Lo dicono i ricercatori

Verdura ai bimbi, il segreto sta nel cominciare presto e bene

Verdura ai bimbi, il segreto sta nel cominciare presto e bene
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È il problema di tutte le mamme, far mangiare le verdure ai loro bambini una volta seduti sul seggiolone. Perché il verde, ai piccoli, sembra proprio non piacere e, alla vista del cucchiaino con quel alimento che-proprio-no, voltano il visino dall’altra parte o, mangiato il boccone, fanno una bella pernacchia e tutto finisce ovunque tranne che nello stomaco. Lo stratagemma per educare a conoscere e poi ad apprezzare le verdure – anche da grandi – forse c’è. Basterebbe infatti nascondere piccole quantità di purea di verdure già nel latte (quindi nel biberon) e poi nel riso durante lo svezzamento. Lo insegnano i ricercatori  della University of Leeds, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Appetite.

 

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Lo studio: meglio abituarsi da piccoli. È di origine inglese ma l’ispirazione è franceseperché pare che le mamme d’oltralpe siano più esperte in materia. I numeri sono ancora ridotti (lo studio è stato condotto su 36 madri con bambini di sei anni), ma comunque utili per porre le basi per corrette azioni educazionali green. Mamme e pargoli sono stati suddivisi in due gruppi: al primo è stato data una dieta solo all’insegna del bianco, ovvero latte per 12 giorni consecutivi, seguiti da altrettanti con riso non condito; al secondo, stessa alimentazione ma con l’aggiunta di un po’ di colore nel latte grazie a una purea di verdure a base di carote, fagiolini, spinaci e broccoli per dodici giorni, seguiti per lo stesso periodo di tempo da una pappa con riso anch’esso vivacizzato nel gusto e per l’occhio.

Alla fine, i risultati darebbero ragione all’esperienza delle mamme, perché i bambini abituati a mangiare la purea di verdure fin da piccoli avevano abituato il loro palato a questi alimenti, con la conseguenza che erano perfettamente in grado di apprezzarli anche da grandi.

Altri studi: variare e non demordere. Nella stessa direzione vanno anche due altri studi condotti dai ricercatori del Nestlé Research Center di Losanna, pubblicati sulle riviste Appetite e Food Quality and Preference. Gli studiosi avevano tutta l’intenzione di decifrare la dinamica per cui i bambini accettano o rifiutano un cibo e soprattutto come potere reagire efficacemente al loro no.

 

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In un primo studio, a bambini svezzati tra i 6 e i 12 mesi, un po’ francesi e un po’ tedeschi, è stata introdotta della verdura nella dieta: a un gruppo sempre la stessa per i 9 giorni consecutivi senza che fosse osservato nessun cambiamento; a un secondo, tre diverse verdure, sostituite ogni tre giorni, il che stimolava un lieve cambiamento a bassa frequenza; infine, al terzo gruppo le stesse tre verdure del secondo, ma alternandole giornalmente (viva la dieta variata e bilanciata!), e in questo caso si ottenevano buoni risultati in termini di accettazione da parte del bambino. Quindi, quanto più erano variegate le verdure offerte, tanto più il bambino era disposto a mangiarle volentieri. Per la gioia della mamma.

In un secondo studio, condotto con bambini di sette mesi, è stato invece dimostrato che insistendo davanti a un rifiuto alimentare da parte dei piccoli, ovvero riproponendo lo stesso cibo per 7-8 volte di seguito, alla fine (forse presi dallo sfinimento) i bambini si persuadevano a mangiarlo, anche con gradimento, in oltre il 70 percento dei casi. E le mamme confermavano che il 63 percento dei bambini continuava a voler nel piatto proprio quell’alimento cui si era opposto iniziale rifiuto, anche a nove mesi di distanza dalla partecipazione allo studio. Arriverebbe quindi così la conferma scientifica che i bambini imparano davvero in fretta: anche per quanto riguarda il mangiare bene e sano. Basta che l’abitudine cominci poco dopo la culla, consentendo loro di apprezzare progressivamente sapori diversi.

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