Un articolo del NYT

4 regole per scegliere l'università (e far sì che sia un bene per la vita)

4 regole per scegliere l'università (e far sì che sia un bene per la vita)
Pubblicato:
Aggiornato:

Riportiamo la traduzione di un articolo apparso sul New York Times il 31 luglio 2015, firmato dal giornalista e scrittore Nathan Gebhard.

 

Quattro passi per scegliere una facoltà universitaria

Cosa starai facendo tra vent’anni in questa precisa data? No, davvero. Prova a rispondere. Dato quello che sai di te stesso e del modo in cui cambi, e di quello che sai sul modo in cui cambia il mondo, puoi davvero predire accuratamente come sarà il futuro e che ruolo ci giocherai? Gravi avvertimenti dei genitori, dei consulenti scolastici e delle notizie che provengono dal mondo dei media ti suggeriscono che la facoltà che scegli detterà automaticamente il lavoro che farai. Di botto, è come se non stessi solamente scegliendo una facoltà; è più come se stessi scegliendo la direzione ultima del tuo destino.

Quello che mi sarebbe piaciuto sapere quando ero all’università è che il lavoro muta e plasma le persone in modi assolutamente imprevedibili. Questo non l’ho solo imparato dalle statistiche, ma specialmente dallo stare seduto con migliaia di persone a conversare limpidamente a proposito del lavoro, della vita, e di quello che ci vuole a creare qualcosa che per te abbia un significato. Questa consapevolezza l’ho sviluppata dopo l’università, quando ho realizzato che non ne sapevo abbastanza per decidere che cosa fare della mia vita.

Due miei amici erano ugualmente persi, così abbiamo intrapreso un road trip per scoprire noi stessi, cercando le persone che avevano trovato qualcosa che amavano per chiedere loro come avevano fatto. Quel viaggio si è trasformato in Roadtrip Nation, un’organizzazione per aiutare i ragazzi ad esplorare i percorsi di una particolare carriera, e che, tra le altre cose, produce un curriculum per gli studenti di scuola media e superiore e una serie televisiva con parecchie puntate sul cosa voglia dire trovare un lavoro che abbia un significato.

Dopo 15 anni passati a parlare con chiunque, da amministratori delegati ad allevatori di cammelli, quello che ho imparato è confortante: la maggior parte delle persone sono insicure a proposito di quello che stanno per iniziare. Quello che finiscono a fare non è un risultato diretto della facoltà che hanno scelto; è il risultato di un processo tortuoso. La facoltà di partenza – sia che vi ci siano fermati o ne abbiano trovate nuove applicazioni – è stata l’iniziale sfida ai loro interessi, ai loro valori e alle loro capacità – tutte abilità che sviluppandosi hanno insegnato loro cosa significa lavorare duro e soffrire per arrivare là dove merita. Questi sono i passi perché facciate la stessa cosa:

 

1) Separate i vostri obiettivi dagli obiettivi che altre persone hanno per voi.

Come fai a zittire il rumore che viene dalla tua famiglia, dai tuoi amici e dalla società? I tuoi genitori ti suggeriscono di fare l’avvocato, i responsabili delle politiche definiscono il tuo successo in termini di stipendio, e in tutto questo hai una voce dentro la testa che ti dice che non sei abbastanza intelligente.

Per il regista candidato all’Oscar Richard Linklater (regista del bellissimo Boyhood, ndr), il rumore gli suggeriva che l’arte non l’avrebbe portato da nessuna parte. Amici e famiglia – persone che rispettava – gli avevano suggerito di fare medicina, o legge. Mr. Linklater suggerisce di considerare da dove deriva l’idea di queste persone. «Davvero vogliono che io diventi un dottore? Davvero vogliono che diventi un avvocato?», si chiese lui. «No, è solo che suona bene». Invece, il regista realizzò: «Non voglio vivere come loro, sai? Non voglio la loro vita. Mi ricordo di essere stato seduto lì e aver pensato: Ok, rifiuterò ognuno di questi consigli e, rispetto a quello che ognuno mi dice, farò una completa e polare inversione di 180 gradi».

Dopo aver lasciato l’università Sam State di Houston al secondo anno, Richard iniziò a lavorare su una piattaforma petrolifera. Ha usato i suoi risparmi per acquistare attrezzature e prendere lezioni di cinema in un college. Si può dire che l’autore di Boyhood sfidò le aspettative delle persone di casa.

 

2) Dimentica la passione; segui un interesse.

Molti suggerimenti da parte tutte le facoltà sono lì a dirti: segui la tua passione. Ma la passione è qualcosa che scopri col tempo, trovando un interesse, anche se piccolo, e nutrendolo. Non c’è un’epifania; è piuttosto una collezione di piccole decisioni che ti muovono, passo dopo passo, per quanto i passi siano piccoli.

Adam Steltzner, un ingegnere del Jet Propulsion Laboratorydella NASA, si diplomò appena alla scuola superiore, lasciò una scuola di musica e sfogò la sua irrequietezza suonando in alcuni gruppi rock. «Iniziai a notare che, quando arrivavo a casa di notte dopo aver suonato da qualche parte, le stelle erano in una diversa posizione nel cielo. Pensai: Uao, si muovono. Perché si muovono?». Quel momento sarebbe potuto passare senza che cambiasse niente nella sua vita, se non che Adam s’iscrisse ad una classe di astronomia ad un’università, una classe che richiedeva una base di fisica come prerequisito. Questo lo avviò in un percorso che, da ingegnere meccanico al dottorato, lo portò a far atterrare il robot Curiosity su Marte.

Adam non seguì la facoltà di ingegneria in sé, perché questa l’avrebbe portata ad un lavoro statico. Quando sentì che il braccio della curiosità lo trascinava da qualche parte, Adam lo seguì. «Arrendetevi al processo», consiglia lui, «piuttosto che all’obiettivo».

 

3) Poni le tue decisioni nel mondo reale.

Sia che tu sia attaccato a qualcosa per la sua promessa di prosperità o per una relazione profonda che hai con quella cosa – sia che quella cosa sia giusta o sbagliata – gli esperti avvertono: fai in modo che le aspettative coincidano con la realtà.

Veronica Belmont, una presentatrice, produttrice e scrittrice per la Tv e il Web (con 1.75 milioni di persone che la seguono su Twitter), avverte: «Se sei davvero appassionato ad un certo tema, e vorresti lavorare in quel campo, ti devi chiedere perché non lo stai già facendo». Ora più che mai è possibile sbirciare il funzionamento interno di un’industria. Seguire qualcuno su Twitter per avere indizi su un particolare campo, leggere pubblicazioni industriali per capire qualche particolare trend, o guardare gratis lezioni online.

Se qualcosa suscita il tuo interesse, immergiti completamente in uno stage. Ms. Belmont iniziò a studiare produzione audio all’Emerson College di Boston e da lì inizio ad approfondire il suo studio sui media e la cultura di Internet. Uno stage in una società di produzione audio chiamata CNET alimentò il suo interesse nel settore tecnologico.

La cosa importante, suggerisce Ms. Belmont, non è padroneggiare qualcosa ma provare prima di investire anni di tempo ed educazione.

 

4) Sì, in quello che fai devi essere bravo. Sii flessibile.

Ti tuffi nel mercato del lavoro, fallisci in un’impresa, realizzi che le cose non sono andate come previsto – queste realtà ti costringeranno a piegare, distorcere e ridisegnare il tuo ideale.

Il progetto cautamente pianificato di Jad Abumrad iniziò a svanire quando si rese conto che il lavoro che la sua facoltà gli aveva permesso di procurarsi non faceva per lui. Aveva studiato composizione musicale e scrittura creativa all’Oberlin College and Conservatory, intenzionato a girare dei film. «Non funzionò. Non ero molto bravo in quello. Così, ad un certo punto, mi sono arreso. Ho pensato che il mio piano fosse sbagliato».

Era pronto a ripartire da zero prima che la sua ragazza lo fece ragionare sul fatto che non doveva abbandonare del tutto ciò su cui aveva lavorato. «Mi suggerì: Ti piace scrivere. Ti piace fare musica. Non eccelli particolarmente in entrambi i campi, ma magari puoi trovare qualcosa nel terreno di mezzo. Puoi provare con la radio».

Non fu una transizione senza soluzione di continuità – iniziò a lavorare gratis – e se ne uscì fuori creando uno stile radiofonico che mischia scienza e narrazione di storie con musica e suoni. Come produttore e presentatore di Radiolab in onda su WNYC, il suo lavoro è parecchio vicino a quello che inizialmente aveva immaginato per se stesso, dirigere film; ha soltanto avuto bisogno di ridisegnare il suo pensiero per arrivarci.

È quel tipo di mentalità flessibile che i nostri soggetti intervistati hanno fatto emergere, giorno dopo giorno. Una facoltà non è una frase che dura tutta la vita; è un salto di partenza. Inciamperai ancora e dovrai ricalibrare la rotta. Ma se vivi la tua vita connettendo ogni punto successivo, ti aprirai a delle possibilità che non avevi minimamente pianificato.

Seguici sui nostri canali