Fino al 24 settembre

L'arte contemporanea a Valmarina Una mostra racchiusa tra i colli

L'arte contemporanea a Valmarina Una mostra racchiusa tra i colli
Pubblicato:
Aggiornato:
Monastero di Valmarina, Via Valmarina 25 - Ramera, Bergamo
02 giugno - 24 settembre
Da lunedì a giovedì: 9.30-12.30; sabato e festivi: 9.30-12.30 / 14.30-19
Ingresso gratuito.

 

Alle pendici delle boscose colline del Parco dei Colli di Bergamo, l’ex-monastero di S.Maria in Valmarina, sede del Parco dei Colli di Bergamo, è divenuto lo spazio espositivo di Colli[m]azioni, una mostra d’arte contemporanea in programma fino al 24 settembre. Il titolo ingloba due significati ben precisi: da una parte collimare significa coincidere, corrispondere perfettamente, dall’altra, isolando per un attimo la lettera m, la parola risulta fisiologicamente composta da altri due termini, colli e azione. In uno sguardo unificante, l’obiettivo ultimo di questo progetto potrebbe essere il far coincidere la natura collinare del luogo con l’azione dell’arte, che prende forma nel vero e proprio movimento dell’artista e nella dinamicità delle opere.

La mostra. Eterogeneità è la parola chiave per descrivere i materiali utilizzati dagli artisti: legno, rami e foglie, carta, terracotta, tessuti, plexiglas, ferro, rame, vetro. Multidisciplinarietà è l’approccio all’arte: installazioni, pittura, scrittura, scultura, fotografia, video, audio. La rassegna, curata da Stefania Burnelli e Dario Frigoli, mette in scena 31 artisti provenienti dal panorama artistico bergamasco contemporaneo, senza una rigida cernita d’età: il visitatore troverà autori nati tra gli anni Quaranta e Settanta e un gruppo di promettenti giovanissimi, provenienti dalle accademie d’arte del territorio.

Il monastero di Valmarina. Il contesto regala spazi di rara bellezza, connubio di un ambiente naturale patrimonio di biodiversità e di arte e architettura: la struttura offre un mix calibrato di antico e restaurato, tradotto in arcano versus innovativo, e dispone di spazi suggestivi che permettono la disposizione delle opere sia all’interno dell’edificio, disseminate nelle stanze elegantemente ristrutturate, nell’antica chiesetta e nei portici, sia all’esterno nell’ampio cortile centrale.

 

Le opere

 

FOTO1

Proprio la corte accoglie il visitatore con le opere open air: saltano subito all’occhio le due figure femminili  corazzate, come a salvaguardia della natura e della vita, in Scacco al re di Luisa Bertocco,e, poco distante, Astrazione del gufo di Giuliano Giussani.

 

FOTO2

La chiesetta, prima sala del percorso, vede le tele di Fabrizio Agustoni, …forse solo un soffio, coprire l’intera parete; lateralmente si ergono le spighe in ferro di Italo Chiodi in Aspettando il maestrale, mentre a terra In questo mare nessuna acqua ritornerà di Luigi Radici evoca l’inevitabile scorrere del tempo, che, come acqua che copre la sabbia, cancella ogni traccia sulla spiaggia.

 

Da una scatola in legno proviene un suono: Davide Belloli propone forse una delle realizzazioni più particolari della mostra, The machaon show, una rivisitazione del peep show, una sorta di antenato della lanterna magica, che mostra il ciclo vitale della farfalla Macaone.

 

FOTO3

Salendo le scale verso il ballatoio, l’aria smuove le figure verdi in plexiglass di Arbre Magique Dissamination, creando un gioco di riflessi e luci nella realizzazione di Renzo Nucara e Carla Volpati.

 

FOTO4

Nell’attuale sala-riunioni, anticamente dormitorio delle monache, si prosegue con le opere di Ludovica Belotti e di Valentina Persico, mentre, nel fienile, si è accolti dalla voce dell’installazione di Clara Luiselli, Transiti, che parla di ‘verde’; poco più avanti Segnavie di Maria Teresa Conti, Gabbie, ancora di Alfredo Colombo, e un’installazione sospesa di Audelio Carrara, chiamata 2m² proprio per l’area occupata dal tappeto erboso.

 

FOTO5

Sul fondo Paesaggio come luogo incerto, in cui Domenico Pievani utilizza un tavolo rovesciato dai mille significati simbolici per ricreare, sulle orme del pensiero del filosofo Gilles Clement, un terzo paesaggio, dove l’uomo riconsegna, abbandonandolo, il paesaggio antropizzato alla natura.

 

FOTO6

Al piano di sotto, colori, scrittura e stampa si uniscono nell’opera di Paesaggio Violato + Orto Domestico di Sem Galimberti, mentre all’esterno due sono le creazioni perfettamente integrate nella natura del luogo: Inabox di Carla Volpati, a sua volta ispiratasi alla concezione di Clement, composizione che entra a far parte delle mura della struttura; lì a fianco, non più dentro bensì sopra le mura, si erge Paesaggio di Viveka Assemberg, dove l’illusione ottica dell’altezza lascia davvero volare l’uomo nel cielo e nella natura, in uno slancio di libertà e leggerezza.

Oltre ai citati, sono esposte le opere della giovanissima Laura Cemin e dei veterani dell’arte autoctona Cesare Benaglia, Paolo Facchinetti e Angelo Capelli; e ancora, tra i nomi, Elio Bianco, Dario Cangelli, Manuel Bonfanti, Virgilio Fidanza, Antonio Mangone, Emilio Morandi, Claudio Morini, Sergio Pedrocchi,  Eras Perani, Laura Piazzoli.

Il concerto e il catalogo. Il prossimo 3 settembre la location ospiterà gli allievi del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo per un concerto e il 24 settembre, in occasione della cerimonia di chiusura, verrà presentato il catalogo Colli[m]azioni, a cura di Stefania Burnelli, accompagnato da un live all’insegna del jazz con il centro Didattico Produzione Musica di Claudio Angeleri.

Seguici sui nostri canali