Un'indagine statunitense

Due consigli per la pressione alta che si cura innanzitutto a tavola

Due consigli per la pressione alta che si cura innanzitutto a tavola
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Essere strategici, o meglio preventivi, è una buona regola. Sempre, ma soprattutto quando si parla di salute. Infatti, l’adozione di comportamenti corretti e di uno stile di vita sano, alimentare compreso, può fare la differenza nell’allontanare lo sviluppo di determinate patologie o nell’aiutare a tenere a bada quelle già esistenti. Come la pressione alta, ad esempio, che secondo un recente studio della University of Southern California di Los Angeles, negli Stai Uniti, pubblicato sulla rivista American Journal of Physiology - Endocrinology and Metabolism, per mantenersi a livelli ragionevoli, potrebbe avvalersi di due trucchetti. Che poi diventano un’unica benefica soluzione: ovvero ridurre il consumo di sale, che in quantità eccessive fa schizzare la pressione alle stelle, e mangiare molta frutta e verdura ricca di potassio.

 

 

Il mix anti pressione-alta. Il mix anti pressione-alta è dato di certo da meno fattori di stress, da un po’ di moto con una camminata quotidiana a passo veloce, da una goloseria con un quadratino di cioccolato fondente puro almeno al 70 per cento (con i suoi flavonoidi) e da molte altre soluzioni ad hoc studiate anche con il proprio medico referente. A questa benefica composizione di elementi anti pressione alta si aggiungerebbe però uno strategico mix alimentare. Facile da adottare, perché non impone restrizioni caloriche o pesanti rinunce, ma solo la riduzione di sale e un elevato apporto di frutta e verdura ricche di potassio. Quest’ultima, secondo un gruppo di esperti americani, svolgerebbe sulla pressione infatti gli stessi effetti positivi di una dieta iposodica, compensandone o potenziandone i benefici. Una dieta ricca di frutta e verdura potrebbe, dunque, aiutare a combattere l’ipertensione; vale a dire che meno sodio e più potassio, strategicamente insieme, abbassano la pressione sanguigna.

 

 

Gli alimenti ricchi di potassio. I cibi dotati di potassio sono soprattutto quelli vegetali, come patate dolci, avocado, spinaci, o verdure a foglia verde, fagioli e banane che, introdotti regolarmente nella dieta, contribuiscono ad allontanare il rischio di ipertensione. Lo confermano i dati di alcuni studi scientifici da cui emerge che, indipendentemente dall’assunzione di sodio, l’elevato consumo di alimenti ricchi di potassio si associa a una riduzione dei livelli della pressione sanguigna. La ragione si spiega con il fatto che il sodio viene utilizzato dal nostro metabolismo per svolgere un'azione stabilizzatrice sui livelli sanguigni di potassio, una sostanza fondamentale per il buon funzionamento di alcuni apparati, tra cui quello circolatorio, nervoso e muscolare. Accade così che, se l’apporto di potassio non è sufficiente per il corretto mantenimento di queste funzioni, l’organismo in qualche modo è costretto a sfruttare le riserve di sodio, cioè a trattenere il sale in buona sostanza, per limitare il più possibile il consumo delle riserve di potassio. Da questo concetto già si intuisce come sia stretto il rapporto biologico fra sodio e potassio.

 

 

Le quantità di sodio necessarie. Resta allora da chiedersi quale sia il giusto quantitativo di potassio da immagazzinare affinché tutto proceda al meglio, senza cioè che una sostanza sia carente, anche dal punto di vista funzionale, rispetto all’altra e si debba ricorrere a degli espedienti compensatori. Scientificamente, e secondo la rivisitazione dei lavori in letteratura, l’apporto di potassio, che si stima carente nella dieta occidentale (a differenza del sodio che invece è ben superiore alla norma), dovrebbe essere di circa 4,7 grammi al giorno. Una quantità basica per soddisfare almeno due richieste: abbassare da un lato la pressione sanguigna e dall’altro ridurre gli effetti del sodio assunto tramite gli alimenti. Che significa anche diminuire il rischio di calcoli renali e tutelarsi dalla perdita del tessuto ossee, spesso dipendenti da quantità extralarge di sale.

 

 

Consigli alimentari e non solo. Non fatevi una idea sbagliata pensando che la dieta con potassio debba avvalersi solo di pochi cibi. Infatti si possono anche combinare più alimenti giusti: un po’ più di mezza tazza di fagioli neri, ad esempio, potrebbe soddisfare da sé il 50 per cento del fabbisogno giornaliero di potassio cui si possono integrare, oltre ai cibi già citati, frumento e farro, anche sotto forma di farine, riso ed orzo, uva, pere, albicocche fresche o disidratate, cavoli, porri, carciofi, nocciole e mandorle, tutti i legumi. E se alcuni, per necessità, devono essere cotti, meglio optare per la cottura a vapore o, nel caso di orzo e farro, a risotto, le quali contribuiscono entrambe a mantenere elevata la concentrazione di potassio. È bene evitare invece la bollitura che disperde questo microelemento nell’acqua.

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