Non buttarti giù, Atalanta L'Europa è ancora possibile

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La dodicesima vittoria consecutiva della Juve ha frustrato le speranze atalantine di fare risultato sul terreno dei campioni d’Italia dove, in questo campionato, soltanto la Lazio è stata capace di vincere. Ciò non toglie che, per il modo coraggioso con cui ha affrontato i bianconeri, per il gioco espresso e per la clamorosa occasione sprecata da Mancini all’inizio della ripresa, la Dea abbia onorato l’impegno con orgoglio e determinazione. Alla faccia dei cialtroni da tastiera, tanto incivili quanto disinformati, che prima della partita aveva tacciato Gasperini di snobbare l’impegno schierando una "formazione di riserve": anche questo ci è toccato leggere sulle praterie del web, dove pascolano battaglioni di analfabeti calcistici e non soltanto calcistici.

Se snobbare un incontro vuol dire schierare a un certo punto anche Cornelius, Ilicic, Petagna e Gomez tutti insieme, pur ridotti in dieci, oppure contare tre ammoniti e un espulso nelle proprie fila a fine partita... O forse vuol dire che i seminatori di sospetti si confermano emeriti imbecilli. Considerato che, ipoteticamente, se continua a marciare così la Juve può vincere il settimo scudetto di fila con 104 punti; ricordato che, tutto è possibile quando allinei giocatori del calibro di Higuain (15 gol in campionato, ventiduesimo centro stagionale) o di Douglas Costa (strepitoso lo scatto da cui è scaturita la prima rete bianconera); sottolineato che la Juve, dal 31 dicembre a oggi ha incassato un solo gol fra campionato e coppe (Caceres, Verona-Juve 1-3), si capisce perché dallo Stadium l’Atalanta sia uscita con onore.

Mancini si sognerà di notte quel colpo d testa che ha pietrificato Buffon, ma il pallone è andato fuori di un nonnulla; così come la sua espulsione, determinata da due ammonizioni ravvicinate, è figlia dell’inesperienza del ventunenne difensore. Si cresce e si matura anche vivendo esperienze come questa, sul campo dei campioni d’Italia. La partita da vincere è in programma domenica, a Verona. Il regolamento della Coppa Italia dice che, se a vincerla è una squadra piazzatasi fra le prime quattro in campionato, in Europa League non va chi ha perso la finale ma la settima classificata. L’Atalanta può arrivare settima, eccome: a disposizione, la Dea ha dieci partite e 30 punti; lo spareggio con la Samp, in programma a Bergamo dopo la sosta (3 aprile) e dopo l’incontro interno con l’Udinese (31 marzo): la squadra deve crederci e ci crederà sino alla fine. Su questo non ci sono dubbi.

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