Tra pasticcerie antiche e tradizioni

Posti fantastici e dove trovarli I posti giusti dove mangiare a Roma

Posti fantastici e dove trovarli I posti giusti dove mangiare a Roma
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Di Roma si pensa sempre di conoscere tutto: il Colosseo, Piazza Navona, Piazza di Spagna, i Fori Imperiali, il lungo Tevere, Piazza San Pietro, San Giovanni in Laterano, lo stadio Olimpico, ora anche la nuvola di Fuksas. La città eterna nasconde, però, una serie di templi del gusto in cui il tempo sembra essersi fermato.

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Pasticceria Valzania

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Campo dei Fiori

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Dar Filettaro

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Giggetto

Succede, ad esempio, in via del Moro, una piccola e affascinante strada di Trastevere. Andateci di giorno, quando questo quartiere tanto conosciuto per i suoi locali amati dai festaioli e dai turisti si lascia scoprire nella sua – forse più autentica – identità. Ci si ritrova allora in via del Moro 37, nella storica Pasticceria Valzani che dal 1925 serve Pangiallo, Panpepato e Mostaccioli, i dolci tipici della tradizione romana a base di frutta secca, mandole, nocciole, uva passa, miele, spezie e cioccolato. Usciti da questa storica pasticceria, magari con sottobraccio qualche barretta di cioccolato o addentando una monoporzione di Montblanc, si può continuare l’itinerario attraversando la splendida isola Tiberina fermandosi a dare uno sguardo al pozzo medievale custodito nella chiesa di San Bartolomeo all’isola. Dall’altra parte del fiume, ci si ritrova in quello che un tempo fu il Ghetto romano, rimasto ancora la culla della comunità ebraica della città. Oltre alla splendida sinagoga (visitabile con un tour guidato), via Portico d’Ottavia è ancora il baluardo di negozi di artigianato ebraico e ristoranti simbolo di questa cultura, come il famosissimo Giggetto, dove i romani da sempre fanno la fila per i carciofi alla giudea. Poco più avanti si trova un forno storico, che, senza neppure un’insegna, propone i dolci della tradizione ebraica, come lo “shallot dello Shabbat”, il pane dolce del sabato.

 

[Babington's Tea Room]

 

Proseguendo la passeggiata nel centro, ci si incammina verso Campo dei Fiori. Qui, sulla piazza animata ogni giorno da un colorato e rumoroso mercato, ci sono due chicche della gastronomia della capitale: un forno e una latteria. Nel primo, che si trova al civico 22, si può gustare la vera pizza romana: sottile e piena di passata di pomodoro. La latteria si trova qualche passo più in là, in vicolo del Gallo 4, dove, in un locale che sembra uscito dagli anni ’50, si può provare un cappuccino in tazza extralarge, come a casa della nonna. Proseguendo verso Largo di Torre Argentina, prima di dare uno sguardo ai gatti che scodinzolano tra gli scavi si supera Largo dei Librari, una piazzetta dove si trova un altro degli storici templi del gusto romani: “dar Filettaro”, conosciutissimo per i filetti di baccalà fritti, tipici della cucina romana. Si dice che perfino Papa Pacelli fosse un cliente affezionato e pare che ordinasse due filetti tutti i venerdì.

 

[Said, Società azionaria industria e dolciumi]

 

Muovendosi poi verso l’iconica Piazza di Spagna, c’è un posto dove dal 1893 ci si può ritrovare oltremanica: si tratta di Babington’s Tea Room, il luogo perfetto per regalarsi un tè in stile british con tanto di scones, dei dolci tipici della cucina scozzese da abbinare a tè e marmellate. Per concludere in bellezza, bisogna poi spostarsi oltre la stazione Termini, nel quartiere San Lorenzo, più famoso per la movida notturna che per le specialità culinarie. Sulla trafficata via Tiburtina si trova, ben nascosto agli occhi di chi non si accorge della stretta via che porta all’ingresso nel cortile, Said, ovvero "Società azionaria industria e dolciumi", un’antica fabbrica di cioccolato diventata una splendida oasi urbana dove godersi una fetta di torta caprese oppure una cioccolata calda resa ancora più buona dalla storia che si respira in quest’azienda nata dalla passione tramandata per tre generazioni.

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