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Bergamospia (si dice, non si dice) Papa Giovanni, stop esami al sabato

Bergamospia (si dice, non si dice) Papa Giovanni, stop esami al sabato
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Stop agli esami il sabato mattina al Papa Giovanni
(Bisogna tenere sotto controllo i costi)

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Sorpresa (sgradita) al Papa Giovanni XXIII. Da luglio il centro prelievi non effettuerà più esami il sabato mattina. Lo comunica seccamente un foglietto appeso all'ingresso e sul vetro del banco informazioni. Uno pensa: sarà la pausa estiva, vedrai che riprenderanno a settembre. E invece no. Gli infermieri spiegano che non ricomincerà più. Finito. Alla faccia del modello di sanità flessibile propagandata dalla Regione, che sui cartelloni pubblicitari sbandiera gli “esami anche nel weekend”. Altrove, ma non alla Trucca. Il servizio, attivo già nel vecchio ospedale e apprezzatissimo dagli utenti, sarà interrotto. Il motivo? Economico, of course. Bisogna tener sotto controllo i costi del personale, dicono. Perché si rischia di sforare il budget.

 

Processo a Bossetti, si comincia bene
Per entrare i giornalisti devono chiedere permesso

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Inizia la settimana del processo a Massimo Bossetti. Una delle prime questioni che la Corte d'assise dovrà affrontare sarà cruciale, nell'era della giustizia mediatica: ammettere o no le telecamere in aula? L'imputato ostenta sicurezza: «Non ho nulla da nascondere». E dice sì alle tv, «perché chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall'accusa». Codice di procedura penale alla mano, serve però il consenso anche della parte lesa, ovvero la famiglia di Yara. Consenso che non arriverà, hanno anticipato i legali. Andrea Pezzotta spiega: «Siamo alla disinformazione e anche per questo chiederemo che il processo sia vietato alle telecamere e non ai giornalisti, evidentemente». Ci mancherebbe altro, perché l'udienza è pubblica, a pena di nullità (art. 471 c.p.p, per chi non lo sapesse): tutti hanno il diritto di entrare in aula, senza chiedere permesso. Persino i giornalisti. Che però hanno dovuto chiedere un accredito, perché le aule del tribunale sono troppo piccole. E per il diritto di cronaca rischia di non esserci molto spazio.

 

Un manager bergamasco in Vaticano
Nusiner dg della Segreteria per la Comunicazione

Paolo Nusiner

Un (altro) bergamasco in Vaticano. Trattasi di Paolo Nusiner, direttore generale di Avvenire. Papa Francesco lo ha scelto per ricoprire la medesima carica nel nuovo “ministero” della Curia di Roma: la Segreteria per la Comunicazione, nuovo arsenale mediatico della Santa Sede in cui «confluiranno nei tempi stabiliti» Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Sala Stampa della Santa Sede, Servizio Internet Vaticano, Radio Vaticana, Centro Televisivo Vaticano, L’Osservatore Romano, Tipografia Vaticana, Servizio Fotografico, Libreria Editrice Vaticana. Dopo Andrea Gibellini, nominato direttore generale dello Ior nel 2003, un altro top manager made in Bergamo entra nella stanza dei bottoni d'Oltretevere. Avrà il compito di pigiare quelli giusti in un settore, quello dei media, che Bergoglio considera strategico.

 

Tutti in coda la domenica sera
A Castione restringono pure la strada

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Ogni estate il copione è lo stesso. Tutti ad arrampicarsi sui monti in cerca del fresco, tutti in coda (poco) appassionatamente al ritorno. Così il relax goduto nel weekend evapora sull'asfalto, ancora prima di tornare a casa. Stupisce che nessuno, dai sindaci ai (troppo?) numerosi enti di promozione turistica, si ponga mai il problema. Gli ingorghi da controesodo non sono certo un incentivo a salire sulle Orobie. Due ore e passa per tornare dalla Presolana sono un po' troppe. Non ci vuole molto di più a rientrare dal Trentino. Il problema è strutturale, si dirà, mica si possono allargare le strade. Vero. Ma nemmeno restringerle pare una grande idea. Chi in questi giorni è salito a Dorga, frazione di Castione, si è trovato una ruspa in mezzo all'incrocio. Lavori in corso, con le auto costrette a fare lo slalom tra le villette del paese. Un cantiere tempestivo, non c'è che dire.

 

Il Tour de France sui cavalcavia della Bassa
Anche in pianura la vita è sempre in salita

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In attesa del Tour de France, i ciclisti della Bassa si sono lanciati nel Tour dei cavalcavia sparsi lungo Brebemi e Tav. Scoprendo che alcuni sovrappassi sono più impegnativi del Galibier. Quelli del gruppo “Gero-Bike” hanno spiegato all'Eco di aver trovato pendenze che toccano l'8%. Sarà anche poca roba per un pedalatore della domenica, ma il discorso cambia per chi non è allenato e magari inforca una bici senza cambio. Tocca scendere e spingere, inevitabilmente. Anche in pianura, la vita è sempre in salita.

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