Prove di disgelo

Estonia-Russia, scambio di spie Una storia da farci un romanzo

Estonia-Russia, scambio di spie Una storia da farci un romanzo
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Le spie ci sono, l’ambientazione (il confine russo-estone) è quella giusta, e c’è pure un ponte su cui è stato effettuato lo scambio dei prigionieri. Sembra un episodio appartenente alla storia della guerra fredda e invece è accaduto domenica 27 settembre 2015. L’ufficiale dei servizi segreti estoni, Eston Kohver è stato liberato dopo essere stato condannato da Mosca a quindici anni di prigione per spionaggio, nel mese di agosto. Il rilascio di Kohver è avvenuto contemporaneamente a quello di Alexeij Dressen, un ex ufficiale dell’intelligence di Tallinn, condannato nel 2012 per controspionaggio – avrebbe fornito dati segreti alla Russia dal 1991, anno di indipendenza dell’Estonia. Lo scambio è avvenuto su un ponte del Piusa, il fiume che separa la regione russa di Pskov dalla contea estone di Polva, ed è il frutto di «lunghi negoziati», come ha affermato il capo del Servizio di Sicurezza dell’Estonia, Arnold Sinisalu, a una conferenza trasmessa in diretta televisiva. Accanto a lui sedeva Kohver, felice di essere tornato finalmente a casa. Ha ringraziato tutte le autorità che l’hanno aiutato a «per così dire, sopportare la prigione».

 

https://youtu.be/t-f3W7Vhrtw

 

Due versioni differenti. Eston Kohver fu arrestato dai Servizi Segreti russi (Fsb) il 5 settembre del 2014, insieme a sua moglie, Victoria Dressen, la cui condanna è stata seguita dalla sospensione della pena. Il governo estone ha comunicato che Kohver stava conducendo un’indagine su dei contrabbandieri che operavano sul confine con la Russia, attività della criminalità organizzata contro cui l’Estonia sta combattendo da anni. Il giorno dell’arresto Kohver avrebbe dovuto incontrare un informatore russo. Con sé aveva la pistola d’ordinanza, cinquemila euro per pagare l’informatore e un registratore. Purtroppo, si trovò davanti a un gruppo di uomini armati che, dopo averlo stordito con una granata, lo trasportarono oltre il confine estone. Secondo Mosca, invece, la vicenda sarebbe andata in modo differente. Il compito di Kohver sarebbe stato quello di reclutare informatori russi e la pattuglia in cui si è imbattuto (per caso, sostengono i russi), lo avrebbe già trovato in territorio straniero. Dopo l’arresto, inoltre, l’agente è stato accusato di altri crimini, tra cui quello di contrabbando, attività su cui invece stava indagando, secondo il governo estone e secondo quanto dichiarato dallo stesso Kohver. Le due versioni sono molto differenti, ma la cronologia degli eventi e certe coincidenze sembrerebbero, in parte, dare ragione al governo di Tallinn.

 

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Khover in cambio di Dressen. Inizialmente Tallinn ha cercato di mantenere la calma, di evitare che i rapporti già tesi con Mosca si aggravassero. Chiaramente, il governo sperava che la vicenda si potesse risolvere rapidamente e senza troppo clamore. Tuttavia, il 7 settembre la televisione russa trasmise l’immagine di Kohver in un’aula di tribunale. Era sotto accusa per spionaggio. Europa e Stati Uniti si schierarono con l’Estonia, dichiarando che l’accaduto era inaccettabile e il processo una farsa. Il premier estone Taavi Roivas ha affermato che il verdetto finale «non ha niente a che fare con un giusto processo». Secondo i quotidiani estoni, i Russi avrebbero organizzato l’arresto per potere chiedere la liberazione di Dressen. Il governo di Tallin ha in parte confermato, affermando che le trattative per il rilascio dell’ex ufficiale erano già in corso da due mesi. La cattura di Kohver, dunque, avrebbe dovuto portare a una sorta di do ut des. L’accaduto ha profondamente destabilizzato l’equilibrio diplomatico tra Estonia e Russia, peraltro messo a dura prova dalla presenza di una base Nato nella cittadina estone di Ämari, e dalla disapprovazione di Tallinn per l’appoggio russo ai separatisti ucraini, nonché per la guerra condotta in Crimea.

Un tempismo sospetto. Kohver, che i colleghi definiscono «un uomo forte e leale», è stato accolto con calore dal suo Paese e dalla sua famiglia. Il suo rilascio è stato definito dal ministro degli Esteri Marina Kaljurand  come una «buona notizia per l’Estonia e per l’intera Europa» e ha ringraziato gli altri Paesi dell’Unione per avere fatto pressioni su Mosca. Su Twitter, l’avvocato difensore di Kohver, Mark Feigin, ha scritto che il rilascio è stato organizzato a livello politico e che «sta accadendo tutto a ridosso della visita di Putin alle Nazioni Unite... Non ci sono altre ragioni». Proprio lunedì 28, infatti, Putin è atterrato negli Stati Uniti. Prima di entrare nel quartier generale dell’Onu, a New York, ha incontrato anche Barack Obama, per la prima volta dal 2013.

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