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E mentre sei sotto l’ombrellone... Zacchete. Il telefonino è più caro

E mentre sei sotto l’ombrellone... Zacchete. Il telefonino è più caro
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Tra le parole che ricorderemo dell’estate 2019 c’è anche questa: “rimodulazione”. È il termine gentile con il quale le compagnie telefoniche hanno voluto comunicare ai loro utenti gli aumenti delle tariffe scattate nel momento più propizio: quello delle vacanze, quando si stacca l’attenzione da questi problemi e ci si rilassa sotto gli ombrelloni. «L’idea, come ogni anno, è che d’estate gli utenti sono più distratti dalle vacanze e quindi più probabilmente possono non accorgersene», ha denunciato la Codacons.

 

Sono aumenti percentualmente anche sostanziosi che sono andati a colpire in particolare le tariffe dei ricaricabili, quindi gli utenti meno abbienti. Come previsto dalla legge, il preavviso per la “rimodulazione” è arrivato via sms 30 giorni prima dell’effettivo scatto delle tariffe. Per tutti c’era la possibilità di recedere dal contratto senza penalità e di passare ad altro gestore. Possibilità in realtà più che altro simbolica, perché gli aumenti hanno riguardato tutti gli operatori, escluso il francese Iliad, che ha mantenuto la promessa fatta ai propri utenti al momento della sottoscrizione del contratto, di mantenere inalterata nel tempo l’offerta economica. Proprio Iliad è una delle cause di questa decisione compatta delle compagnie di procedere all’aumento: infatti quando l’operatore low cost era sceso sul mercato italiano nel 2017 aveva costretto tutti i concorrenti a tagliare le tariffe per evitare emorragie di clienti. Così per tutti era iniziato un periodo di pacchia, con ribassi e offerte continue. Ora il mercato sembra essersi consolidato e così le compagnie sono passate a recuperare terreno in termini di tariffe. L’altro motivo che spiega l’aumento è la sconfitta sulla vicenda delle bollette a 28 giorni. Le compagnie sono state condannate a risarcire i clienti, per i giorni erosi attraverso la modifica della cadenza della tariffazione (che deve essere mensile e non a 28 giorni): in sostanza si pagavano 13 bollette all’anno invece di 12. Per ora nessun rimborso è stato attivato, ma l’Autorità per le comunicazioni sorveglia e tra 150 giorni potranno scattare le sanzioni per le compagnie, fino a 5 milioni di euro.

 

Per tutti questi motivi i rincari erano attesi. I gestori di telefonia infatti, come spiegano alla Agcom «sono titolari dello jus variandi, vale a dire che possono cambiare le condizioni contrattuali previste dai diversi piani tariffari. Tuttavia devono introdurre le variazioni in maniera trasparente».
Quello che è stato un po’ inaspettato è la portata delle “rimodulazioni”. Ecco qualche esempio: Tim ha introdotto aumenti di 1,99 euro al mese per le ricaricabili, con la possibilità di scegliere tra 20GB al mese gratis per un anno per navigare o minuti illimitati gratis. Per i clienti Vodafone la sostanza cambia di poco: l’aumento è di 1,98 al mese. Ma non sono stati toccate le tariffe di chi ha attivato l’addebito su carta di credito, conto corrente o direttamente nella fattura della rete fissa. Più pesante invece la variazione per i clienti di Wind e 3 che si sono visti arrivare aumenti che oscillano tra i 2 e i 3 euro mensili.

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