La polemica

Sosta in centro, domenica si paga L’opposizione: «Piano demenziale»

Sosta in centro, domenica si paga L’opposizione: «Piano demenziale»
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Quel simbolo dei giorni lavorativi nella zona più centrale della città, con i due cartelli incrociati, rassicurava l’automobilista nell’atto di avvicinarsi al parchimetro. Se era un giorno festivo però. Significava sosta gratis. Ora il simbolo è sparito. Da domenica, come da piano della mobilità della Giunta Gori, si paga anche la domenica. È il secondo passo della «rivoluzione copernicana» della sosta messa a punto dall’Amministrazione. A novembre è entrato in vigore il ritocco alle tariffe delle strisce blu: venti centesimi all’ora di rincaro nella «zona rossa», con la possibilità però di lasciare l’auto più a lungo (due ore invece di una nella «zona rossa» della città; da due a tre ore nella zona periferica, passata da 1,40 a 1.50 euro all’ora; da 4 a 5 in quella più periferica, da 0,80 a un euro all’ora).

Nasce così una specie di Area C nostrana. «Trovo ragionevole – spiega l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni a L’Eco di Bergamo – che nelle zone più centrali e di maggior afflusso si faccia pagare anche la domenica e ci sia un’adeguata rotazione». L’obiettivo è disincentivare l’uso dell’auto nel cuore della città, per contrastare l’utilizzo del mezzo privato, rendere più conveniente il mezzo pubblico e incentivare la sosta nei parcheggi multipiano. La zona interessata ha un diametro di un chilometro o poco più, e riguarda mille posti sugli oltre duemila delimitati dalle strisce blu presenti in città: da piazza Matteotti a viale Papa Giovanni, da via Moroni a Largo Belotti, da via Scotti a via Masone. Si potrà continuare a parcheggiare gratis, invece, a ridosso del centro, per esempio alla Malpensata o all’ex Enel. Si paga anche in Città Alta, naturalmente, ma questa non è una novità. «Valuteremo come andrà in questi primi mesi, pronti a fare dei correttivi se necessario», dice ancora Zenoni. Si potrebbero anche cambiare i confini della zona interessata, nel caso una di quelle a ridosso venga sistematicamente presa d’assalto. Il piano della sosta dovrebbe portare circa 650 mila euro di introiti in più all’anno nelle casse di Atb, gestore della sosta per conto del Comune. Soldi che verranno reinvestiti in mobilità sostenibile: si potrebbe potenziare anche il servizio dei bus, per esempio. Ma sono provvedimenti tutti da valutare.

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La polemica. «Dopo l’aumento delle tariffe, arriva la stangata finale alla vivibilità della città — attaccano i consiglieri Alberto Ribolla e Luisa Pecce (Lega Nord), Stefano Benigni (Forza Italia), Andrea Tremaglia (Fratelli d’Italia) e Davide de Rosa (Lista Tentorio) —. Il buonsenso suggerirebbe di rendere gratuiti i parcheggi anche al sabato, ma questa giunta fa l’opposto con gravi ripercussioni per commercianti e residenti, che la domenica lasciavano l’auto nelle strisce blu». L’opposizione teme che la gente si allontani ulteriormente dal cuore della città, scegliendo la comodità dei centri commerciali. «Vogliamo restare fuori da ogni polemica — precisa il presidente del Distretto urbano di commercio (Duc), Roberto Ghidotti, al Corriere della Sera Bergamo —, ma abbiamo ricevuto lamentele. Per ora il rincaro è un problema, si tratta di capire con quali risposte arginarlo». Giovedì prossimo i rappresentanti del Duc, di Bergamo Centro e dei borghi incontreranno l’assessore Zenoni. Secondo Roberto Amaddeo, capogruppo della Lista Gori, la sosta non sarebbe un problema: nel 2016 a Bergamo hanno aperto 52 nuovi negozi, «sintomo di una ripresa – dice al Corriere Bergamo - che si fonda sull’equilibrio: la città non può pensare che la macchina sia l’unico mezzo. Capisco che sia un fastidio e un sacrificio, ma le risorse recuperate verranno investite per la mobilità sostenibile». Per Massimiliano Serra, capogruppo del Pd, quella del centrodestra è tutta propaganda: «I cittadini devono passeggiare, non fare la gimkana fra le auto. Il commercio ha storicamente beneficiato degli interventi di razionalizzazione; le vie liberate dal traffico sono fiorite, il cuore di Bergamo è un centro commerciale a cielo aperto. Il centrodestra vorrebbe una città drive-in, dove si parcheggia davanti al negozio, ma è un modello superato in tutta Italia». Sull’argomento si registra anche l’intervento di Forza Nuova Bergamo: «Ormai - sostiene in un comunicato il segretario provinciale Serughetti - il centro città è abbandonato in mano a gruppetti di ragazzi e a vere e proprie bande, per la maggior parte dei casi composte da stranieri, che più di qualche birra non comprano. I negozianti vedono i propri affari ridursi ogni mese, con il rischio che la chiusura di negozi storici, una volta impensabile, diventi oggi realtà. Il tutto a discapito dell'occupazione e della legalità: non è infatti una novità ma una tendenza in continuo aumento che in centro stiano aprendo solo store cinesi o “ristoranti” etnici. Ciò va a ledere anche l'immagine della città essendo, di conseguenza, diminuita la qualità della proposta commerciale offerta ai visitatori».

Poi pagheranno i residenti. Anche chi abita in centro dovrà mettere mano al portafoglio, secondo il terzo punto del piano della sosta di Palazzo Frizzoni. Tre le tariffe previste per parcheggiare nelle strisce gialle a seconda delle fasce: 120 euro all’anno nella zona rossa che coincide con il centro e Città Alta, 90 euro nella zona arancio (la cintura attorno al centro) e 60 in quella gialla (i quartieri più periferici). Una cosa già fatta da altre città. L’obiettivo dell’amministrazione Gori è partire entro la fine del mese, massimo febbraio. Si procederà in modo graduale, partendo dalle zone della città dove già i cittadini sono in possesso dei pass. Verranno inviate a casa tutte le informazioni sulle nuove tariffe e le modalità di pagamento dei tagliandi, così da evitare l’assalto agli sportelli del Comune.

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