Adesso anche a Lione sanno chi sono Gomez e l'Atalanta

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Adesso Nabil Fekir sa chi sia Papu Gomez e, magari, nei ritagli di tempo, può vedere e rivedere la splendida punizione del capitano, così impara come si battono i calci piazzati. La presunzione non paga mai, l’umiltà sempre. «Non siamo venuti qui soltanto per partecipare», aveva avvertito Gasperini alla vigilia. È stato di parola.

Una grande, grandissima Atalanta ha imposto il pareggio al Lione in casa sua, confermando ancora una volta di avere raggiunto una vera dimensione europea e balzando al comando del girone di Europa League. L’Apollon ha fermato l’Everton dopo avere bloccato il Lione e la Dea vola. Se il debutto con i Toffeees era stato strepitoso, l’esito della prima trasferta continentale dopo ventisei anni, è risultato altrettanto entusiasmante per la qualità del gioco, la personalità, la capacità di soffrire, di resistere a un grande avversario e di rimontarlo dopo essere andata in svantaggio. Un anno fa, la Roma di Spalletti a Lione fu battuta per 4-2. Un anno dopo, l’Atalanta di Gasperini ha firmato una prova strepitosa.

A guidare gli eroi di Lione è stato Gomez, cinque gol nelle ultime cinque partite; con lui, Berisha, sempre più uno dei migliori portieri della serie A; poi Caldara, Masiello e Palomino, cerniera difensiva sempre efficace; de Roon, incontrista di rango. Assieme a loro, gli altri nerazzurri che hanno lottato, si sono battuti, hanno conquistato un punto prezioso. Su tutti, ancora una volta, brilla l’acume tattico di Gasperini che ha cambiato l’assetto della squadra in corso d’opera, riuscendo ancora una volta a colpire nel segno.

I meravigliosi, tremila tifosi bergamaschi alla Groupama Arena, sono stati testimoni diretti di un’altra notte da incorniciare perché questa Dea non finisce mai di conquistarci. In diciannove giorni, fra campionato e coppa i nerazzurri hanno giocato 6 partite: 3 vittorie e 3 pareggi, una progressione entusiasmante, esaltata in Francia dal nuovo capolavoro balistico di Gomez, capitano e simbolo della squadra di Gasp. Eppure,  nella fase iniziale del primo tempo, l’Atalanta ha sofferto il pressing del Lione, partito pancia a terra per mettere alle corde la Dea. Superato, il primo quarto d’ora, i nerazzurri hanno cercato di riequilibrare la situazione, sprecando malauguratamente con Hateboer la clamorosa occasione di andare in vantaggio. Il legno colpito dai francesi ha pareggiato i conti delle palle gol, poi Traoré ha portato in vantaggio l’Olympique con un guizzo da centravanti vero, sigillando la prima frazione a vantaggio della sua squadra. Ma, nella ripresa, la mossa di Gasperini (fuori Cristante, dentro Castagne) ha spiazzato Genesio, così come richiamare Petagna per inserire Ilicic, ha tolto agli avversari il punto di riferimento  della manovra offensiva bergamasca e il Lione è andato in confusione, rischiando anche di perdere.

Colpiscono la condizione atletica della squadra, l’intercambiabilità dei ruoli, la risposta che ogni giocatore chiamato in causa dà ogni volta  all'allenatore. La forza di questa Atalanta è la coesione di un gruppo di cemento armato. Come dice Gomez: da oggi in poi, in Europa ci conoscono meglio. Papu, sei davvero unico.

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