L'ateneo sta costruendo lì nuove aule

Le invettive di Vittorio Sgarbi sul cantiere all'ex Collegio Baroni

Le invettive di Vittorio Sgarbi sul cantiere all'ex Collegio Baroni
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«A pochi metri dall’Accademia Carrara, l’università, luogo del sapere, impone l’orrore. Sullo sfondo del parco, la Sovrintendenza e il Comune hanno accettato questa schifezza». Mentre parla, alle spalle di Vittorio Sgarbi viene proiettata sul megaschermo un'immagine del cantiere all'ex Collegio Baroni per la realizzazione dell'ampliamento del polo umanistico. E il critico d'arte, oltre che vero e proprio animale televisivo, non ci sta. Tanto da prendere di mira più volte quel progetto in fase di ultimazione a Bergamo. Lo ha fatto prima venerdì 27 maggio ospite del programma di Rai2 Virus, condotto da Nicola Porro, e poi la sera di domenica 29 maggio ospite al Maurizio Costanzo Show, su Rete4. In entrambi i programmi, Sgarbi ha denunciato alcuni «tradimenti alla bellezza» d'Italia, ovvero scempi architettonici che, a suo parere, sono uno sperpero di denaro e una vera e propria onta per la storia e la cultura nostrana.

 

 

Sgarbi se la prende, ad esempio, con la costruzione del Palazzo di Giustizia di Firenze, costato 600 milioni, soldi che per il critico d'arte si sarebbero potuti (ani, dovuti) spendere per riparare il Lungarno, evitando così la voragine dei giorni scorsi. Ma porta anche esempi da Bari e Venezia, fino ad arrivare a Bergamo: «Accade uno scempio terrificante a Bergamo. L'università ha realizzato la più brutta architettura concepibile. Questi idioti, che dovrebbero insegnare, distruggono in nome di una falsa cultura e modernità. Solo una Sovrintendenza senza capacità di tutela e gli architetti dello scempio che lavorano per l’università potevano mettere alla fine del parco di villa Piccinelli un’architettura immonda, peggiore di un condominio del Kosovo. Si vergognino».

Parole decisamente dure, in pieno stile Sgarbi, declamate davanti al folto pubblico della televisione. Parole che non sono andate giù a Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell'Università degli Studi di Bergamo, il quale, al Corriere della Sera Bergamo, ci ha tenuto a fare un paio di precisazioni sulle «sparate» di Sgarbi: «Se si dà un giudizio oggi a progetto non ultimato, senza ricordare cosa era prima l’area dismessa del Collegio Baroni, si commette un errore di prospettiva». Morzenti Pellegrini, infatti, ricorda che quel cantiere, avviato nel 2011, ha avuto una storia travagliata. Dopo pochi mesi dall'apertura, fu chiuso in seguito al crollo di un muro nell’edificio adiacente in via San Tomaso. L'incidente di percorso costrinse l'università a rivedere il progetto con una lievitazione dei costi fino agli attuali 14 milioni di euro dichiarati. I lavori sono ripartiti nel 2013 e a luglio dovrebbero concludersi, con l'inaugurazione della nuova area universitaria prevista in autunno. La Procura della Repubblica di Bergamo aveva anche aperto un’inchiesta per presunto abuso edilizio e falso per induzione. Un’indagine poi chiusa con l’assoluzione dell’ex rettore dell’Università di Bergamo, nonché committente dei lavori, professor Alberto Castoldi, e del progettista Antonio Zanni. Gli altri tre indagati, cioè il direttore dei lavori Francesco Catalfamo, il responsabile unico del procedimento Paolo Riva e il titolare della ditta incaricata dei lavori Carlo Paolo Beltrami, erano stati prosciolti.

 

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Morzenti Pellegrini difende il progetto: «Quello che si vedrà a luglio sarà un edificio in classe A, geotermico, che recupera una cerniera tra città bassa e alta. Attorno al polo umanistico ruotano dai 4 ai 5 mila studenti». Lì sorgeranno anche un punto ristoro, un giardino aperto a tutti con ingressi da via Pignolo, via San Tomaso e vicolo San Tomaso, e 13 nuove aule grazie alle quali «saranno razionalizzati gli spazi universitari in Città Alta. Ad esempio lasceremo quelli al Seminarino che serviranno al liceo Sarpi». Insomma, un progetto che, proprio come il recupero della Montelungo, pone l'università al centro non soltanto del sapere, ma anche del miglioramento della città. Ma ciò che contesta Sgarbi è proprio questo: veramente i lavori attuati dall'ateneo renderanno Bergamo più bella? È vero infatti che dove ora c'è il cantiere prima sorgeva l'ex Collegio Baroni abbandonato, ma non per questo il nuovo edificio sarà per forza di cose bello. L’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo, Francesco Valesini, preferisce non esporsi e non entrare nel dibattito, sottolineando soltanto che gli «investimenti dell’ateneo hanno una rilevanza positiva sulla città». Bello o non bello, meglio un'area utilizzata e utilizzabile che un'area dismessa. Non tutti, però, la pensano così.

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