Creatività anti-disoccupazione

Tutti i mestieri del futuro

Tutti i mestieri del futuro
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Se vi è capitato di chiedere a vostro figlio che cosa farà da grande e la risposta è stata fatina delle verdure o pilota di una navicella spaziale, non sorridete pensando di ascoltare le assurdità tipiche dei bambini. Anche gli esperti stanno profilando nuove professioni alternative.

E se siete preoccupati del destino occupazionale delle generazioni future, potete partire da tre certezze. Innanzitutto l’arco di ogni vita si snoderà fra almeno due o tre mestieri diversi. In secondo luogo molti di questi lavori oggi non esistono, mentre alcune professioni attuali, come l’impiegato di banca, il postino o l’operatore di call center, sono destinate a scomparire. Infine la chiave del futuro sarà l’adattabilità, perché nel mercato globale tutto cambia di continuo. Ma quali sono i mestieri che si profileranno nel prossimo futuro? Li abbiamo divisi in macrocategorie.

 

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Salute. In America il lavoro più richiesto nel futuro vede al primo posto l’infermiera. Una professione non nuova, è certo. In realtà l’intero settore della cura alla persona è atteso come uno dei due volani occupazionali da qui a 20 anni. Non solo per l’invecchiamento della popolazione, ma per il sostegno al settore assicurativo, per l’assistenza sanitaria e gli investimenti nella ricerca scientifica, dai farmaci ai macchinari, dalla robotica alla biotecnologia. Da qui, insomma, verranno fuori molti mestieri nuovi di zecca. Nell’ambito dei servizi sociali, si svilupperanno, per esempio, gli «home carer», ovvero chi assisterà i più maturi a casa; il «memory augmentation surgeon», il medico che aiuterà gli anziani a conservare la memoria. Considerando che l’aspettativa di vita salirà a 85 anni entro il 2040, ci sarà da lavorare. Altre opportunità verranno da nanotecnologie e biotecnologie. Come il «body part maker», che produrrà in laboratorio membra o tessuti per ricostruire il corpo umano; o il «nano-medico», che creerà microimpianti di monitoraggio della salute o automedicazione dei malati. E ancora il «bioinformationist», lo scienziato che combinerà la genetica con lo sviluppo di medicinali e terapie cliniche; o il «geomicrobiologist», che studierà come i microrganismi possono dare nuovi farmaci o combattere l’inquinamento.  Ma se volete buttarvi sul fitness, tenete conto che la richiesta di istruttori di Zumba è cresciuta di 396 volte dal 2007 ad oggi.

Hi - tech. Al primo posto per numero di lavoratori del settore, e con una crescita del 142 percento in cinque anni, c'è il programmatore per iOS - il sistema operativo di Apple. Al secondo i diretti concorrenti, gli sviluppatori di app per Android.Assolutamente nuovo è il concetto di “architetto dei big data”. E si è impennato il numero di lavoratori nel cloud computing. Avanza il «digital architect», evoluzione dell’odierno architetto, che disegnerà edifici virtuali. In ascesa anche gli esperti delle stampanti 3D, che utilizzano materiali plastici sparati dal laser per costruire oggetti a piacimento.

 

 

L’evoluzione dei vecchi mestieri. Lavori tradizionali ma con una sferzata d’innovazione. Nascono “riadattamenti” contemporanei come il «compcierge», cioè il portiere d’albergo addestrato per guasti a computer e informatica, o il «broadband architect», un elettricista del futuro capace di organizzare i contenuti interattivi di internet sulle tv in casa. Uno studio del governo britannico, FastFuture, prevede l’impennata fra i 20 nuovi mestieri del 2030 del ruolo dell’«agricoltore verticale», colui che curerà coltivazioni su edifici a più piani in città per ridurre lo sfruttamento del suolo.

Green Job. Alcune tendenze americane si ritrovano anche nel Vecchio continente. Come conferma il commissario europeo all’Occupazione, László Andor, stimando che solo i «green job» creerebbero oltre 20 milioni di posti di lavoro già dal 2020.  In ambito energetico, ormai indispensabile è l’«energy manager», che dovrà tagliare i consumi di edifici pubblici, privati e aziende. Fra le figure emergenti, spiccano il manager delle stazioni di rifornimento d’idrogeno e il riciclatore di uranio (per convertire quello usato a fini militari in materiale per le centrali nucleari). Contro l’esplosione delle emissioni nocive si svilupperanno il «traceability manager», che studierà l’intera catena dei fornitori per evitare di comprare prodotti troppo inquinanti, o il «cloud controller», per verificare la capacità di riflettere le radiazioni solari delle nuvole sopra le nostre teste.

 

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Mestieri del gusto. La Fondazione ItaliaOrienta è convinta che l’agroalimentare conoscerà una nuova primavera (nel 2012 si è registrato il 2,2 per cento di aziende nuove create da giovani sotto i 30 anni) e genererà una gamma di figure, come il personal trainer dell’orto, un giovane, super aggiornato per quanto riguarda le tecnologie, che si occuperà della terra con un approccio tecnologico. E magari seminando coi droni.

Coldiretti ha profilato nuove categorie all’orizzonte. Una delle assolute novità degli ultimi anni è il Sommelier della frutta, che è un assaggiatore di frutta che fa consulenza a ristoratori e operatori del settore per aiutare a scegliere al meglio i prodotti. Può sembrare una boutade ma non lo è: dal 2002 esiste addirittura in Italia una Organizzazione Nazionale Assaggiatori Frutta (Onafrut). E negli ultimi tempi si stanno facendo strada diverse altre figure inedite di assaggiatori di miele e grappe. Sono nate realtà come l'Agrigelataio e il Birraio a km 0, l'affinatore di formaggi o l'alchimista di campagna, il produttore di erbe che attraverso magnifici alambicchi le trasforma in pregiati distillati. Infine il Food blogger, che è un professionista del web che attraverso il proprio portale internet offre informazioni, suggerimenti e consigli sul mondo della cucina e dell'enogastronomia (secondo i dati ad oggi sono oltre 1,4 milioni gli italiani che partecipano alle community sul web). Infine l’eating designer, colui che sarà in grado di trasformare il cibo in opera d’arte. O almeno, farci inghiottire un pezzo di design.

Debutto di nuove professioni. L’inedito. Figli di una crisi che spinge la fantasia a inventarsi l'impossibile. Come il «broker del tempo», ovvero colui che si occuperà di come pagare le persone con il tempo invece dei soldi. E il «personal brander», una specie di consulente per costruire e gestire noi stessi come un marchio di qualità, anche attraverso i social media. Vi presentiamo una figura professionale che all’estero è già molto diffusa, la Doula, un’assistente per future mamme. Si tratta di una donna che, in base a competenze ed esperienze personali, dà una mano a chi è in dolce attesa. Sotto tutti i punti di vista. Oramai il lavoro ce lo si inventa. Dopo i dog sitter, gli affittuari di libri, il cake decorator, gli shopper personali, i cuochi a domicilio, i meccanici di biciclette itineranti, spuntano nuove singolari figure professionali. Come il "codista", ovvero colui che mette in vendita il proprio tempo per sostituirsi ai "clienti" in una delle più detestate incombenze della vita quotidiana: la coda. Il primo è stato, solo pochi mesi fa, un salernitano trapiantato a Milano, Giovanni Cafaro, laureato in Scienze della comunicazione. Costa 10 euro l'ora, regolare ricevuta fiscale. Pare che le cose gli vadano bene, il suo obiettivo è diventare un autentico imprenditore della coda. Per sopravvivere, oggigiorno, il lavoro bisogna costruirselo su misura. Ecco che spunta “il ritira sacchetti a domicilio”.  Un numero di cellulare da chiamare, l’indirizzo di casa da fornire e qualche spicciolo per ripagare del lavoro fatto. Carta, cartone, indifferenziato, organico, plastica o vetro per il “ritira sacchetti a domicilio” non v’è differenza. Lui si limita a rispettare il calendario e i giorni di conferimento. Figlio della disoccupazione, di necessità ha fatto virtù davvero.

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