Due studi scientifici

Meglio non esagerare con il lavoro Il buon decalogo anti stacanovismo

Meglio non esagerare con il lavoro Il buon decalogo anti stacanovismo
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Meglio saperlo in anticipo, così da potersi regolare per il futuro: lavorare troppo fa male. Il che non deve suonare come un invito a bighellonare, bensì a moderare ritmi stacanovisti e intenzioni tutto ufficio e niente tempo libero. Recenti studi, di cui l’uno pubblicato su Lancet e l’altro citato da The Guardian, confermerebbero infatti che superare un tot di ore lavorative, specie dopo i 40 anni, potrebbe favorire lo sviluppo di problematiche al cuore e non solo. Come a dire: uomo avvisato, mezzo salvato tanto più che oggi esiste pure un decalogo per prepararsi psicologicamente a gestire orari di sano lavoro, utile a economizzare risorse e a tenere protetta la salute.

 

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Cattive abitudini lavorative. Ritmi frenetici mantenuti per tempi prolungati, stress e competitività con i colleghi, necessità di agire in tempo zero, per rispondere efficacemente a tutti gli stimoli esterni e non dare l’impressione di non essere sul pezzo, incapacità di reagire a eventuali feedback negativi da parte dall’ambito lavorativo, aspettative di carriera o le proprie tradite. Sono solo alcuni dei fattori che incidono maggiormente sulla qualità del lavoro moderno e soprattutto sulla salute. Il cuore è il primo a farne le spese, ma non è l'unico a logorarsi sotto un massiccio carico di lavoro e stress: incombono infatti anche insonnia, malumori fino alla depressione, problemi fisici gravi o cronici. Tutti sintomi che stiamo davvero tirando al massimo, meglio non farlo già dai 40 anni. Secondo recenti studi, superare le 55 ore lavorative a settimana intorno e dopo questa età, aumenterebbe del 27 per cento il rischio di ictus e del 13 per cento quello di sviluppare una malattia cronica. Ma non è tutto: lavoro, stress e annessi sembrerebbero avere un ruolo anche sulla salute mentale; uno studio dell’Università di Melbourne in Australia, asserirebbe che a una certa età, over 40 appunto, sarebbe meglio dedicare al lavoro solo 25 ore settimanali.

 

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La Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro. Non sono 24 ore dedicate a informare e sensibilizzare sugli incidenti professionali che comunque sono in costante crescita anche in Italia. Bensì si tratta di una Giornata istituita dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, ILO, per educare alla moderazione rispetto a ritmi lavorativi stacanovisti e stressanti, anche attuando piccoli e primari comportamenti. Fra le prime azioni da mettere in atto, ad esempio, ci sono la buona abitudine di decomprimere lo stress, cominciando dal non mangiare davanti al pc o saltare i pasti, fino a commutare pensieri in azioni a una velocità più bassa. Facile a dirsi, quest’ultima cosa, e meno a farsi vista la frenesia dei tempi moderni.

Il decalogo del lavoratore assennato. Ovvero come prepararsi psicologicamente e non solo, a gestire al meglio il lavoro. Bastano dieci regole, seguile!

 

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  1. Datti un limite. Almeno 90 minuti di disconnessine e stacco: sono quelli che devono precedere il momento di andare a letto, perché la luce blu emessa da pc, tablet e tecnologia in genere sveglia il cervello, eccitato anche dalla pressione esercitata dalla necessità di terminare ciò che si sta facendo entro i tempi desiderati.
  2. Svuota la mente. Di quando in quando libera la mente da ogni pensiero o impegno lavorativo, e lascia spazio all’inattività o a nuove idee, che non siano quelle professionali insomma. Alcuni personaggi illustri del passato hanno dato il meglio di sé, producendo opere straordinarie, le migliori della carriera, proprio durante i momenti di ozio. Rifletti!
  3. La creatività è la regola. Hai mai pensato a cosa significa dare corso a questa qualità? Essere creativo permette di fare e esprimere, anche materialmente, tutto ciò che piace. Niente male!
  4. Fai un pit-stop. Se lo concedono tutte le cose di valore, anche le auto. Perché tu non dovresti farlo, visto che sei una macchina perfetta? Specie se senti salire ansia, stress e paura fermati e fai un respiro profondo.
  5. Disintossicati. Non solo con la dieta, ma anche decongestionando il tempo dedicato al lavoro, con pause di sana inattività. Insomma un po’ di pigrizia quando ci vuole, ci vuole.
  6. Fai un back-up. Specie di tutti gli eventi e fattori positivi: utilizza queste esperienze in per allontanare quelle out. Potrai così valutare al meglio il contesto e pianificare la soluzione o altre opportunità, senza invece accanirti sul problema.
  7. Focalizza. Come farebbe un obiettivo quadrangolare, così da osservare la questione sotto diverse luci e capire qual è la strategia migliore da intraprendere per districare i bandolo di ciò che ti assilla.
  8. Due più due fa sempre quattro. Come dire che ogni problema che strada facendo appare complesso, potrebbe invece avere una risoluzione semplice. Nella visione complicata spesso si nasconde parte del problema.
  9. Realtà sostenibile. Occorre essere consapevoli che rischi e aspettative possono essere superati o disattesi. Dunque bisogna prepararsi a qualunque risvolto e saperlo accettare perché successi e fallimenti fanno parte del gioco e dell’esistenza, nella sua globalità.
  10. Sii camaleontico. Prova a trasformare il problema, avendo ben presente il tuo limite e quello degli altri. Infatti limiti e opportunità sono le facce di una stessa medaglia e entrambe vanno gestite, anche contemporaneamente se è il caso, senza perdere di vista la possibile soluzione. Mai, perché in 99 casi su 100 c’è sempre e può essere affrontata anche con ritmi un po’ più lenti e rilassati ed avvantaggiare al 100 per cento anche la salute.
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