Il 1 marzo 2067

I nuovi buoni del tesoro Matusalem che scadranno tra cinquant'anni

I nuovi buoni del tesoro Matusalem che scadranno tra cinquant'anni
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Lo hanno ribattezzato spiritosamente Matusalem. È il nuovo Btp che il Tesoro ha emesso tre giorni fa e che è andato letteralmente a ruba. Il particolare è che questo Buono del tesoro pluriennale ha una scadenza molto lunga: esattamente al 1° marzo 2067, cioè fra 50 anni. È stata talmente alta la domanda, in particolare dai gestori dei fondi, che il Tesoro ha dovuto alzare l’emissione, da 3 a 5 miliardi (ma ha ricevuto ordini ha ricevuto ordini per 18,5 miliardi!). In una stagione di tassi zero, il rendimento al 2,85 percento lordo ha interessato tanti. Curiosamente il 32 percento dei compratori è inglese, proveniente cioè dalla capitale mondiale della finanza.

 

 

L’Italia non è il primo Paese a mettere sul mercato bond a così lunga scadenza: Spagna, Belgio e Francia lo hanno già fatto, ma in tutti i casi l'emissione si è fermata a 3 miliardi, sotto i 5 miliardi del Btp 50. Il rendimento francese è dell’1,42 percento, quello spagnolo del 2,62 percento. Per ora i titoli sono stati venduti solo a investitori istituzionali: i privati cittadini devono aspettare l’11 ottobre, quando verranno quotati in Borsa sul circuito Mot, come tutti i Btp. Allora saranno sottoscrivibili con tagli minimi da mille euro. È solo allora che i nonni potranno presentarsi in banca per fare un investimento molto previdente a vantaggio dei loro nipoti…

Ovviamente il Btp ha un grande appeal perché, a tassi così bassi, quel minimo rendimento di 2,85 percento appare interessante. Ma c’è da mettere in conto che se i tassi dovessero prima o poi salire, il valore dei Matusalem inevitabilmente si deprezzerebbe: ed è immaginabile che nell’arco di mezzo secolo oscillazioni ce ne saranno e tante. Tra l’altro gli esperti annunciano per i prossimi mesi un rialzo dei tassi negli Usa con effetti immediati anche sull’Europa.

 

 

C’è poi un’altra variabile di cui tenere conto: ci sono degli indicatori che mostrano quanto anche i tranquilli Btp siano ballerini. Uno dei principali si chiama “duration modificata”: più è alto il suo numero-indice, più è alta la variazione dei prezzi con il cambiare dei tassi. In sintesi, il numero-indice del Btp a 10 anni è 9,4 mentre quello dei Matusalem è a 26. Questo vuol dire che ogni volta che i tassi variano di un centesimo, il prezzo dei Btp da mezzo secolo si muove di 26 centesimi.

Altro dettaglio: il Tesoro ha reso noto che le cedole sono semestrali con tasso annuo fisso definito al momento del lancio del titolo; il rimborso sarà alla pari. Ma la domanda da farsi è questa: che cosa si compreranno i nostri nipoti il 1° marzo del 2067 con i 10mila euro che abbiamo investito per loro? Il sito specialistico Investire oggi ha lanciato un consiglio, che suona come un avvertimento: «Solo chi avrà mantenuto il Btp alla scadenza potrà molto verosimilmente evitare perdite, visto che è quasi certo un ribasso dei prezzi nei prossimi mesi e anni. Storicamente, infatti, i rendimenti dei bond sono stati molto più elevati di quelli attuali. Tanto per fare un esempio, prima del lancio del Quantitative Easing da parte della Bce, il 2,85 percento non era nemmeno sufficiente per un titolo di stato italiano a 10 anni».

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