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10 regole per buone vacanze quando si sceglie la montagna

10 regole per buone vacanze quando si sceglie la montagna
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C’è chi sogna una vacanza rilassante in un atollo tropicale e chi invece predilige l’avventura in alta quota. Non una vacanza montana alla portata di tutti ma passeggiate, trekking, ferrate e biciclettate in vetta al mondo. Può rappresentare un limite o una controindicazione per alcuni? Gli esperti assicurano di no, nemmeno per chi soffre di problemi particolari, come gli ipertesi. I quali, tuttavia, per evitare conseguenze da pressione alta devono fare attenzione e rispettare alcune norme di sicurezza. Le insegna ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari) Onlus che ha messo a punto un  decalogo del «Buonsenso ad Alta Quota».

Il decalogo. Bastano pochi comportamenti corretti, solo dieci mosse semplici da attuare, a costo zero ma con esiti al 100 per cento per la salute, specie del cuore. Più protetto dai contraccolpi causati da pressione alta, evento suscettibile in caso di vacanze sull’Everest, simbolicamente parlando, e più al riparto dall’insorgenza di altre possibili problematiche, come la trombosi ad esempio. Ci sono, innanzitutto, dei miti da sfatare come il fatto che l’alta montagna faccia male o non sia indicata per gli ipertesi. Non è così: essa non causa problemi neppure a questa categoria di appassionati vacanzieri a patto che, essendo soggetti a pressione alta, adottino alcuni accorgimenti cautelativi e preventivi.

 

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  • Scalare le alte vette sì, ma con qualche limite. Anche la spregiudicatezza e lo spirito di avventura non possono andare oltre, almeno in termini di quota. Gli esperti raccomandano di non superare i 2500-3000 metri di altezza perché la pressione arteriosa aumenta per via dell’aria più rarefatta e dell’assenza di ossigeno. Un rischio maggiore, insomma, per gli ipertesi.
  • Fare attenzione alle basse temperature. Anche queste nascondono un possibile evento avverso, infatti l’abbassamento della temperatura porta a un naturale innalzamento della pressione sanguigna che significano, ancora una volta, esposizione maggiore a picchi di pressione.
  • Usare moderazione. Almeno nello svolgere attività fisica intense o altre mansioni che implicano sforzi importanti. Anche la fatica fa aumentare la pressione; ciò non esclude escursioni in quota, le quali vanno effettuate con senso di responsabilità, usando cioè moderazione e avvedutezza nella scelta del rifugio o della meta da raggiungere, senza che questi richiedano un impegno fisico importante.

 

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  • Mangiar leggero. Eh, sì. Un difetto della cucina di montagna è avere molti grassi e calorie perché preparata con burro e formaggi, che devono scaldare. Inoltre spesso sono inclusi nella tavola montana cibi salati, che alzano anch’essi la pressione, e alcolici come grappe e liquori che vanno evitati. Lo stesso vale anche per il fumo, un altro fattore di rischio per la pressione.
  • Consumare piccoli pasti e frazionati. Una saggia strategia mangereccia è quella di consumare più spuntini, di piccole proporzioni nell’arco della giornata, a base di cibi facilmente digeribili; dunque niente alimenti grassi e ricchi di sale. Tanto più che il bisogno di calorie in alta montagna è diverso da quello abituale, fino a poter dare adito a un calo dell’appetito chiamato “anoressia da alta quota”, causato dalla mancanza di ossigeno.
  • Bere, bere, bere. L’organismo è sempre assetato, anche in montagna, specie quando passeggia. Nello zaino e nel kit del trekker non deve mai mancare almeno mezzo litro di acqua, da rimpinguare durante le varie stazioni.

 

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  • Munirsi della terapia abituale. È indispensabile avere sempre con sé i propri farmaci di uso giornaliero, continuando ad assumerli come d’abitudine, senza considerare il fuso orario, ma ricordando che oltre i 3500 metri di altezza i farmaci smettono di fare effetto. Infine, se si affronta un viaggio in aereo i farmaci vanno conservati in un sacchetto di plastica a parte.
  • Ripetere gli esami del sangue. È consigliabile monitorare i propri parametri sanguigni con costanza, anche a domicilio e intervenire, dietro consiglio medico, laddove eventualmente necessario.
  • Dotarsi di un identikit cartaceo. Nel portafoglio, in borsa o dove ritenete più opportuno, è raccomandato tenere un foglio con annotate le generalità, eventuali allergie, malattie di cui si soffre o problemi per i quali si è in cura, così come le medicine assunte quotidianamente, compresi posologia e dosaggi.
  • Essere previdenti non è mai troppo. Ovvero viaggiate cioè un kit di sopravvivenza, contenente oltre ai regolari farmaci, anche repellenti per insetti, bende elastiche, lassativi, antiinfiammatori, antibiotici, antidiarroici, antidolorifici, cerotti, sonniferi, apparecchio per la pressione, bombolette di ossigeno, coltellini svizzeri, forbicine, pinzette per fare fronte ad ogni evenienza o emergenza. E trascorrere una buona vacanza ad alta quota!
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