La posta degli amori sfigati La sofferenza autoinflitta è stupida

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Cara Alba,
Sono veramente esausta. È durato tutto pochi mesi, ma non ho più forze. Mi spiego: conosco Jacopo sei mesi fa, a una festa di compleanno di un nostro comune amico. È subito chimica, passiamo tutta la serata a chiacchierare, ma non ci facciamo caso, io all’epoca ero fidanzata, lui pure, la cosa non ha alcun seguito. Io mi dimentico di lui, vado avanti con la mia vita. Fra le altre cose, lascio il mio ragazzo e inizio la mia vita da single che tanto avevo aspettato. Lui scopre che sono, come dire, "sentimentalmente disponibile" e inizia a scrivermi, iniziamo a sentirci. Mi invita a cena e io accetto, una, due, tre, cinque volte, iniziamo a frequentarci. Immagino che una fitta frequentazione di quel tenore sia incompatibile con una sua relazione e deduco che sia single anche lui, nessuna traccia di ragazze sui social. Mi lascio andare. Sbaglio. La ragazza c’è, eccome. Impazzisco, non voglio più vederlo, non rispondo al telefono, non rispondo ai suoi mille messaggi. Sono tutti messaggi in cui lui mi ripete quanto sono meravigliosa, che nessuna è come me, che se non mi rivede muore. Rispondo una volta sola: «Lasciala, allora». La risposta sono due spunte blu. Non voglio risentirlo, voglio che sia lui a tornare, ma sono confusa. Sono stata frettolosa, poco comprensiva? Avrei dovuto avere pazienza? Ora come ora, non sono più sicura di niente.
Simona

Cara Simona,
L’amore impossibile, l’ostacolo, la terza intrusa (che poi, fra l’altro, in teoria saresti tu) che non lo capisce, lo da per scontato, non lo ama abbastanza e lo costringe a cercare altrove l’affetto che merita. Non so quando, ci hanno convinto che tutto questo fosse una storia degna di essere raccontata e dunque anche degna di essere vissuta. Con gli anni, vedrai, ogni trama del genere ti farà alzare gli occhi al cielo e tutta la comprensione per il dramma sfumerà dell’ennesimo, inutile «vabbe', se l’è cercata». Sofferenza di scarsa qualità, quella autoinflitta. Nessuno rimane dove sente il brivido, il rischio, ma rimane dove si sente al sicuro, a questo serve una coppia che funziona: a fare stare due persone tranquille. L’ultimo giorno di vacanza è bello tornare a casa. Hai a che fare con un vigliacco, forse; con un bugiardo, magari; con qualcuno che non si sente di chiamarti "casa" e che non ha alcuna intenzione di traslocare. Non c’è alcuna ricompensa per l’attesa di qualcuno che si decida o, se arriva, non è mai così bella come la immagini. Una brava persona che se «prendi tutto e te ne vai per vedere se è vero che poi» ti viene a cercare, ti viene a cercare. Sembra accontentarsi, ma non c’è niente di più speciale. Ed è proprio vero, «se devi chiedere, non lo avrai mai».

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