Better than pizza?

Il geniale spot di KFC sulla "Chizza" dove si anticipano gli insulti italiani

Il geniale spot di KFC sulla "Chizza" dove si anticipano gli insulti italiani
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McDonald's ce l'ha fatta, Burger King anche, ora ci proverà Starbucks, ma sono poche le grandi catene del food & beverage made in USA che, in Italia, sono riuscite a sfondare. Tra quelle che all'estero volano e nel nostro Paese, invece, stentano un po' a farsi spazio c'è, ad esempio, KFC - Kentucky Fried Chicken, la catena di fast food specializzata in pollo fritto. Apprezzatissima in America, conosciuta e frequentata in molto altri Paesi del mondo, in Italia arranca un po'. I punti vendita sono pochi, dieci per la precisione, di cui sette nel Nord Italia e tre tra Abruzzo e Lazio. Nessuno di questi punti vendita, però, vanta numeri da capogiro, forse perché l'italiano medio preferisce ancora il caro vecchio pollo arrosto del mercato.

 

 

C'è da dire, però, che i vertici di KFC non se ne crucciano particolarmente. E anzi, sono consapevoli che il loro prodotto non è proprio il migliore per sfondare in Italia, dove la buona cucina è quasi una religione. Per questo non hanno battuto ciglio quando, un paio di anni fa, le reazioni provenienti dal nostro Paese al loro ultimo prodotto sono state quantomeno perplesse (e usiamo un eufemismo). Il piatto incriminato è la Chizza: una base di pollo fritto condita con salsa di pomodoro, formaggio fuso, salame piccante, peperoni verdi, ananas e patatine fritte. Una delle bombe caloriche più eccentriche che la mente umana possa concepire, come la definì GQ. Allora questa nuova leccornia (?!) fu lanciata soltanto nei punti vendita delle Filippine, dove ha riscosso un ottimo successo. Per questo, oggi, KFC ha deciso di portare Chizza anche sui suoi principali mercati di riferimento, in particolare quelli americano e inglese.

 

 

Fin qui, escludendo il brivido di terrore lungo la schiena che può aver attraversato ognuno di voi leggendo la ricetta, nulla di particolare. La vera genialata della catena di fast food, più che nell'invenzione in sé (su cui ci permetteremmo di dissentire leggermente), sta nella pubblicità che ha pensato per promuoverla. Uno spot di circa un minuto in cui diversi attori che interpretano persone del Sud Italia insultano, in italiano, in tutti i modi possibili la trovata, mentre i sottotitoli in inglese spacciano le loro parole per elogi e apprezzamenti. E così, un finanche cortese «Ué, non offendere il mio Paese!», diventa un estasiato «Sostituire l’impasto con del pollo croccante? Geniale!». Un giochetto che si basa anche sul nostro acceso gesticolare e la nostra schietta mimica facciale, elementi che rendono chiaro allo spettatore il vero significato delle parole pronunciate. Un modo oggettivamente brillante, da parte di KFC, di anticipare le critiche che sa benissimo sarebbero arrivate da noi italiani, che toccateci tutto ma non la pizza.

 

 

Già Pizza Hut, ricorda Il Post, aveva fatto una pubblicità ambientata nel Sud Italia per promuovere le sue pizze, prendendo in giro un po’ gli anziani tradizionalisti che non apprezzavano le novità e anche un po’ se stessa. Ma qui siamo oltre. Siamo all'anticipo dei "troll" della rete, siamo alla difesa preventiva fatta di autoironia e simpatia. Ma siamo anche davanti a una brillantissima operazione di social media marketing, visto che adesso è probabile che molti italiani all'estero, anche solo per il gusto di vedere com'è 'sta Chizza, saranno tentati di provarla. Noi lasciamo volentieri il verdetto culinario a loro e ci limitiamo ad applaudire lo spot. Quando è giusto, è giusto.

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