Gesti bellissimi

Il sole lo hanno portato così: con un abbraccio e il solito tifo

Il sole lo hanno portato così: con un abbraccio e il solito tifo
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È stata la partita dei gesti e dei fotogrammi densi di significato. Atalanta-Bologna non ha regalato spettacolo in campo, sulle tribune ci si è pure un po’ spazientiti in alcune circostanze, ma alla fine il calcio non ha rifilato alla Dea una delle sue tante beffe e quindi possiamo commentare con orgoglio e soddisfazione una partita che l’Atalanta ha voluto, cercato e meritato ampiamente di vincere. La consueta panoramica sulle tribune dello stadio, questa volta, passa per alcuni dettagli che, in campo e fuori, hanno caratterizzato l’uggiosa domenica orobica.

 

 

Tribune piene, con il Papu e Toloi. Il colpo d’occhio che regalava il Comunale alle 15 della domenica pomeriggio è stato qualcosa di veramente particolare. Già non è normale, per la Dea 2017/2018, giocare a quest’ora: di solito è affare delle formazioni che passano il giovedì sera davanti alla tv a seguire X Factor. Invece stavolta i maghi del calendario che hanno deciso anticipi e posticipi hanno ben pensato di regalare ai tifosi un post pranzo domenicale, come se qualche ora in più di riposo non servissero all'Atalanta. Ma va be', passiamo oltre. Allo stadio, dati ufficiali alla mano, sono arrivate 18.205 persone e anche se qualche piccolo buco qua e là si è notato (magari non tutti gli abbonati hanno presenziato) è giusto sottolineare che in gare come queste, Bergamo, non ha quasi mai risposto così bene. Il dettaglio più importante è che, per la prima volta in stagione, il box della famiglia Gomez (zona alta della tribuna centrale, leggermente spostato verso il settore ospiti) ha avuto anche l’ospite d’eccezione: il Papu. Dopo essere arrivato allo stadio intorno alle 14.20 insieme al figlio Bautista, si è sistemato comodo vicino a Toloi e al cognato procuratore Naccarato, oltre alla moglie Linda e a tutti gli altri che non mancano mai, e ha seguito la gara da fuori.

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Il primo tempo, poche emozioni e tanti cartellini. Lo spettacolo offerto nel primo tempo dalle squadre in campo, per la verità, non ha esaltato nessuno. Le tribune si sono strette spesso in fischi sonori e decisi verso i giocatori del Bologna e il direttore di gara Maresca per alcuni sceneggiate poco edificanti. Tralasciando gli infortuni, i falli inesistenti (dare un giallo così a Ilicic significa aver urgente bisogno di un buon oculista) e le proteste più o meno fondate, è stato particolare assistere a una non-partita giocata dall’Atalanta contro il catenaccio a tripla mandata del Bologna. I felsinei, arrivati a Bergamo con 14 punti e tanti bei complimenti da chi li ha affrontati recentemente, hanno fatto la figura di chi piazza il pullman davanti alla porta con un solo obiettivo: strappare lo 0-0. Il pubblico di Bergamo, anziani e tanti bambini compresi, è ormai abituato a ben altro e nessuno si è divertito. Tolta un’occasione colossale fallita da Petagna e una giocata di Verdi che ha cercato l’assist invece del tiro in pieno recupero, l’unica altra emozione del primo tempo è stato il sangue di Pulgar. Una gomitata fortuita di Cristante (attenzione ad allargare le braccia, il Var è in agguato) ha costretto il numero 5 del Bologna a farsi soccorrere e siccome la maglia era macchiata, via con lo spogliarello: le tifose imbacuccate in tribuna avranno apprezzato.

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Il Vichingo la decide, il Peta lo abbraccia. Nella ripresa, con la squadra nerazzurra in campo qualche minuto prima del Bologna, la gara si è messa subito sui binari giusti per la Dea. Nonostante i consigli di Vialli, le squadre ospiti commettono sempre "l’errore" di lasciar attaccare la Dea sotto la Nord e nel giro di pochi minuti Cristante e compagni hanno trovato più volte il modo di avvicinarsi pericolosamente alla porta. Dopo un paio di magheggi del fenomeno che siede in panchina e risponde al nome di Gian Piero Gasperini (cambi ancora una volta perfetti), l’Atalanta ha trovato il pertugio giusto con la zampata del vichingo Cornelius su assist di Freuler e la cartolina che la famiglia Atalanta ha mandato al mondo è di quelle da incorniciare: Andrea Petagna, il centravanti di movimento e manovra più bravo del campionato, spesso criticato perché non segna molto, è corso ad abbracciare l’uomo che in campo aveva appena risolto la gara facendo proprio quello che a lui riesce con un po' più di difficoltà. Quel gesto, sincero e intenso, è stato immortalato dalle telecamere di Sky e certifica che a Zingonia c’è uno spirito di gruppo assolutamente da urlo.

 

 

Ora sotto con il Verona per vincere ancora. Dopo un po’ di recupero e con l’Atalanta protesa in avanti manco fossero i bergamaschi sotto di un gol, il direttore di gara Maresca ha mandato tutti sotto la doccia. Quel commentatore bolognese che a più riprese ha urlato che «Palacio è for-tis-si-mo» ha spento i suoi marchingegni per la trasmissione e si è incamminato mestamente verso la sala stampa; i giocatori nerazzurri sul terreno di gioco hanno fatto festa e ai microfoni di Sky ha parlato Ilicic: un altro dei migliori in campo, senza dubbio. Il pubblico ha fatto festa, dietro la Curva Pisani la Maresana era nascosta dalla foschia ma ormai per questa squadra vale il concetto che per credere basta sapere, non vedere o toccare. Sapere che l’Atalanta è allenata da un grandissimo tecnico, che il gruppo è unito e che quando giochi a Bergamo lo stadio ti permette di dare quel qualcosa in più che fa vincere le partite. Che poi non è il cemento ad essere decisivo, ma le persone che ci saltano sopra: i volti felici dei tifosi nerazzurri sono la luce più bella dell’uggiosa serata orobica. L’unico problema? Non c’è tempo nemmeno di godersela perché mercoledì arriva il Verona. E noi saremo ancora là, eh già.

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