La proposta dei bergamaschi

Con i prossimi lavori al Donizetti si pensa a come tener vivo il centro

Con i prossimi lavori al Donizetti si pensa a come tener vivo il centro
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La Giunta Gori ci sta lavorando. Nel programma elettorale che ha portato l'ex numero uno di Magnolia a Palazzo Frizzoni il rilancio del centro piacentiniano di Bergamo era tra i punti più interessanti e ora, a piccoli passi, ci si sta avvicinando al bando pubblico teso proprio a ripensare il cuore di città bassa. Bisogna aver pazienza però e le tempistiche non sono certe. Per questo c'è chi si preoccupa, come il Centro Coordinamento dei Comitati e Associazione di quartiere di Bergamo. Anche perché dal 2017 chiuderà per almeno due anni una delle principali attrattive del centro piacentiniano: il Teatro Donizetti. I lavori di riqualificazione dell'antico edificio, infatti, costringeranno il Comune a pensare a dove spostare non solo l'attività teatrale, ma anche l’assessorato alla Cultura, attualmente ospitato in un’ala del teatro.

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Prima e dopo: Visioni Possibili

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Prima e dopo: Visioni Possibili

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Le preoccupazioni sono state esposte in una nota, ripresa da larassegna.it: «Abbiamo letto sui giornali che l’ipotesi è quella di spostarlo (il teatro, ndr) nei locali del vicino Municipio Vecchio, attualmente usati dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti che occupa questa sede dal 1959 [...]. La storica istituzione verrebbe spostata in Città Alta, in parte nello spazio sopra il Fontanone (sua sede originaria, che ospiterebbe gli uffici perdendo quindi l’attuale vocazione espositiva) e in parte in locali dell’edificio in via Arena, sede del museo donizettiano. Davanti a questa ipotesi sorgono alcune domande. Non è davvero possibile trovare un altro spazio dove ospitare l’assessorato alla Cultura, evitando di spostare altrove una delle poche attività che dimostrano di essere capaci di attirare flussi positivi nel nostro centro sempre più disabitato? E ancora: come pensiamo che possano vivere piazza Cavour e le vie limitrofe durante il periodo – che durerà almeno un paio di anni – durante il quale saranno circondate da un cantiere e da edifici completamente disabitati a partire dalle prime ore pomeridiane? Il problema della rivitalizzazione del Centro di Bergamo continua ad essere di grande attualità, trascinando con sé la questione della sicurezza che, ciclicamente, riemerge in seguito ai fatti di cronaca che tristemente, anche recentissimamente, accadono. È un problema complesso, che senz’altro non può essere risolto soltanto con azioni di ordine pubblico, perché deriva in gran parte dagli usi e dalle funzioni degli spazi urbani: di certo, la presenza di una grande quantità di uffici (soprattutto quelli dislocati nei piani terra degli stabili) che chiudono nel pomeriggio e rimangono poi disabitati, è molto negativa per la sicurezza della città».

 

 

Quale la soluzione, dunque? Il Centro Coordinamento dei Comitati ha pensato allora di rilanciare una proposta che, l'aprile scorso, è stato protagonista alla 53° edizione del Congresso internazionale IFLA (International Federation of Landscape Architecture) svoltasi a Torino. Si chiama "Visioni Possibili", un progetto di rilancio e rivitalizzazione del centro piacentiniano di Bergamo redatta da un gruppo di cittadini coalizzati attorno ad associazioni ambientaliste e comitati di quartiere. A portare avanti questa iniziativa è Italia Nostra, associazione di volontariato culturale che, sin dal 1955, organizza iniziative tese a diffondere nel Paese la «cultura della conservazione» del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti e del carattere ambientale delle città. La sezione di Bergamo di Italia Nostra, attiva dalla fine degli anni ’50, può contare oggi sul sostegno di circa 100 soci iscritti presso la sede di via Ghislanzoni e sull’impegno attivo di un certo numero di loro che dedicano parte del loro tempo a proporre, programmare e seguire le diverse attività.

 

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Il progetto in questione prevede di partire dal cospicuo patrimonio di immobili pubblici presente nel centro cittadino per attivare un processo virtuoso di rivitalizzazione, attuando «una radicale riorganizzazione degli spazi pubblico/amministrativi, finalizzata al miglioramento dei servizi erogati, alla riduzione dei costi conseguenti agli sprechi e alla liberazione di spazi da restituire ad usi vivi e socialmente utili». Il Comitato continua: «La domanda che continua a rimanere aperta e che riproponiamo all’Amministrazione è: si può pensare a un utilizzo più efficace ed efficiente degli immobili che già appartengono alla collettività e che attualmente sono polverizzati e dispersi in molte sedi staccate, restituendo almeno i piani terra ad attività vive e di utilità sociale, con l’obiettivo di riportare in centro fasce di popolazione e di attività espulse dai prezzi del libero mercato immobiliare? È un progetto difficile, ma necessario: richiede la collaborazione tra enti diversi (Comune, Provincia, Camera di Commercio), richiede di ragionare con una visione di insieme e non frammentaria. Siamo convinti che senza questo progetto si perda una grande opportunità per governare nell’interesse pubblico il nostro centro, la sua qualità e la sua sicurezza. Il momento della necessità di traslocare gli uffici dell’assessorato è un’occasione per intraprendere questa strada o negarla. Auspichiamo che l’Amministrazione voglia imboccarla senza incertezze». L'ennesima dimostrazione della volontà dei bergamaschi di aiutare Gori e la sua Giunta a cambiare, in meglio, uno dei tesori meno sfruttati dalla città: il suo centro.

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