Niente musi lunghi, su la testa Questa Dea merita solo applausi

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Undici calci d'angolo a zero, la traversa di Kurtic, il gol salvato sulla linea da Danilo, una superiorità di gioco schiacciante. Eppure, il calcio sa essere crudele e non sempre vince il migliore.

Complimenti all'Udinese, capace di reggere l'urto dell'Atalanta nel primo tempo, quando la sua pressione sembrava inarrestabile, abile a sfruttare le tre occasioni che le si sono presentate in 94 minuti. Ma complimenti all'Atalanta: questa è la sconfitta più immeritata della stagione, ascrivibile alla fortuna che ha assistito i friulani e non i bergamaschi, la cui supremazia è stata così evidente da rendere l'epilogo della partita tale da non rispecchiare i valori in campo.

Tant'è. Ora, l'importante è mantenere l'equilibrio di giudizio, evitando di passare dall'eccesso di euforia pre Juve ad un attacco di depressione post Udinese. I due ko consecutivi rimediati in questo dicembre sono imparagonabili alle quattro sconfitte incassate nell'avvio del campionato. Allora il gioco latitava, adesso c'è, eccome.

Ma è normale che i ragazzi di Gasperini accusino una pausa, altrimenti sarebbero robot ed è altrettanto naturale che questa Atalanta possa incappare in un incidente di percorso. Milan ed Empoli sono lì apposta per chiudere in gloria un'indimenticabile fine 2016. Alzi la mano chi, in estate, prevedeva l'Atalanta sesta in classifica con 28 punti dopo 16 giornate, a +19 sulla terz'ultima. Il gioco d'alta qualità è la migliore ipoteca sul futuro della Dea. Gli applausi dei suoi tifosi dopo la sconfitta sono il miglior ricostituente per una squadra battuta solo dal risultato. Su la testa, Atalanta. E tienila ben alta. Ne hai diritto.

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