiano.

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