Un pigiamino bianco e qualche lacrima

Il commovente video dalla Siria del neonato salvato dalle macerie

Il commovente video dalla Siria del neonato salvato dalle macerie
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Le bombe hanno distrutto tutto. Lui non ha nome, ha quindici giorni ed è stato lì - sotto le macerie di una casa di tre piani - per sedici ore. Ha pianto un po’ per farsi sentire, fino a quando la mano di un volontario è riuscita - dopo 12 ore di salvataggio - a strapparlo dal cemento. Vivo. Con un pigiamino bianco a disegni colorati davanti tutto rovinato. Ma vivo. «Non pensavamo potesse sopravvivere e invece è stato più forte di tutto: più forte dei bombardamenti, più forte del peso delle pietre che si sono abbattute sulla sua testa». Esultano, quando tra le dita riescono ad afferrare il pigiamino e lui smette di piangere. Esultano e - un po' - piangono. Un piccolo messaggio di speranza arriva dalla martoriata Siria, dove la guerra civile ha mietuto finora decine di migliaia di vittime, oltre 2mila dei quali sono bambini sotto i 10 anni.

La storia del piccolo è diventata uno spot per l’associazione no profit The Syria Campaign, che si occupa del coordinamento degli sforzi per aiutare i caschi bianchi della Protezione Civile siriana. Nel video, Khaled Farah, il volontario dell’organizzazione White Helmets (letteralmente “Elmetti bianchi”) che ha estratto vivo il bambino sepolto da sedici ore sotto le macerie, racconta il miracoloso ritrovamento. Un salvataggio che rimarrà per sempre impresso nel suo cuore. Non si sa quando è avvenuto di preciso, si sa solo dove è avvenuto. Il villaggio di Ansari, nei pressi di Aleppo era stato preso di mira dai bombardamenti e Khaled e i suoi colleghi si stavano organizzando per estrarre due famiglie dalle macerie di un edificio distrutto. C’era una mamma che piangeva disperatamente, perché era preoccupata per la vita di suo figlio. Dopo ore e ore di scavi finalmente Khaled ha sentito il pianto del bambino. Era sepolto in una zona molto difficile da raggiungere e se anche un solo calcinaccio gli fosse caduto addosso sarebbe morto.

L’organizzazione White Helmets opera in Siria per salvare vite umane, indipendentemente dalle loro idee politiche o credo religioso. Non si schierano con l’una o l’altra parte in conflitto. Sono completamente disarmati. Vanno in mezzo alle macerie provocate dalle cosiddette barrel bombs, barili arrugginiti pieni di chiodi ed esplosivo, che vengono sganciate su case, scuole e ospedali. Solo lo scorso anni i White Helmets hanno salvato 2.514 vite, e questo numero aumenta di giorno in giorno. Per avere un’idea della devastazione del disastro in Siria, si legge sul loro sito internet, si pensi a un terremoto di magnitudo 7,6 per 50 volte al giorno. Ogni giorno da 3 anni. Questi volontari quotidianamente rischiano la vita per salvare gli altri. 26 di loro sono stati uccisi solo negli ultimi 4 mesi.

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