Raccomandata dall'Oms

Una zanzariera contro la malaria funziona (bene) come un farmaco

Una zanzariera contro la malaria funziona (bene) come un farmaco
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Buone notizie. Forse è stato scoperto il tallone di Achille della zanzara, appartenente alla famiglia degli Plasmodium, che causa la malaria; malattia infettiva ancora altamente letale, secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms). Gli insetti vettore sembrerebbero infatti più sensibili e vulnerabili a una sostanza chiamata Pbo, capace, al pari di un farmaco anti-malarico, di renderle meno offensive. Introdotta all’interno delle zanzariere, questa sostanza avrebbe ridotto sensibilmente, in contesti a rischio, i tassi di malattia. La scoperta ad opera di ricercatori inglesi, della London School of Hygiene and Tropical Medicine, è stata pubblicata  sulla prestigiosa rivista Lancet.

La zanzara assassina. Essere vittima della malaria fino a morirne, nel XXI secolo, è ancora possibile. Capita, di norma, nei Paesi in via di sviluppo con dati letali ingenti: secondo le stime dell’Oms, questa zanzara avrebbe colpito, solo nel 2016, 216 milioni di individui, 5 milioni in più rispetto all’anno precedente, causando dopo la sua puntura all’incirca 455 mila morti, invece rimaste stabili rispetto al 2015. Le vittime sono in prevalenza bambini con meno di 5 anni e residenti nell’Africa sub-sahariana. Grazie ai progressi scientifici sulle malattie infettive e la messa in atto di strategie sinergiche, la malaria sarebbe però sul punto di essere eradicata in 6 Paesi africani, in Algeria, Comore, Madagascar, Gambia, Zimbabwe e Senegal, a dispetto di altri quali Nigeria, Costa d’Avorio, Sud Sudan e Repubblica Centrafricana dove invece continuerebbe a mietere vittime.

 

 

Non basta. Le misure attuali non sembrerebbero però totalmente efficaci o sufficientemente aggressive perché l’adattabilità e la resistenza di queste zanzare sono tali che le hanno rese in grado di tollerare, e quindi di sopravvivere, agli effetti di potenti insetticida, mettendo parzialmente k.o. gli sforzi della ricerca. Fino ad oggi, poiché pare che ci sia un nuovo mezzo per abbattere zanzare e malaria: il Piperonil butossido, detto per esteso e Pbo in breve.

Come agisce la Pbo. Questa sostanza sembrerebbe capace di bloccare i meccanismi di difesa naturali delle zanzare, invece ancora molto resistenti e quasi insuperabili dai piretroidi, agenti contenuti negli attuali insetticida ed arma utilizzata per abbattere questi insetti assassini. Dal laboratorio di ricerca, o dalla teoria, alla pratica è stato un passo: i ricercatori inglesi, dopo studi di efficacia che dimostrerebbero la capacità della Pbo di disattivare le zanzare, hanno deciso di testarla subito sul campo. Provando a introdurla in una zanzariera.

 

 

I ricercatori hanno avuto ragione poiché, secondo quanto emerso da uno studio di 2 anni condotto su 15mila bambini residenti in Tanzania, queste zanzariere protettive poste internamente alle case e attorno ai giacigli avrebbero ridotto la prevalenza della malaria del 44 per cento nel primo anno di utilizzo e del 33 per cento nel secondo in rapporto alle normali zanzariere trattate con i tradizionali insetticida.

In funzione di questi primi risultati incoraggianti, l’Organizzazione raccomanda caldamente l’uso di Pbo. Parere condiviso e appoggiato anche dal pool di ricercatori in malattie infettive che sostengono la necessità di stare un passo avanti alla zanzara e alla malaria per non vanificare i progressi e le conquiste della scienza e della ricerca.

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