Il prezzo della fatica Juve

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Peccato. In settimana, Berisha si era candidato a calciare i rigori, ma, d’ora in poi, dovrà evitare di procurarne altri modello Immobile. Se non ci fosse stata l’ingenuità del portiere, forse le cose sarebbero andate diversamente all’Olimpico dove, comunque, la Lazio ha meritato di vincere perché ha inseguito il successo con determinazione maggiore e patemi minori.
Certo, l’Atalanta avrebbe potuto quantomeno pareggiare, se alla distanza non avesse pagato il prezzo della fatica sostenuta per la grande partita giocata quattro giorni prima, in casa della Juve. Qui sta il punto: rispetto alla travolgente prova di domenica scorsa contro il Chievo, la Dea a Roma non si è ripetuta sullo stesso livello, avendo nelle gambe l'enorme sforzo torinese.
Eppure, i nerazzurri erano passati in vantaggio con Petagna che ha ritrovato il gol, ma il cui ruolo di regista offensivo è diventato ormai insostituibile e per questo non importa quante siano le reti che realizza. Il guaio, per i bergamaschi, è stato non chiudere la partita quando la Lazio ha accusato il colpo, prima del suo prepotente ritorno nella ripresa. Tant’è. Il ko di Roma non inficia minimamente il giudizio sul cammino nerazzurro (+10 punti rispetto alla ventesima giornata dell’ultimo campionato). La sconfitta con la Lazio è una battuta d’arresto che ci può stare, peraltro incassata contro l’altra rivelazione del campionato, clamorosamente a un solo punto dalla zona Champions League.
Ci sono ancora 18 partite da giocare e 54 punti a disposizione per inseguire il sogno europeo e la classifica è lì a ricordarlo. C’è tutto il tempo per ricaricare le pile, aspettando la Sampdoria che, tre giorni prima della sfida di Bergamo, affronterà la Roma negli ottavi di Coppa Italia dopo essere stata frenata in casa dall’Empoli nella prima di ritorno. Tranquilla, Atalanta: rialzerai subito la testa.
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