Sulle orme di Renzi

I ministri del Governo Gentiloni (Cioè, quasi tutti uguali a prima)

I ministri del Governo Gentiloni (Cioè, quasi tutti uguali a prima)
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«Una bellissima rimpatriata», così Mattia Feltri sulle colonne della Stampa ha sintetizzato la cerimonia che ieri ha visto giurare, davanti al presidente Sergio Mattarella, i ministri del 64esimo governo della Repubblica italiana. Infatti, c’erano tutti (o quasi) i ministri dei mille giorni del regno di Matteo Renzi, grazie a un velocissimo rimescolamento di carte che ha ricomposto il puzzle senza cambiare quasi nessun elemento. Dunque è nato un governo Gentiloni, o un Renzi-ombra? Se si analizza la formazione, la seconda ipotesi sembra la più verosimile.

 

 

La Boschi sale addirittura di grado. Prendiamo la bella Maria Elena Boschi. La sconfitta del 4 dicembre era un fardello soprattutto suo, tanto che il ministero a cui era a capo è stato addirittura cancellato: niente più dicastero per le riforme, visto che le riforme sono state affossate dal voto referendario. Eppure, invece di scendere di qualche gradino nella gerarchia del potere è addirittura salita: si è infatti ritrovata a rivestire i panni di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Difficile non sospettare che non sia lì in funzione di sorveglianza e di continuità con l’azione del governo Renzi primo.

 

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Maria Elena Boschi, ministro uscente per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento,
neo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

 

Antonella Manzione, amica di vecchia data. Intanto, si dà per sicuro che nell’organico di Palazzo Chigi continuerà a rivestire un ruolo chiave come guida del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi (l’ufficio, per intenderci, che scrive le leggi) Antonella Manzione. Di lei dire che sia renziana è dire poco: per capirci, ai tempi in cui il giovane Matteo era sindaco di Firenze lei era capo dei Vigili. Antonella è quasi una di famiglia, per quanto sia avellinese di origine e toscana solo di adozione: suo fratello Domenico, magistrato, è sempre stato amico di Renzi, che lo impose come sottosegretario nel governo Letta. La nomina di Manzione nel 2014 in una funzione di solito occupata da un membro del Consiglio di Stato, era stata un segno di novità. Peccato che a settembre lei stessa sia stata nominata dal Governo consigliera di Stato, oltretutto aggirando una regola che prevede per quel ruolo solo candidati con più di 55 anni di età. Mentre le di anni ne ha solo 53.

 

Antonella Manzione rimane alla guida del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi.

 

Lotti resta (un po') dov'è. Il giglio magico renziano e fiorentino poi occupa due altre poltrone nella formazione del governo Gentiloni. La prima è quella di Luca Lotti, che è stato regista di tante nomine e di tante relazioni nei mille giorni di Matteo. Da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, aveva tra l’altro la delega all’editoria. Ora la nomina a un ministero che non c’era, quello allo Sport, sembra un declassamento. Ma attenti ai dettagli: restano la deleghe a editoria e comunicazione e la sede del ministero sarà a Palazzo Chigi, quindi Lotti non trasloca...

 

RIFORMA P.A, MADIA PRESENTA IL DDL DELEGA

Marianna Madia rimane ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione.

 

E anche Marianna Madia tiene lo scranno. Non trasloca neanche Marianna Madia, riconfermata nel suo ruolo di Ministro senza portafoglio per la semplificazione e la Pubblica amministrazione. È stata in passato bollata come raccomandata di ferro, ma certo la sua riforma dell’amministrazione pubblica è una delle migliori cose varate dal governo Renzi.

 

Valeria Fedeli, ex sindacalista, neo ministro dell'Istruzione, ha sostituito Stefania Giannini.

 

E invece, all'istruzione... Nella compagine governativa invece manca un’altra personalità toscana doc: è Stefania Giannini, lucchese, ministro dell’Istruzione e paladina della riforma della Buona Scuola. A lei, tra le righe, Renzi aveva addossato molte colpe per la débacle referendaria. Colpa del suo mettersi contro tutto il mondo della scuola in una fase così delicata. Non è un caso che per ricucire, come nuovo ministro, sia stata ingaggiata Valeria Fedeli, una ex sindacalista.

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