Dell’Istituto Superiore di Sanità

7 regole auree per l'arrivo di un bebè (e per i suoi primi mesi di vita)

7 regole auree per l'arrivo di un bebè (e per i suoi primi mesi di vita)
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Quale genitore non si è mai chiesto, almeno una volta, se stesse allevando e crescendo il proprio figlio nel migliore dei modi. Specie ipotizzando che alcuni suoi comportamenti mantenuti in gravidanza o perpetrati nei primi anni di vita del bambino, possano avere influenzato la salute, lo sviluppo del nascituro e poi del bebè. Lo hanno fatto certamente 14mila neomamme, ovvero quelle che hanno partecipato a una mega-indagine, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, e i cui risultati sono oggi disponibili sul sito GenitoriPiù.

L’indagine. Era partita in via sperimentale nel 2006 in Veneto, regione pilota e coordinatrice del progetto. Poi il Ministero della Salute, in collaborazione con la Federazione italiana medici pediatri e l’Unicef, ha deciso di estendere la campagna di informazione su tutto il territorio nazionale, raccogliendo l’adesione di Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria e Valle d’Aosta. Con un importante obiettivo: coinvolgere il maggior numero di mamme e genitori e conoscere e informare riguardo le principali regole e comportamenti dei grandi che possono influenzare la salute dei piccoli, da zero fino a due anni di età.

Le azioni che fanno bene. Sette è il numero della salute, perché identifica i comportamenti che la mamma e i genitori in genere devono sapere e attuare per difendere la salute e il benessere del proprio bambino, prevenendo gravi rischi di diversa natura, dalle malattie ai traumi, alla morte precoce, tutti evitabili assumendo delle misure di sicurezza, spiegate in maniera facile in un sito interattivo, ricco di informazioni, spot, immagini e approfondimenti.

 

 

  • Non dimenticare l’acido folico. La raccomandazione è rivolta tutta alle mamme. Anzi, alle donne che hanno semplicemente l’idea di un bebè. Infatti l’acido folico è una vitamina preziosissima che va assunta già in fase di pre-concepimento e poi durante i primi tre di gravidanza, perché consente di prevenire gravi patologie, quali i difetti del tubo neuronale, tra cui la spina bifida e alcune patologie congenite, come le cardiopatie, le malformazioni delle labbra e del palato, le anomalie del tratto urinario e la riduzione degli arti. L’assunzione di acido folico, a un dosaggio di 0,4 mg al giorno, è sicura e, tramite una consulenza ad hoc, è bene parlarne con il proprio medico curante o il ginecologo di riferimento.
  • Stop all’alcool in gravidanza... Perché le bevande alcoliche possono avere effetti dannosi sulla salute del bambino, specie sullo sviluppo anomalo di organi e tessuti, ma può essere causa anche di aborto spontaneo, parto pre-termine, basso peso alla nascita, morte perinatale o morte in culla. Stop all’alcool anche durante l’allattamento perché esso oltrepassa la barriera placentare finendo nel latte. Ovvero il bebè beve con la mamma! …e al fumo. In gravidanza e davanti al bambino, perché anche il fumo passivo è dannoso per la salute dei piccoli. Ben vengano dunque le leggi che vietano il fumo nell’abitacolo delle auto o in presenza dei piccoli, sia dentro che fuori casa. Evitare le sigarette abbassa le percentuali di aborto spontaneo o di nascita prematura del feto, diminuisce il rischio di basso peso alla nascita, di mortalità prenatale o di morte in culla e salvaguarda il piccolo dalla probabilità di incorrere in infezioni.

 

 

  • Sì al latte materno. Per il bebè è l’alimento più completo che possa esistere, a tal punto che nei primi mesi di vita gli è sufficiente per crescere bene e sano. Perché lo protegge anche da infezioni gastro-intestinali, otiti, allergie alimentari e respiratorie, prevenendo anche il rischio di obesità. Allattare al seno fa bene anche alla donna e alla relazione mamma-bambino, creando un incredibile rapporto di amore e empatia.
  • Meglio a pancia in su. Almeno quando dorme e si fa addormentare il piccolo. È infatti la posizione più sicura per prevenire diversi rischi, anche la morte in culla. Inoltre è importante mantenere la temperatura della cameretta tra i 18° C e i 20° C, evitando di coprire troppo il bebè.
  • Attenzione ai pericoli, in auto e in casa. In auto fare uso del seggiolino omologato. Persino in caso di viaggi brevi, i piccoli vanno sistemati in dispositivi idonei e al peso, montati correttamente e dotati del marchio europeo. Ma anche a casa occorre fare attenzione a tutti i pericoli possibili, infatti adottare misure di sicurezza previene traumi e incidenti stradali o domestici che rappresentano ancora oggi una delle maggiori cause di  mortalità in bambini e adolescenti di età compresa tra 0-19 anni, sia in Europa che in Italia.

 

 

  • Non trascurare le vaccinazioni. Fin dal 60esimo giorno di vita, quando il piccolo può essere vaccinato, proteggendolo da malattie infettive alcune delle quali anche con implicazioni gravi e permanenti. I vaccini, eseguiti secondo il calendario vaccinale e/o quanto consigliato dal pediatra di famiglia o dagli operatori dei servizi vaccinali, stimolano la risposta immunitaria in grado di attivare nel bambino una difesa duratura ed efficace contro infezioni e altre minacce esterne.
  • Leggere le favole. Alla sera prima di dormire o in qualsiasi altro momento della giornata. La lettura di un libro non solo migliorerà il rapporto e la qualità del tempo trascorso con il bambino, ma stimolerà anche il suo sviluppo cognitivo, facilitando l’approccio alla parola scritta, la migliore capacità di attenzione, la conoscenza di più parole, favorendo anche la capacità di relazione a scuola e con gli altri bambini.

 

 

Qualche dato su cui riflettere. Seppure globalmente soddisfacenti, i comportamenti di mamme e papà non sono risultati sempre corretti e soggetti a una forte variabilità territoriale. Come ad esempio l’allattamento al seno in una zona della Calabria di solo il 5,2 percento dei piccoli di quattro-cinque contro il 39 percento nelle Marche; il consumo di alcolici in gravidanza, da parte di oltre il 28 percento di mamme a Milano o, ovunque, la scarsa assunzione di acido folico o la diffusa abitudine al fumo; l’elevata incertezza nel sottoporre i piccoli a vaccinazioni per timori infondati su questo importante strumento di prevenzione, che invece va promosso e raccomandato a tutela della salute dei piccoli e della collettività.

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