Simbolo della sua anima

L'enigma del cuore di Chopin

L'enigma del cuore di Chopin
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Frederic Chopin, il genio musicale polacco, morì a Parigi nel 1849, dove era emigrato nel 1830 per sottrarsi all’autocratico governo zarista. Per tutti quegli anni, però, visse nutrendo dentro di sé un’acuta nostalgia per la sua Patria lontana. Così, prima di esalare l’ultimo respiro, chiese che il suo cuore fosse rimosso dal torace e sepolto in Polonia, perché voleva che il simbolo della sua anima riposasse nella terra natale. La sorella Ludwika gli giurò che avrebbe rispettato la sua volontà: e così fece. Infatti, dopo che il corpo del compositore fu sepolto nel celebre cimitero Père Lachaise di Parigi, il cuore venne preso e messo in un recipiente contenente cognac. La sorella lo portò con sé nel viaggio verso la Polonia e riuscì a gabbare le guardie russe celandolo sotto le gonne.

Giunto fortunosamente (e fortunatamente) a Varsavia, il cuore passò dapprima nelle mani di alcuni parenti e poi venne depositato all’interno di un pilastro dell’Holy Cross Church. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1944, i nazisti lo prelevarono per proteggerlo dai disordini del conflitto, poiché consideravano Chopin come un "loro" compositore, a causa dell’influenza che i musicisti tedeschi ebbero sulla sua musica. Dopo la fine della guerra, i tedeschi lo restituirono alla chiesa polacca nel corso di una cerimonia solenne.

Da allora, l’organo è stato riesumato poche volte. La più recente è occorsa il 14 aprile 2014. L’operazione – segretissima – ha ricevuto il permesso del governo e delle autorità ecclesiastiche, di solito restie a permettere azioni di questo tipo. Il cuore di Chopin è una sorta di reliquia sacra per i polacchi: rappresenta lo spirito della loro nazione ed è il simbolo di una storia fatta di grande sofferenza e di grande splendore.

 

 

Tra gli uomini che hanno preso parte all’operazione, c’erano due scienziati, l’arcivescovo di Varsavia, il ministro della cultura e altre autorità. La riesumazione è servita per controllare lo stato di conservazione del tessuto e per prelevare campioni millimetrici. Gli esperti, infatti, hanno voluto portare avanti test genetici per stabilire se il musicista sia morto di tubercolosi, oppure di qualche altra malattia, forse di fibrosi cistica. Intorno alla mezzanotte del 14 aprile, gli esperti hanno scattato più di mille fotografie e hanno aggiunto cera bollente al sigillo della giara per prevenire l’evaporazione del liquido.

 

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Gli ufficiali polacchi, però, hanno tenuto segreti i dettagli dell’ispezione per cinque mesi e li hanno rivelati soltanto in settembre. Non hanno fornito alcuna spiegazione per il ritardo, né hanno pubblicato le fotografie del cuore. La natura della malattia che ha portato Chopin alla morte, peraltro, rimane ancora avvolta nel mistero: ancora ci si chiede come abbia fatto a sopravvivere per tanto tempo con una malattia cronica e a creare dei pezzi musicali di tanta, straordinaria bellezza.

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