Male solo per il risultato

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Male la prima, ma solo per il risultato. Abbi fede, Atalanta: il gioco c’è, i punti arriveranno. I tre che la Roma ha preso a Bergamo sono pesanti, come la punizione per una Dea che avrebbe meritato almeno il pareggio, se Ilicic non fosse andato a sbattere contro il palo. Capita, soprattutto nella gara inaugurale del campionato. E, se il rilievo statistico può suonare vagamente consolante (anche l’anno scorso l’Atalanta perse al debutto, sempre contro una romana, ma era la Lazio; poi arrivarono altre tre sconfitte nelle successive quattro gare del torneo), conta che la strada imboccata da Gasperini sia quella giusta.

La Roma è passata soltanto grazie al  calcio piazzato di Kolarov perché Berisha non è mai stato impensierito in altre circostanze e, semmai, è partito in ritardo sul tiro dell’ex laziale. La squadra di Eusebio Di Francesco ha avuto il merito di soffrire e di resistere sino all'ultimo respiro, pur essendo un cantiere aperto e abbisognando di un forte difensore centrale, nonché un esterno d’attacco in grado di rimpiazzare Salah e i sedici gol che ha segnato nella passata stagione.

E’ il secondo tempo nerazzurro a confortare nell'immediato, sono quei cinquanta minuti di carica atletica e agonistica a deporre a favore della squadra, evidenziando le ottime prove di Palomino e Cristante, concedendo a Ilicic e a De Roon il tempo di inserirsi negli schemi del tecnico. Quanto a Petagna, considerato il fisico possente, è in comprensibile ritardo di condizione mentre Cornelius è apparso più scattante dell’azzurro, però non ricominciamo con la solfa dell’attaccante bravo, ma che segna poco: ha stufato e, soprattutto, Petagna non se la merita.

Hateboer e Gosens non sono Conti e Spinazzola e, tuttavia, né Conti né Spinazzola un anno fa erano partiti con il turbo. A proposito. Il ventiquattrenne giocatore in prestito all'Atalanta sino al 30 giugno 2018, come da contratto regolarmente e ufficialmente sottoscritto dalla Juve, era stato convocato, ma ha disertato. Nell'estate dei casi Keita, Bernardeschi, Kalinic e dell’insopportabile andazzo di chi non sta ai patti, l’Atalanta tenga duro, costi quello che costi e imponga il rispetto degli accordi. Cominciando con multare il tesserato che non ha risposto alla chiamata dell’allenatore, mettendo in difficoltà sia lui sia la squadra in occasione del debutto in campionato.

Dal 2012 a oggi, Spinazzola ha cambiato sei maglie. Per sfilarsi quella della squadra grazie ala quale è andato in Nazionale, ha scelto il modo sbagliato. Auguri.

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