Meglio cederlo che darlo in concessione

Perché vendere lo stadio è la scelta migliore per tutti

Perché vendere lo stadio è la scelta migliore per tutti
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Era prevedibile, del resto sempre di politica si sta parlando. E così alla presentazione del bando di vendita dell'Atleti Azzurri d'Italia, lo stadio comunale di Bergamo, hanno fatto seguito le critiche delle minoranze, scettiche sulle modalità con cui la Giunta Gori ha deciso di compiere un passaggio storico per il calcio italiano. Lo stadio di Bergamo, infatti, nel caso in cui dovesse aggiudicarselo l'Atalanta (come tutti quanti speriamo), sarebbe il primo a passare direttamente dalle mani di un Comune a quelle di una società calcistica. I tre stadi attualmente di proprietà nella Serie A italiana infatti, ovvero lo Juventus Stadium di Torino, la Dacia Arena di Udine e il Mapei Stadium di Reggio Emilia sono nati sotto "stelle" diverse da quelle di un bando pubblico di vendita.

 

[La Dacia Arena di Udine]

 

Il caso Udinese e i problemi della concessione. Andrea Tremaglia, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio comunale, ha avanzato proprio questa critica: «È la prima volta in Italia che il Comune vende uno stadio di Serie A, ma la Giunta Gori non ci ha ancora saputo spiegare perché abbia preferito la cessione definitiva della struttura piuttosto che una concessione pluriennale, come accaduto ad esempio a Udine». L'Udinese, infatti, dal punto di vista formale non è proprietaria dell'impianto in cui gioca oggi. Con il Comune, ha stipulato un accordo attraverso cui ha ottenuto la concessione per 99 anni della struttura, la cui proprietà, quindi, resta pubblica. Perché non si è fatto anche a Bergamo così, chiede Tremaglia? Semplice: perché l'esperienza di Udine si è rivelata decisamente sconveniente sia per il Comune di Udine che per l'Udinese. E i motivi sono svariati. In primis il fatto che, rimanendo la proprietà dell'impianto pubblica, per ogni lavoro che la società ritiene necessario realizzare bisogna seguire le procedure di legge previste per i lavori su immobili pubblici, dunque bandi di assegnazione dei lavori, burocrazia, scartoffie su scartoffie e tempistiche che passano da pochi giorni a mesi e mesi. A ciò si aggiunga pure il fatto che, interpellata al riguardo, l'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) presieduta da Raffaele Cantone, analizzando il contratto, ha storto un po' il naso. Il rischio che sorgessero profili di illegittimità seguendo questa strada, dunque, non erano affatto da sottovalutare.

La questione economica. Il 17 aprile 2014, in un'intervista per CalcioNapoli24, il sindaco di Udine Furio Honsell ha spiegato invece il lato economico dell'accordo con l'Udinese: «Abbiamo trovato questa nuova formula che si basa sul diritto di superficie per 99 anni. Abbiamo fatto una stima sul valore, loro devono fare un investimento che compensi questi valore e in questo accordo ci devono pagare una quota minima veramente irrisoria. Si tratta di qualche decina di migliaia di euro. La cifra invece da investire si aggira sui 25 milioni». Quindi, in sostanza, a fronte di un'entrata annuale di poche decine di migliaia di euro per 99 anni, il Comune di Udine ha dato lo stadio in mano all'Udinese. Poi, tra un secolo, si vedrà. Qui a Bergamo, invece, il Comune ha scelto una strada più diretta: almeno 7 milioni e 826 mila euro subito, sull'unghia, e tanti saluti. Dato il canone che l'Udinese deve pagare al Comune annualmente, invece, in 99 anni l'Amministrazione locale incasserà sì e no due, tre milioni di euro. Valutando anche una proroga della concessione alla scadenza dei 99 anni, ancora non si arriverebbe alla cifra che il Comune di Bergamo, invece, riceverà subito per la cessione secca. È quindi evidente il motivo per cui, a Palazzo Frizzoni, abbiano optato per questa strada.

 

[Lo Juventus Stadium di Torino]

 

I parcheggi e lo Juventus Stadium. Una critica simile è stata mossa anche da Marcello Zenoni, consigliere del Movimento 5 Stelle, il quale ha dichiarato: «Non sono contrario al fatto che l'Atalanta abbia un suo stadio, sono semmai polemico sul fatto che vi sia stato uno scarso dibattito sul passaggio da pubblico a privato. Lo stadio, a nostro avviso, avrebbe potuto essere dato in comodato d'uso, mantenendo la proprietà sulle attività terze e sui parcheggi». Circa l'opportunità di optare per la vendita secca rispetto alla concessione già abbiamo detto, resta il tema "attività terze e parcheggi". Come ha chiaramente spiegato l'assessore all'Urbanistica Francesco Valesini nella conferenza stampa di giovedì 9 febbraio, il compratore dell'impianto dovrà presentare un Piano Attuativo da sottoscrivere insieme al Comune. Questo Piano Attuativo, naturalmente, dovrà riguardare non soltanto lo stadio in sé, ma anche la riqualificazione delle aree attinenti l'impianto, come più volte è stato detto in questi mesi, anche in un'intervista a noi di BergamoPost. È dunque normale che, dovendo intervenire sull'area circostante l'impianto, al nuovo proprietario sia data la possibilità di mettere mano alle attività terze e ai parcheggi. Nel primo caso perché, piaccia o meno, chi investe su un'operazione di questo tipo è anche giusto che possa valutare come far fruttare al meglio il proprio investimento, quindi valutando quali e che tipo di attività integrare all'offerta meramente sportiva; nel secondo perché, comunque vada, è interesse anche della società che ci siano dei parcheggi facilmente fruibili per il pubblico. In questo senso, l'esempio migliore è quello dello Juventus Stadium.

A Torino, l'impianto è stato direttamente costruito dalla società ed è di sua proprietà, ma il terreno su cui è stato eretto è ancora comunale, dato in concessione alla Juventus per 99 anni. Insomma, formula diversa ma simile a quella andata in scena a Udine. Attorno allo Stadium ci sono tantissimi parcheggi che, il giorno della partita, sono a pagamento, sebbene a prezzi moderati. Durante gli altri giorni della settimana, invece, non si paga nulla. È folle pensare che lo stesso avvenga a Bergamo? Valesini ha detto chiaramente che «saranno definite delle convenzioni per l’utilizzo dell’impianto e dei parcheggi dietro le curve». Tradotto: il Comune, in fase di "trattativa" con l'acquirente dell'impianto, s'imporrà affinché i parcheggi restino fruibili a tutta la cittadinanza e che addirittura lo stadio possa essere utilizzato dal Comune, gratuitamente, per eventi e manifestazioni in un determinato numero di giorni.

 

 

Cambiare volto alla città. L'ultima critica mossa dalle opposizioni alla Giunta è quella arrivata da Forza Italia e Lista Tentorio, che chiaramente sostengono ancora oggi che la scelta migliore sarebbe stata la costruzione di un impianto fuori dai confini cittadini, come aveva previsto proprio il sindaco Franco Tentorio. Questa ipotesi, però, oltre che assai più complicata da realizzare in termini economici (ricordiamo che il progetto della Cittadella dello Sport a Grumello prevedeva un investimento di circa 240 milioni di euro), avrebbe lasciato sul groppone del Comune l'impianto di viale Giulio Cesare. Un monumento al nulla. Parallelamente, tenere lo stadio in città e venderlo, offrirà anche l'occasione di riqualificare una grande area cittadina, con investimento di denaro non soltanto pubblico, ma soprattutto privato. Due piccioni con una fava. In fin dei conti, quindi, l'impressione è che, sebbene attese e in alcuni passaggi finanche condivisibili (è giusto, ad esempio, chiedere al Comune di mettere in atto per il futuro chiare strategie, ad esempio, per la gestione del traffico nei giorni delle partite e di tutelare i residenti del quartiere in cui sorge lo stadio), le critiche arrivate alla Giunta Gori per aver finalmente mosso il primo vero passo ufficiale verso la cessione del Comunale, arrivino flebili alle orecchie di noi osservatori. L'Amministrazione ha optato per un incasso certo e immediato, per nulla «irrisorio» visto che si parla di un impianto antico e riammodernato soltanto per i Mondiali del '90 (escludiamo i lavori dell'estate 2015, pagati dall'Atalanta). Le si può dare torto? Il vero compito del Comune, ora, sarà quello di vegliare sul futuro. Se poi a comprarlo sarà veramente l'Atalanta, siamo certi che tra qualche anno nessuno si ricorderà più di queste polemiche.

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