L'idea

Porta S. Giacomo, vendono gelati per potersi pagare il matrimonio

Porta S. Giacomo, vendono gelati per potersi pagare il matrimonio
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Non si sa bene se si sia trattato semplicemente di un trucco per fare del commercio su strada senza pagare le tasse: non c’è limite alla creatività (e furbizia) umana. Però noi preferiamo fare i romantici e vogliamo credere all’iniziativa che domenica ha incuriosito turisti e passanti sulle mura. Vogliamo credere quindi che non si trattasse solo di un «gelato al cioccolato dolce e un po’ salato», ovvero di una canzone allegramente truffaldina, carica di doppi sensi, ma di «un gelato al limon, sprofondati in fondo a una città», come cantava Paolo Conte, con tutto il fascino e «la sensualità delle vita disperate».

Colletta nozze. Seduti a cavalcioni sul muretto a lato della strada che scende da Porta San Giacomo, dunque ben visibili anche da chi passeggiava sulle mura, tra un assaggio di Branzi e uno di Strachitunt (grazie alla manifestazione “Stracchinando sulle mura”, parte del Festival del Pastoralismo), un ragazzo e una ragazza. Innamorati, si spera. Tra loro una borsa frigo con i prezzi: «gelato un euro, cioccolato 1,50 euro». E sotto il cartello: «Vogliamo sposarci, aiutaci!». Con tanto di traduzione in inglese, per captare anche l’attenzione dei turisti Ryanair. Cuoricini disegnati, a garanzia della genuinità del sentimento.

Sorrisi e pacche sulle spalle. Tanti hanno dato retta alla coppia, anche solo per complimentarsi. Qualcuno il gelato lo ha preso davvero, si è fermato a parlare, scambiando sorrisi e pacche sulle spalle. Lui incassava, lei a tratti sembrava un po’ smarrita. Come la protagonista della canzone di Conte, del resto. «Donna che stai entrando nella mia vita, con una valigia di perplessità, non avere paure che sia già finita, ancora tante cose quest'uomo ti darà». Sempre che poi non sia arrivato un vigile a lanciare un poco invitante «Vieni via con me» al gelataio improvvisato.

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