Resoconto passo a passo

I primi due mesi del M5S a Roma

I primi due mesi del M5S a Roma
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Anche i più distratti si saranno accorti che a Roma le cose non stanno andando proprio benissimo. Sono ormai passati due mesi da quando Virginia Raggi ha insediato la sua giunta, ma le questioni e i problemi sono stati già diversi e reiterati. Dopo alcuni giorni difficili, durante i quali anche il premier in pectore Di Maio è stato fortemente criticato, sembra che la situazione si stia lentamente stabilizzando. Ma possibili nuovi sviluppi sono dietro l’angolo. È bene dunque fare un riepilogo di questi primi 60 giorni, per orientarsi meglio, come da spunto di Vice Italia.

Le elezioni e gli inizi. Tutto ha preso avvio nella tarda primavera scorsa: il 5 giugno i romani sono andati a votare, premiando il Movimento 5 Stelle e la candidata sindaca con un notevole 35,25 percento. Commentando il risultato, la Raggi utilizzò una frase decisamente icastica: «Il vento sta cambiando signori, il vento sta cambiando». Sembrava l’inizio di una marcia trionfale, e in effetti fu così al ballottaggio di due settimane dopo: Virginia Raggi schiantò l’avversario del PD Giachetti con un bulgaro 67,15 percento.

 

Oggi i cittadini entrano nelle istituzioni

Pubblicato da Virginia Raggi su Giovedì 23 giugno 2016

 

Appena insediata, la giovane sindaca ha tenuto una diretta su Facebook, in cui introduceva i suoi elettori nelle stanze dei bottoni della Capitale ed esprimeva il suo entusiasmo per l'incarico appena ricevuto. Il video mostrava con grande immediatezza il cambio di approccio; dopo le magagne del passato, finalmente i cittadini potevano seguire passo dopo passo le azioni del sindaco. Anche i post su Facebook erano di questo tenore: «Lavoreremo per riportare legalità e trasparenza in questa città dopo anni di malgoverno e dopo Mafia Capitale. Lavoreremo per ridare a Roma la bellezza e la dignità che merita. Oggi si apre una nuova era».

La giunta e i rifiuti. Ma ben presto sono subentrate le problematiche. Già con la formazione della giunta, la Raggi ha faticato non poco. Al 5 luglio la sindaca non aveva ancora formato la sua squadra; come spiegava Il Post, i tempi per queste operazioni politiche a Roma non sono mai stati esigui, lo stesso Marino ci impiegò 17 giorni. Ma la Raggi aveva dichiarato fin dai giorni seguenti al primo turno che la sua lista di nomi era quasi pronta. I profili individuati sono stati rivelati il 5 luglio e presentati due giorni dopo, appena in tempo per il primo consiglio comunale. Tra i nomi più problematici e contestati, il vice capo di gabinetto Raffaele Marra, per i suoi incarichi con Alemanno e Polverini; il capo di gabinetto Daniele Frongia, consigliere comunale e attivista penta-stellato, «nominato poi vicesindaco per evitare questioni con la legge Severino» (dice Vice); e l'assessore all'ambiente Paola Muraro, consulente AMA per 12 anni, entrata in seguito nell'occhio del ciclone.

 

Con l'arrivo dell'estate, si è ripresentato l'annoso problema dei rifiuti. Le polemiche sono ben presto divampate. Il 4 agosto è apparso sul blog di Beppe Grillo un post in difesa della Raggi, che si apriva così: «Il sindaco di Roma Virginia Raggi e tutti gli assessori stanno lavorando a testa bassa per restituire ai romani una città pulita, ordinata, funzionante, viva e risolvere i danni lasciati da venti anni di mala politica e di mala gestione» e proseguiva con un attacco ai giornalisti, accusati di voler screditare l'operato del sindaco.

Contrasti e malumori. Stando alle ricostruzioni del Fatto Quotidiano e di Repubblica, puntualmente smentite dagli interessati, all'interno del Movimento i contrasti sono sempre stati molto forti sul tema romano, fin dalla scelta del candidato migliore tra la Raggi e Marcello De Vito, che ha creato due fazioni: Di Battista e Taverna per Virginia, Lombardi per De Vito. Le dimissioni di quest’ultima dal mini-direttorio romano (metà luglio) sembrano proprio l’esito di quella faida interna. Ad agosto le polemiche vengono rinfocolate dai maxi-stipendi del capo di gabinetto Raineri e del capo della segreteria politica Salvatore Romeo. La base e (anonimamente) i consiglieri pestano i piedi e chiedono un cambiamento, ma la Raggi getta acqua sul fuoco (siamo al 25 agosto): «Lascio a voi [giornalisti] queste ricostruzioni fantasiose, non c'è nessun mal di pancia dei consiglieri o della base. Siamo al lavoro per Roma e i cittadini sono con noi».

 


Il caso Muraro. E si arriva così allo scorso 2 settembre, quando esplode la polemica sull'assessore Muraro. Un giovedì nero, nel quale si dimettono in successione Carla Raineri, l'assessore al bilancio Marcello Minenna, il direttore generale di ATAC (trasporti) Marco Rettigheri, l'amministratore unico Armando Brandolese e Alessandro Solidoro, recente nuovo presidente di AMA. Minenna motiva l'abbandono con un «deficit di trasparenza»; Raineri dice a Repubblica che si sentiva scomoda e avvertita come un nemico da abbattere. La crisi si fa ancor più profonda pochi giorni dopo; il 5 settembre l'assessore Muraro ammette di sapere dal 18 luglio di essere indagata dalla procura di Roma. La Raggi stessa riconosce in seguito di esserne venuta a conoscenza il giorno successivo, così come Luigi Di Maio, che tuttavia afferma di non aver capito il contenuto della mail inviatagli da Paola Taverna.

La situazione dunque si aggrava; il Movimento corre ai ripari. Di Battista annulla una tappa del suo tour in scooterone per recarsi a Roma (6 settembre); secondo quanto riportato, si viene a verificare un braccio di ferro tra la Raggi e il direttorio. Dopo ore di riunioni tra la sindaca, Grillo, Davide Casaleggio e il direttorio, vengono annunciate sul blog le decisioni (7 settembre): vince Virginia Raggi, tutti restano al loro posto ad esclusione di Raffaele Marra, che sarà ricollocato. La pace viene sancita ufficialmente a Nettuno, dove Grillo e il direttorio si uniscono al comizio di chiusura del CostituzioneCoastToCoast.

 

 

Le questioni degli ultimi giorni. La tempesta pare essere passata, ma le questioni sono tutt'altro che finite. La permanenza dell'assessore all'urbanistica Paolo Berdini non è più così scontata; c'è da discutere sul «No» alle Olimpiadi; l’8 settembre il mini-direttorio ha annunciato il proprio scioglimento. E poi l’ultima polemica, con la Cei: la Raggi non si è presentata al Festival dell’Azione cattolica giovani in Vaticano (10 settembre) e pare che l’Osservatore Romano non l’abbia presa molto bene. Ma è arrivata poi la smentita del Santa Sede, secondo la quale le frasi riportare dai giornali, di critica alla situazione di Roma non erano in un editoriale e quindi non legate in modo specifico alle questioni con la sindaca.

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