Come si diventa investigatori

I detective di Bergamo e provincia Chi sono e cosa fanno davvero

I detective di Bergamo e provincia Chi sono e cosa fanno davvero
Pubblicato:
Aggiornato:

La prima agenzia investigativa nella bergamasca è stata Investigazioni San Giorgio, nata nel 1946 da un’idea di Mario Ceci (ex poliziotto) e ora gestita dal detective prof.ssa Luigia Barbieri. Un altro storico studio è Il Segugio, fondato nel 1965 dall’investigatore Enzo Romano (che è stato anche collaboratore dell’Atalanta in tema sicurezza). Oggi, comunque, le agenzie investigative che hanno la sede a Bergamo e provincia sono 24 (per elenchi e indirizzi completi, qui).

Che fanno di preciso? Naturalmente indagini. Di che tipo? Nella nostra provincia si segnalano in egual misura quelle di natura aziendale, per la tutela dei marchi e sulla concorrenza sleale, e quelle di natura privata, soprattutto per infedeltà coniugale, più o meno sospetta.

Non mancano, naturalmente, aneddoti e casi curiosi, come ad esempio la ricerca di un ragazzo di Bergamo che, dopo aver finto per anni un percorso universitario in realtà mai completato, una volta scoperto dai genitori fugge e viene ritrovato in Francia; o ancora, l’indagine relativa all’albero genealogico di un professionista bergamasco, che ha portato gli investigatori ad indagare fino in Sudamerica, nei registri delle parrocchie locali risalenti all’epoca coloniale.

Ad ogni modo, il target di chi si rivolge ad un’agenzia investigativa mediamente è rappresentato da  professionisti e imprenditori intorno ai 35-40 anni. Spesso, ovviamente, chi arruola un investigatore privato solitamente ha già dei sospetti fondati e  necessita semplicemente di prove certe per suffragare gli indizi.

 

 

Chi è l’investigatore privato, per legge... L’investigatore privato è un privato cittadino che, in possesso di una specifica licenza, può svolgere attività di indagine (ovviamente nei limiti consentiti dalla legge) al pari delle autorità pubbliche competenti in materia, come ad esempio le forze di polizia. La figura dell’investigatore privato in Italia è stata disciplinata, per la prima volta, con il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (“Tulps”), approvato con Regio Decreto nel 1926.

Oggi, dopo una serie di evoluzioni legislative, l’intera normativa in materia è racchiusa nel nuovo Tulps del 2010. Il Decreto Ministeriale del 2010 ha riorganizzato la professione dell’investigatore differenziandola sostanzialmente dalla figura dell’“informatore commerciale”, il cui scopo è la raccolta di dati relativi alle imprese e ogni altro elemento utile agli imprenditori nelle decisioni operative.

...E di fatto.  Sono numerose le attività consentite dalla legge eseguibili da un investigatore privato. Una delle più importanti e sicuramente più diffuse è l’indagine in ambito aziendale: tutela dei marchi e brevetti, tutela contro la contraffazione di prodotto, spionaggio sull’infedeltà dei lavoratori. Nel privato ricorrono più spesso investigazioni in ambito familiare, matrimoniale e patrimoniale; va precisato, a tal proposito, che un’indagine in ambito privato deve essere motivata da una violazione di un diritto tutelato dalla legge. Vi possono essere poi indagini in ambito assicurativo, ad esempio per accertare le dinamiche di un sinistro stradale o sul lavoro.

Il codice di procedura penale del 1989 ha concesso poi all’investigatore privato di comparire in processo in qualità di consulente tecnico: soltanto su richiesta dell’avvocato difensore (non dell’imputato), in ossequio al principio di parità fra difesa ed accusa, può espletare indagini difensive finalizzate alla ricerca di elementi di prova utilizzabili nel processo penale.

Al fine di svolgere le proprie indagini l’investigatore si serve, nei limiti delle normative in materia, di tutti i mezzi tipici: dalle informazioni raccolte presso persone informate dei fatti agli appostamenti e pedinamenti (anche tramite localizzazione GPS), da servizi fotografici e riprese video a rilievi tecnici. È invece escluso dalle attività di indagine l’utilizzo di intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché la violazione di domicilio.

 

 

Come si diventa detective. Per poter svolgere la professione di moderno Sherlock Holmes è necessario, per il ruolo di investigatore titolare di agenzia, possedere un diploma di laurea triennale (Psicologia ad indirizzo forense, Sociologia, Scienze Politiche, Scienze dell'investigazione, Economia, o corsi equiparati) oppure aver svolto attività di indagine nei reparti investigativi delle forze di polizia per almeno 5 anni, oltre ad aver svolto un triennio di pratica presso un investigatore titolare di licenza prefettizia.

Per la qualifica di investigatore dipendente, invece, è sufficiente il diploma di scuola media superiore (o un esperienza nelle forze di polizia per 5 anni) e una pratica triennale costante per almeno 80 ore al mese, quale collaboratore per le indagini elementari, presso un investigatore titolare.

L’esercizio della professione è sempre subordinato al rilascio di una licenza prefettizia che rappresenta il nulla osta per svolgere qualsiasi attività di indagine. La domanda di rilascio al Prefetto deve essere accompagnata da un progetto organizzativo che illustri la sede principale, eventuali sedi secondarie, la tipologia dei servizi che si intende svolgere, il personale che si intende impiegare, la disponibilità economica finanziaria (deposito cauzionale) e le dotazioni di tecnologie e attrezzature per lo svolgimento dei servizi. Ogni agenzia investigativa deve poi tenere aggiornato il “Registro di Polizia”(consultabile dalle forze dell’ordine), nel quale vengono annotate tutte le attività compiute insieme alle generalità delle persone coinvolte.

Seguici sui nostri canali