È diventata una attrazione

Salem, la città delle streghe dove la storia diventa turismo trash

Salem, la città delle streghe dove la storia diventa turismo trash
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C’è una città negli Stati Uniti, precisamente nello Stato del Massachusetts, che è salita alla ribalta della cronaca storica per alcuni fatti che sfiorano il tragico: si tratta di Salem, cittadina che, sul finire del Diciassettesimo secolo, si dice abbia ospitato la più grande colonia di streghe e stregoni di sempre. Si tratta di una storia che, sentita così, può sembrare una favola, sensazione che però sparisce rapidamente nel momento in cui si apprende che in seguito ad assurde accuse di stregoneria vennero giustiziate decine e decine di persone. Un passato drammatico, che è stato oggi riattualizzato in chiave di business: Salem, infatti, richiama ogni anno centinaia di turisti attratti dalla fama e dall’aura misteriosa che per secoli ha circondato la città. I cui amministratori, naturalmente, hanno ben pensato di sfruttare per rendere il luogo una vera e propria attrazione.

 

 

La storia di Salem e la vicenda della “caccia alle streghe”. La comunità di Salem Village fu fondata nel 1626 come luogo ideale per ospitare una stazione di pesca e un emporio commerciale sulla costa atlantica del Massachusetts, nella contea dell’Essex. Da centro di scambi commerciali, Salem si trasformò, dopo il 1630 e in coincidenza con l’ondata di immigrazione dei pellegrini puritani da un’Europa lacerata dalle guerre di religione, in un vero e proprio paese retto da un consiglio municipale che, nel giro di un decennio, concesse terre verso l’interno per diverse miglia a favore della nuova popolazione in costante aumento, tanto che a Salem Village si affiancò anche una Salem Town. Ma sul finire del 1691 cominciarono ad accadere strani avvenimenti. Una bambina di nome Sarah Cole era solita trovarsi insieme ad alcune amiche e giocare ad indovinare il proprio futuro. Per rendere il tutto più suggestivo, decisero di fabbricare una sorta di sfera di cristallo, consistente in albume d’uovo galleggiante in un bicchiere d’acqua. Un giorno alla bimba sembrò di intravedere uno spettro e una bara in questa sfera; riferitolo alle amiche, in breve tempo la notizia arrivò all’orecchio dei genitori delle ragazzine che, preoccupati, ne parlarono con il reverendo Parris, prelato di Salem. Consultato anche un medico, quest’ultimo e Parris convennero che quella strana manifestazione era segno della presenza di stregoneria, cosa che, secondo la legge dell’epoca, doveva essere denunciata in quanto reato. Ma il reverendo decise di non appellarsi alla giustizia e di fare come se nulla fosse accaduto.

 

 

I primi arresti. Poco tempo dopo una coppia di schiavi caraibici di casa Parris, Tituba e John Indian, istigati da una donna del villaggio, Mary Tibley, fecero mangiare a un cane una focaccia composta da farina di segale mista a urina delle giovani ipoteticamente colpite dal maleficio, per vedere se anche sull’animale accadesse alcunché. Parris denunciò ovviamente la Tibley, ma da quel giorno, come per contagio, altre otto ragazze, comprese tra i dodici e i diciannove anni, cominciarono a mostrare strani comportamenti. Nel febbraio del 1692, Tituba Indian venne arrestata, assieme ad altre due giovani, Sarah Good e Sarah Osborne. Mentre la prima si dichiarò pubblicamente una strega, le altre due insistettero per la propria innocenza. Nel frattempo, come detto, diverse altre ragazze manifestavano segni di presunta stregoneria. Il reverendo Parris organizzò vari digiuni presso le famiglie colpite da questi fenomeni, ma proprio durante un incontro comune alcune giovani si lasciarono andare a manifestazioni ancora più gravi (convulsioni, irrigidimento degli arti).

La caccia vera e propria. La goccia che fece traboccare il vaso fu l’arresto di un’altra donna, Martha Cory, che al momento dell’interrogatorio si mostrò in grado di far provare a distanza, muovendo semplicemente le mani o le labbra, sensazioni di tipo fisico alle ragazze lì presenti. I pastori cominciarono a parlare pubblicamente di fenomeni di stregoneria vera e propria. Nella primavera del 1692, dunque, a Salem iniziò la persecuzione nei confronti di chiunque, uomo o donna, manifestasse segni che potessero essere intesi come stregoneria. Decine e decine di impiccagioni si susseguirono prima che alla Corte di Giustizia della regione sorgesse il dubbio che si stesse esagerando: i documenti dell’epoca certificano che molte accuse erano fondate pressoché sul nulla. Nell’autunno dello stesso anno, il governatore Phips proibì ogni ulteriore carcerazione o processo per fatti di stregoneria e sciolse la Corte. Tuttavia, all’inizio del 1693, una speciale Corte di Giustizia prese in esame gli ultimi 52 casi: 49 detenuti furono assolti e a tre, condannati a morte, fu commutata la pena. Da allora non si registrò più alcun altro caso di stregoneria.

 

 

Salem oggi. Dopo questo caotico e drammatico passato, oggi Salem punta pressoché interamente il proprio turismo sulla rivisitazione dei misteri di quel 1692, così sentiti nella cultura comune che la città è stata addirittura nominata National Historic Site of America. Ogni negozio, ristorante, albergo, strada ed edificio è strutturato secondo una suggestiva architettura gotica, che lascia la mente del turista libera di catapultarsi in ambientazioni misteriose e dalle tinte quasi magiche. Vi sono diversi musei incentrati sulla storia delle streghe e sui processi che si svolsero in città oltre 300 anni fa. Addirittura, alcune case sono state appositamente riadattate come fossero delle sorte di giostre, in cui è possibile immergersi in un clima da “casa degli spettri”. Tantissimo fascino, dunque, che, oltre ai numerosissimi viaggiatori, ha catturato l’attenzione anche di grandi scrittori: Stephen King e Nathaniel Hawthorne hanno ambientato alcuni dei loro più grandi capolavori proprio a Salem. Il tema dei libri? Nemmeno a dirlo, la stregoneria.

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