E non è l'unico caso

Il giocatore norvegese acquistato grazie a un crowdfunding tra tifosi

Il giocatore norvegese acquistato grazie a un crowdfunding tra tifosi
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Il calcio è di chi lo paga. Prendi il Kristiansund (no, non è uno scioglilingua: è un club norvegese), voleva Nikita Baranov, difensore di 24 anni nazionale estone (16 presenze), ma i soldi per l’ingaggio non erano abbastanza. Ideona: crowdfunding. Così la società si è affidata a un sito norvegese supportato dal main sponsor, ha fatto girare la voce, i tifosi hanno detto wow, e le 200mila corone (circa 22mila euro) che mancavano per raggiungere l’ingaggio del difensoraccio le hanno pagate loro. Anzi, meglio. Il club ha annunciato di aver raccolto 500mila corone, soldi sufficienti a pagare il castellino del ragazzo e anche la parte di stipendio che mancava. E vissero tutti felici e contenti. Anche Michelsen, l’allenatore del Kristiansund: «Il fatto che siamo stati capaci di acquistare un nazionale è indicativo: il 2017 sarà un anno fantastico. Questo acquisto la dice lunga sul livello che raggiunto».

 

Baranov al Kristiansund.

 

Una volta il calciatore era l’eroe del popolo. Bastava andare fino ai cancelli del campo, attendere che uscissero dopo l’allenamento, e poi ci potevi parlare. Arrivò la tv e tutto cambiò. C’è uno spazio inaccessibile tra il mondo del calcio e il mondo del tifo. Che si colma con episodi come quello norvegese. Il tifoso diventa parte integrante di un progetto, di uno scopo, di una possibilità. È la comunità che si muove. I tifosi del Gremio hanno raccolto 24mila euro per pagare l’artista brasiliano Mario Pitanguy: costruirà la statua di Renato Portaluppi che con un gol ha regalato al club carioca la vittoria dell’Intercontinentale. Qualche settimana fa a Crotone i tifosi hanno raccolto i soldi per comprare un biglietto di Crotone-Roma a Nilo Montefusco, 53 anni, muratore disoccupato, che non poteva permetterselo. A Casarano hanno raccolto 7.500 euro per iscrivere la squadra al campionato di Eccellenza.

 

 

Aiuto reciproco, colletta, crowdfunding: i tempi cambiano, i vocaboli pure. Ma i concetti no. Nel 2016 è stata lanciata anche in Italia la piattaforma Tifosy, un sistema di crowdfunding dedicato esclusivamente al mondo pallone. In pratica funziona così: i tifosi presentano un progetto, una commissione li seleziona e poi parte la raccolta fondi sul web. Una volta raggiunta la quota: bingo, è fatta. Spicca #WeAreParma: i tifosi hanno raccolto più di 170 mila euro per costruire il museo dentro allo Stadio Tardini. Un successo. In Inghilterra, invece, i tifosi del Bradford hanno messo insieme 150 mila sterline per dotare lo stadio di spogliatoi nuovi e di un maxi-schermo, mentre quelli del Portsmouth hanno finanziato buona parte del nuovo centro sportivo con 270 mila sterline. Come dire: l’unione fa la forza. Ma con qualche spicciolo è anche meglio.

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