Cittadinanza attiva

È ripartito Io non sto in panchina Richiedenti asilo al lavoro in città

È ripartito Io non sto in panchina Richiedenti asilo al lavoro in città
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Comincia oggi, martedì 14 agosto, dal parchetto di fronte a Palazzo Uffici del Comune in piazza Matteotti, il progetto Io non sto in panchina voluto dal Comune di Bergamo e Caritas Bergamo, attuato insieme alla comunità Ruah e Patronato San Vincenzo nell’ambito del Protocollo sul lavoro volontario dei richiedenti asilo firmato in Prefettura il 2 ottobre 2016. Si tratta di un’iniziativa che presuppone l’impegno dei ragazzi richiedenti asilo per migliorare la situazione della città ricambiando in questo modo l’ospitalità che viene loro concessa in attesa del responso alle domande d’asilo e di protezione internazionale. Il compito è semplice, dipingere e restaurare le panchine, prima quelle del centro città e poi quelle dei parchi in periferia, ma comunque richiede attenzione e tempo, quello che solitamente viene «perso» dai richiedenti asilo in attesa che la burocrazia faccia il suo corso.

Chi partecipa. All’iniziativa partecipano 22 richiedenti asilo di provenienze diverse, dal Pakistan alla Costa d’Avorio. Lo scorso anno, nel primo blocco di lavoro, furono censite e riverniciate 1049 panchine, il 40% del totale della città di Bergamo, da un gruppo di circa 40 richiedenti asilo. «Con l’attivazione del secondo lotto del progetto arriveremo a rimodernare 2500 panchine», assicura il sindaco Giorgio Gori, che più volte negli anni scorsi ha parlato della necessità di coinvolgere i richiedenti asilo nella vita della città che li ospita. I volontari potranno rimettere a nuovo anche alcune staccionate, tavoli da picnic e potranno avvalersi della falegnameria del Patronato per rimettere in sesto gli arredi che richiedono interventi di restauro. «L’adesione dei volontari al progetto – prosegue Gori - ha anche lo scopo preciso di aumentare la capacità relazionale con i cittadini, l’aumento della conoscenza e delle relazioni tra le persone residenti e i richiedenti asilo che abitano le stesse aree urbane, rafforzando il senso di appartenenza e la percezione di sicurezza. Inoltre si promuove il senso civico di tutela del bene di proprietà pubblica, migliorando la qualità della vita di tutti grazie al contributo libero e volontario dei Rifugiati ospiti della nostra città».

La Caritas in campo. «Anche quest’anno – sottolinea don Roberto Trussardi, vicedirettore di Caritas Bergamo - la Caritas Diocesana Bergamasca e la Cooperativa Ruah aderiscono al progetto “Io non sto in panchina” promosso dal Comune di Bergamo. È coinvolto un gruppo di giovani richiedenti asilo, dai 18 ai 35 anni, di otto nazionalità diverse, ospiti presso il Centro di Accoglienza di via Gleno. L’obiettivo è di rendere “Cittadini attivi”, attraverso un’attività di utilità sociale, giovani che provengono da culture dove il volontariato è poco vissuto e questo riteniamo sia un percorso che genera “contaminazione” e “vicinanza”. Il progetto è di grande aiuto per continuare il lungo percorso dell’integrazione, come ci suggerisce spesso Papa Francesco citando le quattro pietre miliari per tale azione: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Cosa accadde nel 2017. Lo scorso anno il progetto permise anche di attivare un rinforzo al servizio di pulizia delle aree centrali della città. Due squadre di quattro richiedenti asilo hanno messo a disposizione parte del proprio tempo per coadiuvare gli operatori di Aprica nel centro città e a Bergamo Alta durante i mesi estivi. Armati di ramazza, scopa e secchio, i volontari hanno contribuito così a raccogliere piccoli rifiuti, mozziconi e altro ancora nelle aree più visitate e frequentate della città. Non solo: in collaborazione con A2A e la cooperativa EcoSviluppo, alcuni mesi fa è stata possibile l’apertura di un centro di riuso presso la piattaforma di via Goltara, una casetta/container gestita da 6 richiedenti asilo volontari, pensata per raccogliere vestiti, lampadari, soprammobili, piccolo mobilio, tutte cose che saranno poi rivendute per finanziare un progetto, tutto al femminile, di coltivazioni di orti in Senegal. Infine a fine 2017 i volontari richiedenti asilo si sono occupati inoltre della diffusione dei materiali cartacei della campagna di comunicazione BergamoRespira, consegnando nelle case dei bergamaschi quasi 60mila volantini informativi su buoni comportamenti per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

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