Pater por adelante

Le metafore calcistiche del tifoso Jorge Mario Bergoglio

Le metafore calcistiche del tifoso Jorge Mario Bergoglio
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Papa Francesco è un tifoso del San Lorenzo de Almagro. Un grande tifoso. Per i mondiali, dato che è il Papa, ha dichiarato neutralità. Ma difficile credere che non stia tifando Argentina. Lo dimostrano i simpatici fotomontaggi che hanno iniziato a girare per il web dopo il fortunoso passaggio del turno dell’Albiceleste contro la Svizzera negli ottavi di finale: una benedizione dall’alto?

Parlare al cuore della gente, con semplicità. La passione per il calcio è stata da subito uno dei tratti distintivi di Jorge Mario Bergoglio, un tratto emblematico della sua vicinanza alla gente normale, della sua capacità di essere guida. Per tutti. Lo stesso vale per il suo linguaggio: lontano dal gergo teologico di tanti suoi predecessori, all’insegna di una semantica semplice, in grado di arrivare immediatamente al cuore delle cose (e delle persone). Papa Francesco non svaluta la Parola di Dio, ma la complementa con altre che permettono ad essa di arrivare un po’ più in là, a periferie altrimenti difficilmente raggiungibili dalla Chiesa.

Il linguaggio del calcio, vicino al popolo. Proprio su questa particolarità di Papa Francesco, ha svolto un interessante lavoro di studio ed analisi il giornalista ed ex allievo di Bergoglio Jorge Milia, i cui articoli sono stati pubblicato su l’Osservatore Romano e riproposti dal sito Terre d’America: sedici pezzi in cui il giornalista scruta con occhio curioso il gergo di Papa Francesco. Tra questi, uno è dedicato in particolare alle metafore calcistiche che spesso il Santo Pontefice ha usato per trasmettere i propri pensieri ed i propri messaggi di fede.
Come spiega Jorge Milia, l’amore per il calcio rappresenta un lato fondamentale dell’essere profondamente gesuita di Bergoglio. Niente di tutto ciò che è del popolo è estraneo alla sua formazione ed alla sua cultura: dalla cucina alla musica, dalla letteratura alla poesia fino al pallone. Questa saggezza popolare viene riadattata al ruolo che Bergoglio ha assunto con l’ascesa al soglio pontificio. Il calcio non è solo passione, è un linguaggio conosciuto da tutti, di unione e di superamento della stratificazione sociale, come dimostra lo stesso Papa che, prima della sfida tra Argentina e Svizzera negli ottavi di finale dei Mondiali in Brasile, si è rivolto ad alcune delle guardie svizzere con un simpatico: «Sarà guerra». Inappropriato? No, un semplice modo per dimostrare che essere Santo Padre non significa non essere più un uomo come loro, come noi, come tutti.

Le metafore calcistiche di Papa Francesco. Pronunciate da Bergoglio durante la Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile (Rio de Janeiro, 27 luglio 2013).

«Il Campo della Fede di Dio siamo noi! Il Campo della Fede del Signore è il campo d’allenamento della nostra fede in lui!»
«Gesù ci chiede di seguirlo per tutta la vita, ci chiede di essere suoi discepoli, ci chiede di giocare nella sua squadra».
«Cosa fa un giocatore quando è convocato in una squadra? Si allena, si allena molto! E così è la nostra vita di discepoli del Signore».
«Gesù ci offre qualcosa di superiore della Coppa del Mondo! Gesù ci offre la possibilità di una vita feconda, di una vita felice e ci offre anche un futuro con Lui che non avrà fine, nella vita eterna. E’ quello che ci offre Gesù. Ma ci chiede che paghiamo l’entrata, e l’entrata è che noi ci alleniamo per essere in forma, per affrontare senza paura tutte le situazioni della vita, testimoniando la nostra fede».
«Cari giovani, siate veri atleti di Cristo!»
«Quando ‘sudamos la camiseta’ (si suda la maglietta, ndr) cercando di vivere da cristiani, sperimentiamo qualcosa di grande: non siamo mai soli, stiamo facendo lo stesso cammino insieme»
«Giocate in attacco! Occorre ‘pater por adelante’ (calciare in avanti, ndr), costruite un mondo migliore, di giustizia, di pace, di amore, di fraternità, di solidarietà. Giocate in attacco sempre!»

Altre parole semplici di Papa Francesco. Calcio, ma non solo. Espressioni semplici, spesso usate dalla popolazione di rango sociale più basso, oppure tipiche del parlato argentino, e la capacità di usare le immagini per trasmettere messaggi di fede: Papa Francesco sceglie di comunicare con i propri fedeli senza filtri, come farebbe con amici o persone care e qui sta la sua grande forza comunicativa. Ecco alcune espressioni e metafore usate dal Santo Padre ed efficacemente sottolineate da Jorge Milia nel suo studio:
«Occorre ‘primear’ (anticipare, fregare, ndr) il peccato con la grazia»
«Non ‘balconear’ (stare a guardare alla finestra, ndr) la vita, ma tuffatevi come ha fatto Gesù»
«¡Esta civilización mundial se pasó de rosca!» – «Questa civiltà si è ‘spannata’ (come si usa dire per le viti con la filettatura rotta)»
«Spero che questa giornata ‘hagan lio’ (faccia chiasso, ndr), voglio che la Chiesa esca per le strade»
«No se dejen ningunear» – «Non lasciatevi confondere»
«È molto triste vedere una gioventù ‘empachada’ (sazia, piena di cose, ndr) ma debole»
«’Misericordiando’. Il gerundio latino “miserando” è intraducibile sia in italiano che in spagnolo. Mi è venuto in mente di tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando»
«El chamuyo de Dios» - Dio rispetta sempre la nostra libertà, ma ci continua a parlare piano, sottovoce, senza urlare, ci “chamuya”, ci invita ad accettare il disegno che ha su di noi, o per lo meno lo fa per farci sapere che Lui è sempre lì, che non ci lascia da soli, anche se noi non accettiamo la sua proposta.
«A volte i cristiani malinconici hanno più la faccia da cetriolini sotto aceto che da persone gioiose che hanno una bella vita»

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