Le risposte dell'autrice su Twitter

Le tre rivelazioni di J. K. Rowling ai fan della saga di Harry Potter

Le tre rivelazioni di J. K. Rowling ai fan della saga di Harry Potter
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Fan di Harry Potter di tutto il mondo, attenzione: J. K. Rowling ha deciso di rispondere tramite Twitter a tre domande degli affezionati lettori riguardo alla saga magica più amata di tutti i tempi. La rivelazione è arrivata online qualche giorno fa, il 6 febbraio, e l’autrice di quello che probabilmente è il principale best seller del terzo millennio ha regalato agli ammiratori alcune chicche davvero interessanti, che qui vi riproponiamo.

 

Prima domanda: ma che ne è stato di Fuffi?

 

Per contestualizzare la domanda, occorre tornare al primo anno di Harry a Hogwarts, la scuola di magia a cui è iscritto: il giovane maghetto ha stretto amicizia con quelli che rimarranno i suoi più affezionati amici, Ron Weasley ed Hermione Granger, ed è proprio con loro che Harry condivide un suo profondo sospetto, ovvero che a Hogwarts sia nascosto qualcosa di molto importante, che più soggetti intendono rubare. Nel tentativo di scoprire in cosa consiste questo “qualcosa”, i tre amici, vagando una notte per il castello, si trovano di fronte ad un enorme cane a tre teste, il quale, si scoprirà successivamente, era effettivamente a guardia della fantomatica Pietra Filosofale.

Ebbene, terminato l’anno scolastico, e quindi il primo racconto, di Fuffi, ovvero il suddetto mostro, non si ha più notizia, nemmeno nei libri successivi. Che ne è stato di lui? È la domanda che una fan ha pensato di porre alla Rowling, la quale, chissà se inventando o avendoci effettivamente pensato, ha risposto che Fuffi è stato rimandato in Grecia, sua terra d’origine (l’analogia con il mitologico Cerbero è evidente), poiché Silente, preside della scuola, non intendeva tenerlo nei paraggi.

 

Seconda domanda: a proposito degli Horcrux

 

Per tutti coloro che non lo sapessero, Harry ha un acerrimo nemico, un mago oscuro chiamato Voldemort, che a suo tempo, una sera, uccise i genitori del ragazzo. Ebbene, quella stessa notte Harry, all’epoca ancora in fasce, riuscì incredibilmente a sconfiggere Voldemort sopravvivendogli, divenendo un’autentica celebrità. Ma il nemico non morì quel giorno, o meglio, non morì del tutto, poiché egli in precedenza aveva suddiviso la sua anima in più parti (gli Horcrux), così che, qualora una di queste venisse distrutta, egli avrebbe potuto comunque salvarsi. Ora, una di queste parti, per una lunga e complessa concatenazione di eventi, si trova dentro il corpo dello stesso Harry. Con il procedere della storia, al giovane mago e ai suoi amici verrà affidato il compito di distruggere questi Horcrux, così da eliminare definitivamente Voldemort, e per farlo occorrono dei metodi e degli strumenti particolari, fra cui il veleno di Basilisco, mitologico mostro che appare nel secondo capitolo della saga

Proprio nel secondo libro, quando Harry affronta il Basilisco all’interno della Camera dei Segreti, il ragazzo viene morso dal mostro, e sarebbe morto se non fosse intervenuta una fenice dalle lacrime taumaturgiche. Ad un attento lettore è dunque sorta la domanda: ma se il veleno di Basilisco ha il potere di distruggere le parti di anima di Voldemort, perché quel giorno nella Camera dei Segreti, con la ferita inflitta a Harry, l’Horcrux presente dentro il ragazzo non è perito? La Rowling ha risposto dicendo che, affinché un Horcrux effettivamente si disintegri, occorre che il corpo entro cui permane si distrugga completamente: in sostanza, Harry avrebbe dovuto morire, ma essendo stato salvato dalla fenice, con lui è sopravvissuto anche il pezzo di anima di Voldemort. Evidentemente alla Rowling questa domanda dev’essere stata posta numerose volte, tant’è che nel tweet di risposta ha anche inserito l’hashtag #pleaseneveraskmethatoneagain, ovvero “per favore, non chiedetemelo più”.

 

Terza domanda: il quartier generale dell’Ordine della Fenice

 

A partire dal quinto libro, grande protagonista della storia è l’Ordine della Fenice, un’organizzazione segreta appositamente pensata per combattere Voldemort. Il gruppo ha, naturalmente, un suo quartier generale, situato al numero 12 di Grimmauld Place, casa appartenente al padrino di Harry, Sirius Black, in una tranquilla zona residenziale londinese. Ma perché mai un gruppo di maghi avrebbe deciso di situare il proprio punto di ritrovo nel mezzo della capitale inglese? Non sarebbe stato più prudente, onde evitare di essere scoperti, appartarsi in qualche foresta o comunque in un luogo adeguatamente isolato?

C’è chi ha pensato di porre questa domanda alla Rowling, la quale ha risposto così: anni e anni prima, un lontano avo di Sirius Black, passando casualmente da quelle parti, trovò la casa situata al numero 12 di Grammauld Place davvero troppo bella per non poterci abitare; decise allora di convincere i proprietari, con metodi evidentemente non convenzionali, ad andarsene, così da poter tenersela per sé. Naturalmente, applicò all’edificio tutte le protezioni magiche del caso, così che la gente comune (i Babbani, in gergo tecnico) non potesse mai accorgersi di avere come vicini dei maghi. Giunto, anni dopo, il momento di scegliere un luogo come quartier generale per l’Ordine, quale posto migliore di una casa così ben protetta e magicamente obnubilata?

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