Una rassegna di bufale

Cinque notizie che non lo erano Una sull'attentatore di Macerata

Cinque notizie che non lo erano Una sull'attentatore di Macerata
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1) Il braccialetto di Amazon per controllare i lavoratori

Un nuovo brevetto depositato recentemente da Amazon ha scatenato l'ennesimo dibattito politico in Italia sul tema dei diritti dei lavoratori. Secondo quanto scritto da diversi giornali, la multinazionale starebbe per inserire, come strumento di lavoro nei propri magazzini, un braccialetto per controllare i movimenti dei lavoratori. La notizia ha destato qualche preoccupazione anche all'estero, ma senza scatenare grandi polemiche. Amazon ha spiegato che, per ora, si tratta soltanto di un brevetto e che non è nemmeno ancora in produzione. Se mai sarà utilizzato concretamente, ha assicurato l'azienda, non servirà per tracciare i movimenti dei lavoratori, ma per aiutarli nella gestione degli ordini e nella ricerca dei prodotti nei magazzini, in sostituzione degli smartphone che vengono utilizzati già da tempo.

 

2) L'attentatore di Macerata era fidanzato con Pamela

La città di Macerata è da giorni scossa da una serie di eventi drammatici. La morte di una giovane diciottenne, Pamela Mastropietro, per cui è attualmente agli arresti un clandestino di origini nigeriane ha acceso i toni, che sono culminati con la tentata strage compiuta da Luca Traini. L'uomo ha subito ammesso di aver agito per vendicare la morte della ragazza e, a poche ore dall'accaduto, si è iniziato a parlare di un movente personale. Traini, secondo quanto scritto, sarebbe stato fidanzato con Pamela e avrebbe agito quindi per una vendetta non solo ideologica ma anche personale. Lo zio della ragazza, intervistato da Fanpage.it, ha però smentito l'ipotesi, spiegando che nessuno della famiglia ha mai conosciuto Luca Traini. Sono totalmente infondate anche le voci che testimonierebbero la presenza del padre di Pamela sulla macchina dell'attentatore, proprio nei momenti in cui attuava il suo folle piano.

 

3) Il video della Lorenzin ubriaca

 

Questa è ministro della salute.
Immagina...puoi!

Pubblicato da Paola Taverna su sabato 3 febbraio 2018

La rappresentante del Movimento 5 Stelle, Paola Taverna, ha diffuso tramite il proprio profilo Facebook un video che mostrerebbe Beatrice Lorenzin in apparente stato di alterazione. Il discorso pronunciato dall'ex Ministro durante la presentazione del simbolo della sua nuova lista sembra in effetti molto strano, le parole sembrano rallentate e c'è chi parla di un chiaro stato ubriachezza. Il video però è stato modificato e rallentato proprio per dare questa impressione ed è stato probabilmente creato da una pagina satirica su Facebook. Su Youtube è presente il filmato originale della presentazione, dove si può ascoltare lo stesso discorso pronunciato dalla Lorenzin a velocità normale. (  )

 

4) La frase di Salvini contro i meridionali

La Lega è passata da partito a vocazione regionale a un vero e proprio partito nazionale, tanto che il proprio leader, Matteo Salvini, si è candidato anche in Calabria, regione storicamente molto lontana dal proprio elettorato. Il blog d'informazione del Partito Democratico, Democratica, ha condiviso un post che il segretario della Lega avrebbe pubblicato su Facebook nel 2014, nel quale venivano etichettati come fannulloni i «meridionali e gli africani», accusati di essere «gente senza cultura del lavoro». Questo pensiero, molto duro, sarebbe secondo chi ha scritto l'articolo un motivo sufficiente per scoraggiare i calabresi dal votare Matteo Salvini. Il post però è una vecchia bufala che circola ormai da diverso tempo online e se ne sono accorti, con un po' di ritardo, anche i gestori del blog, scusandosi per l'accaduto e spiegando che si trattava di una fake news.

 

5) Whatsapp: utenti TIM, Vodafone e Tre multati di 300 euro

L'applicazione di messaggistica Whatsapp è ormai utilizzata quasi da chiunque e viene per questo sfruttata anche per la diffusione di bufale o truffe. In questi giorni sta circolando tra milioni di utenti un messaggio che sembra provenire dallo Staff di Whatsapp, ma che in realtà è una vera e propria truffa. Secondo quanto si legge nel messaggio, gli utenti TIM, Vodafone e Tre rischierebbero una multa di 300 euro. L'utilizzo di Whatsapp violerebbe infatti alcune norme del contratto con il proprio operatore e quindi farebbe scattare la sanzione. L'unico modo per scoprire se si è stati multati sarebbe quello di cliccare su un link fornito nel messaggio, che però indirizza l'utente in un sito esterno che ha lo scopo di sottrarre il credito telefonico con l'attivazione di abbonamenti non richiesti.

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