Lo sviluppo

Acquapark, aree coperte, alberghi Leolandia investe altri 40 milioni

Acquapark, aree coperte, alberghi Leolandia investe altri 40 milioni
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Le licenze dei divi dei bambini in età prescolare sono solo l’ultima delle vittorie di Leolandia. Masha e Orso, Trenino Thomas e Peppa Pig non sarebbero andati a Capriate se non ci fossero le condizioni ideali perché venisse valorizzata al meglio la potenzialità dei personaggi. Ma non solo di vip si nutre il successo dell’ex solo Minitalia (ma i  monumenti in miniatura inaugurati nel 1971 ci sono ancora) ma anche di idee, di buona gestione (del personale in primis), di gradimento dei visitatori.

Sono dieci anni che Leolandia ha preso una strada nuova. La compagine societaria a proprietà diffusa, Gruppo Thorus tra gli altri, che nel 2007 ha acquisito il parco e che fa capo a Giuseppe Ira, non si ferma più. Il piano di espansone e sviluppo pluriennale della struttura è impressionante: prevede investimenti per oltre 40 milioni di euro, anche se è stato accantonato il progetto del grattacielo visibile anche dall’A4. In 5 anni si vogliono costruire nuove aree a tema e nuove attrazioni al coperto. In più, un acquapark e alberghi all’interno. In totale si arriverà a 200/300 mila metri quadri scoperti e 80/100 mila coperti, che permetterebbero di prolungare la presenza dei visitatori la sera e, perché no, nella stagione invernale (attualmente è aperto da marzo a novembre). «Con i risultati positivi degli ultimi anni – spiega il presidente Ira a L’Eco di Bergamo – siamo diventati il parco divertimenti per famiglie più grande della Lombardia. Il progetto ambizioso è di diventare un punto di riferimento a livello europeo».

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Sono stati oltre 800 mila i visitatori del 2016, per un fatturato di 22 milioni di euro. L’obbiettivo è toccare il milione il prossimo anno. Più visitatori vuol dire più fatturato e anche più occupazione: nel 2009 c’erano 125 dipendenti, quest’anno sono 524. Soprattutto contratti stagionali, chiaro. «Lo sviluppo del parco con l’apertura annuale - assicura ancora il presidente di Leolandia a L’Eco - ci consentirebbe di incrementare i posti di lavoro anche con assunzioni a tempo indeterminato e di funzionare da volano per il settore turistico del territorio ». Si attende che la Regione dia il via libera al progetto: l’iter dovrebbe chiudersi nei prossimi mesi. La vicinanza con il vicino Villaggio di Crespi d’Adda, sul cui recupero sta investendo il Gruppo Percassi, renderebbe l’operazione ancora più tattica. Servirebbe un nuovo parcheggio - si sta lavorando a un accordo per la cessione di un’area di circa 18mila metri quadri di proprietà di Leolandia da destinare a posti auto – e un potenziamento del casello di Capriate.

Il sindaco di Brembate: «La situazione è insostenibile». Nella serata di martedì  20 l’Amministrazione comunale di Brembate ha indetto un’assemblea pubblica in merito all’impatto che il parco Minitalia Leolandia ha sul Comune di Brembate e, in particolare, sulle abitazioni dei residenti in via Crespi, limitrofe al parco stesso. Dal 2009 ad oggi: «lo sviluppo del parco previsto, di tipo immobiliare commerciale, non è stato attuato mentre è avvenuto uno sviluppo di tipo ludico. L’operatore conferma la volontà di procedere all’ampliamento del parco sulle aree del Comune di Brembate previste sviluppando attività di carattere ludico ricreativo e potenziando le strutture e infrastrutture di servizio connesse»,  ha spiegato il sindaco Mario Doneda, presente all’assemblea con l’assessore all’Ambiente e Territorio Patrizia Marcandalli. Attualmente il Piano di governo del territorio del 2012 assegna 19mila metri quadrati edificabili sul territorio di Brembate. Le ripercussioni sui territori limitrofi si concretizzano in una serie di problematiche riscontrate dall’Amministrazione comunale e dai residenti stessi: viabilità estremamente compromessa in diverse rotatorie dei comuni di Brembate e Capriate, utilizzo di parcheggi destinati ad altre attività commerciali e di aree non destinate al posteggio e la collocazione di nuove strutture. I residenti hanno fatto emergere anche problematiche di tipo igienico sanitarie, acustico ed ambientale facendo notare come la situazione sia piuttosto complessa. Il Comune ha richiesto un protocollo d’intesa tra i comandi dei due Comuni coinvolti in coordinamento con le Forze dell’ordine al fine di pianificare quale misure atte a disciplinare il traffico e a contenere il disagio arrecato nei momenti di apertura e chiusura del parco.  I residenti hanno espresso la volontà di chiedere uno studio della viabilità e delle infrastrutture, inoltre «dovremmo concentrarci su questioni che potrebbero aiutare la nostra situazione, non tanto ad un livello generale in cui siamo coinvolti con altri soggetti ma a livello locale, di quartiere, si potrebbe attuare un monitoraggio continuo dell’aria e del suono con un rilievo strumentale» ha proposto uno di essi.  L’obiettivo, a breve termine, è di creare un comitato di controllo di quartiere che affronti le problematiche emerse in modo da trovare un equilibrio tra le parti coinvolte.

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