Una ricerca pubblicata su Acta Herpetologica

La Sicilia ha un nuovo tesoro Il rarissimo Boa delle Sabbie

La Sicilia ha un nuovo tesoro Il rarissimo Boa delle Sabbie
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Che la Sicilia sia una terra ricca di tesori, è cosa nota. Recentemente alcuni ricercatori ne hanno trovato un altro, che forse non piacerà a tutti, ma ha esaltato il mondo scientifico e ha anche ottenuto spazio in molti giornali del mondo (in Italia un po’ meno purtroppo). Un team di zoologi guidato da Gianni Insacco, direttore scientifico del Museo di Storia Naturale di Comiso, ha reso noto attraverso un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Acta Herpetologica di aver scoperto, nei pressi di Licata (provincia di Agrigento), 6 esemplari di Eryx jaculus, meglio noto come Boa delle Sabbie. Tre erano purtroppo morti, mentre gli altri tre sono stati catturati dai ricercatori, che hanno così potuto studiarli e analizzarli, prima di liberarli nuovamente nell’area in cui li avevano trovati.

 

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Un serpente rarissimo. La scoperta ha dell’incredibile perché il Boa delle Sabbie è considerato uno dei serpenti più rari in Europa, dove sarebbe presente solo in alcune zone dei Balcani del Sud e in Grecia. Ma anche nel mondo gli esemplari sono assai rari, e tutti compresi nel Nord Africa e in Medio Oriente. Nel nostro Paese questo serpente era ritenuto estinto sin dall’era Terziaria e non era inserito nella fauna italiana. Ciò nonostante diverse segnalazioni ne attestavano la presenza in Sicilia sin dagli anni ’30 del Novecento. Nessuno zoologo, però, aveva mai avuto la fortuna di trovarne un esemplare. Gianni Insacco, coadiuvato nella ricerca da Filippo Spadola dell’Università veterinaria di Messina e da Salvatore Russotto e Dino Scaravelli dell’Università di Bologna, è entusiasta: «È una scoperta importantissima. Si tratta della prima segnalazione a livello italiano di una specie che nel nostro Paese si riteneva estinta. Eryx jaculus è una delle specie di serpenti più rare in Europa e rappresenta l’unica specie Boa del Continente».

Il team di ricerca ipotizza che questa rarissima specie di serpente sia presente in Sicilia da secoli e secoli, ma che non sia mai stata scoperta a causa delle sue abitudini: animale notturno, il Boa delle Sabbie, come dice il suo stesso nome, tende a passare la maggior parte della giornata nascosto sotto terra. Inoltre, a differenza di altri serpenti, è molto sfuggente. Praticamente innocuo per l’uomo, raggiunge al massimo gli 80 cm di lunghezza, ma di media non supera il mezzo metro. Nell’articolo pubblicato su Acta Herpetologica, Insacco e il suo team illustrano la presenza di una popolazione stabile e riproduttiva di boa delle sabbie nel Sud della Sicilia, in un’area che si estende per circa 40 chilometri quadrati nella pianura alluvionale nota come “la Piana”, vicino al fiume Salso. Una zona storicamente molto importante, visto che fu teatro di due grandi battaglie nella colonia di Imera, la prima intorno al 405 a.C. e la seconda nel 310 a.C.

 

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Un po' di storia. Questo riferimento storico è fondamentale per capire la storia di questa specie: all'epoca la Sicilia era una colonia greca e furono proprio i Greci a importare i Boa della Sabbie in Sicilia. Insacco, intervistato dall’Ansa, spiega: «I Greci erano soliti impiegare serpenti come proiettili da gettare sulle navi avversarie prima dell’assalto, per creare scompiglio e paura. In genere usavano vipere private del veleno o, in alternativa, specie simili a quella, come appunto il Boa delle Sabbie». Prima dello sbarco in Sicilia della popolazione greca, dunque, gli zoologi escludono che serpenti di questo tipo fossero presenti. Sempre i Greci utilizzavano i Boa delle Sabbie anche per rituali religiosi e per questo erano animali molto rispettati e allevati con grande attenzione. Non è escluso che, all’epoca del loro dominio siciliano, la presenza di Boa delle Sabbie fosse massiccia.

Dotato di un capo corto e di un corpo piuttosto tozzo, il Boa delle Sabbie termina con una coda conica e poco lunga. Gli occhi sono piccoli, con una pupilla ellittica. È rivestito di squame piccole lucide e carenate, mentre la colorazione è grigiastra o bruna, con macchie scure sparse; il ventre è biancastro o giallastro chiaro. Si nutre principalmente di piccoli e medi roditori, ma gli esemplari più giovani predano anche lucertole. Oggi, sebbene siano serpenti molto rari, sono una specie richiesta dagli amanti dei rettili, ma anche tra le più costose. Gli esperti ne sconsigliano l’allevamento ai neofiti: data la sua natura sfuggente e la sua forma particolare, è particolarmente predisposto alla fuga e riesce a passare praticamente in ogni anfratto. A causarne l’estinzione in diverse parti del mondo è stata la stupida e infondata credenza che avveleni le acque dove si abbevera e per questo è stato ucciso senza pietà nell’arco dei secoli.

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